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"La seconda ondata è stata uno tsunami". Tutti i numeri dell'Asl. "Ora il sistema risponde tempestivamente"

A Foggia oggi risultano oltre 2300 positivi, nella prima fase erano stati poco più di 300: così il direttore generale rende l'idea della dimensione della situazione da gestire. "Le nostre vite sono state stravolte"

"È stato uno tsunami, nessuno può dire di aver gestito prima una cosa di questo tipo e di queste dimensioni. La prima fase ci sembrava già terribile, la seconda ha dei numeri spaventosi: Se pensate che nella prima fase i positivi di Foggia sono stati 320-340, e che adesso sono 2300 e passa attualmente positivi, potete immaginare che impatto questo ha sulla nostra capacità di risposta".

Numeri alla mano, il direttore generale dell'Asl Vito Piazzola, nella prima Conferenza dei Servizi in streaming, ha marcato la dirompente differenza tra la prima e seconda ondata, restituendo la dimensione e il senso della situazione da gestire. Meglio, nella prima fase, fino ad agosto, erano 1382 i postivi in provincia di Foggia, da settembre si arriva a 15505 di cui 10.009 attualmente positivi. In più, l'Asl ha gestito qualcosa come 81mila contatti stretti.

A margine del messaggio di saluto dell'arcivescovo Vincenzo Pelvi, che ha espresso la sua gratitudine agli operatori Asl in prima linea nella lotta al Coronavirus, aveva ammesso: "Tutte le nostre vite sono state stravolte".

I dati della città capoluogo arrivano dopo l'intervento del sindaco di Foggia Franco Landella che, abbandonando i toni polemici, pur evidenziando alcune criticità, ha voluto dedicare il suo intervento agli operatori sanitari, tributando un dovuto ringraziamento al mondo della sanità da parte dell'intera comunità: "Se abbiamo oggi il controllo della situazione, dobbiamo dire grazie all’efficacia e all’efficienza di una struttura sanitaria che, congiuntamente agli Ospedali Riuniti, ha dato l'immagine di una sanità che ha messo al centro la salute pubblica".

“Ci siamo sentiti spesso, qualche volta ci siamo anche confrontati, mettiamola così", ha detto Piazzolla con un eufemismo, prendendo atto di come il sindaco avesse compreso lo sforzo del sistema sanitario. Gli ha garantito che adesso, nel tracciamento e nella identificazione di soggetti positivi, l'Asl "ha raggiunto il punto più alto, nel senso che tutto viene fatto con la tempestività che questa situazione merita”. 

Mentre prima la Asl, lo ammette, faceva una fatica enorme oggi riesce a tracciare tutti. È stato messo a punto un software, un database interno, che restituisce un quadro completo dell'evoluzione dei contagi e che permette di monitorare il territorio. Peraltro, ora l'Asl è in grado di prendere in carico quasi la totalità dei positivi, mentre inizialmente aveva accumulato un sacco di ritardo anche per carenza di risorse.

Nella sua narrazione dell’operatività, il direttore generale ha parlato del fondamentale lavoro di squadra e di raccordo. "In questo stress test una chiave di volta è stata quella della flessibilità della risposta, e oggi posso aggiungere anche la tempestività. Finalmente, un sistema così complesso, con un indice così alto che abbiamo avuto in questa provincia, risponde tempestivamente da qualche settimana a tutte le richieste e a tutti i bisogni della popolazione".

L'Asl di Foggia, più che in altre parti d'Italia, continua a insistere sulla risposta del territorio come chiave del successo. "Il problema è che noi in Puglia, da 20 anni ormai, abbiamo una capacità di arruolamento molto bassa rispetto a figure professionali che servono e ce ne siamo accorti adesso in maniera determinante. Il tema era testare, tracciare, trattare: le tre t".

E se nell’arco di 24-48 ore gli ospedali sono diventati Covid, "una delle debolezze serie è stata quella delle residenze per anziani e per disabili, assolutamente non fatte per distanziare le persone perché sono nate per fare il contrario: essere comunità. Quando si è insinuato il virus è stato terribile, credo abbiamo dovuto sostenere una trentina di queste strutture anche lì con numeri importanti". La soluzione è stata un protocollo adottato pensando a come monitorare intere strutture replicando il monitoraggio a casa dei pazienti.

Il dg Piazzolla ha fornito un po' di numeri: 84 operatori sanitari per il contact tracing, 17 postazioni Usca con 116 medici arruolati e 4176 ore medie mensili del personale medico, 20 postazioni di cui 2 mobili Poct, e 19 drive through di cui 13 già operative. 

Racconta un aneddoto che rappresenta il paradigma delle disparità tra le regioni in termini di personale: "Ho moderato una giornata in cui è intervenuto il dottor Domenico Sciabetta, al Forum di Bari, a ottobre, e ha raccontato perché il Veneto aveva avuto successo (poi in realtà le cose sono un po’ cambiate). Ha una asl di 900mila abitanti e ha detto che la chiave del successo sono state le Usca che hanno funzionato, la Cot la centrare operativa, e poi il tracciamento, l’assistente sanitario che improvvisamente è diventato merce preziosa. A ottobre noi ne avevamo 14. Loro ne avevano 120. Un esercito. Il nostro presidente, coadiuvato dal presidente della Campania, va dicendo da sempre che ci mancano dai 15mila ai 17mila addetti alla sanità in Puglia: vi garantisco che una quota importante manca a questa provincia". 

Il dg ha confermato che dal primo gennaio tutte le postazioni 118 saranno affidate a SanitaService "con un investimento imponente", completando il processo di internalizzazione: "Era un atto dovuto, è una restituzione a una popolazione professionale che si è davvero spesa".

Ha concluso con i suoi auguri per "un Natale della memoria": "Facciamo che sia sempre il tempo della memoria, che sia sempre Natale, per ricordarcene anche quando sarà tutto passato".  

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