rotate-mobile
Salute

Contagi nelle scuole e quarantena: come comportarsi. Le nuove norme del Ministero della Salute

In materia di Covid-19 e contagi a scuola ecco come comportarsi, cosa bisogna fare ed evitare per la propria e altrui sicurezza

La scuola è ricominciata per tutti, ma in materia di Covid-19 e contagi vi sono ancora diversi dubbi e incertezze.

Quali sono le norme in caso di contagi a scuola? Che tipo di quarantena è obbligatoria? Ormai tutti sanno che occorre misurare la febbre tutti i giorni prima di entrare a scuola e, soprattutto, evitare di andarci al minimo segno o sintomo di Covid, come raffreddore, mal di gola, febbre o difficoltà respiratorie. Ma cosa accade se l’alunno inizia a stare male in classe? Ecco la guida con le nuove norme del Ministero.

Norme anti-Covid a scuola: cosa fare in caso di contagio

Innanzitutto, se l’alunno sta male in classe deve essere posto in un ambiente dedicato in attesa dell’arrivo dei genitori, che dovranno poi chiedere alla scuola l’apposizione di timbro sul modulo di autocertificazione per l’eventuale accesso al punto tampone. Se lo studente è maggiorenne, invece, la famiglia e presi comunque i contatti con il medico curante, può allontanarsi autonomamente dall'istituto scolastico.

Successivamente, se il medico o il pediatra lo terrà opportuno chiederà al paziente di sottoporsi al tampone; se l’esito è positivo tutti i suoi contatti stretti verranno sottoposti a isolamento fiduciario (sono considerati contatti stretti, oltre ai familiari, gli studenti dell’intera classe presenti nelle 48 ore precedenti). Quindi, è chiaro che i contatti di un caso sospetto e non accertato positivo, non devono sottoporsi ad isolamento domiciliare, ma devono impegnarsi ad adottare comportamenti prudenti.

Per le persone vaccinate vi saranno 7 giorni di quarantena, con test molecolare alla fine dell’isolamento; mentre, i non vaccinati o coloro che non hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni hanno due alternative:

  1. contatti asintomatici ad alto rischio: possono rientrare in comunità dopo un periodo di quarantena di almeno 10 giorni e dopo un test molecolare o antigenico negativo. In assenza del test, anche in questo caso, la quarantena si chiude dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione.
  2. contatti asintomatici a basso rischio: non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie, ossia indossare sempre la mascherina, rispettare il distanziamento e mantenere una corretta igiene delle mani.

Quali sono i sintomi per non mandare a scuola il proprio figlio?

Il Protocollo di sicurezza ha confermato l’obbligo di restare a casa in caso di febbre oltre i 37,5° e in presenza di sintomi influenzali, come dolore alle ossa, tosse, raffreddore, difficoltà respiratorie, stanchezza cronica etc.. Quindi, è sempre opportuno misurare ogni mattina la temperatura corporea ed evitare di recarsi a scuola se non ci si sente bene.

Inoltre, l’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Ministero della Salute, il Commissario straordinario e il Ministero dell’Istruzione, sta valutando di adottare un piano di screening scolastico, con particolare attenzione alla fascia di età compresa tra i 6 e i 12 anni, che al momento non ha avuto ancora accesso al vaccino.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Contagi nelle scuole e quarantena: come comportarsi. Le nuove norme del Ministero della Salute

FoggiaToday è in caricamento