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Tumore ai polmoni spietato 'big killer'. Il prof. Sollitto dei Riuniti di Foggia: "Il paziente non si sentirà mai abbandonato"

Il punto nel congresso organizzato per i prossimi 16 e 17 ottobre, a Palazzo Dogana, dal prof. Francesco Sollitto, direttore del Dipartimento cardio-toraco-vascolare del Riuniti, e della Sezione di Chirurgia toracica UniFg

I challenges attuali del tumore del polmone, early cancer e tumore negli stadi avanzati (certezze e prospettive future). Questo il tema del congresso organizzato per i prossimi venerdì 16 e sabato 17 ottobre, a Palazzo Dogana, a Foggia, dal prof. Francesco Sollitto, direttore del Dipartimento cardio-toraco-vascolare del Policlinico Riuniti di Foggia, e della Sezione di Chirurgia toracica della Università di Foggia

Si tratta di un evento scientifico ibrido, organizzato cioè sia in presenza che da remoto, e, nel pieno rispetto della normativa anti-Covid, prevederà in presenza un numero massimo di 50 partecipanti al fine di garantire il distanziamento. Il congresso si propone di sensibilizzare il personale medico che opera negli enti ospedalieri e sul territorio circa una tematica particolarmente attuale che è quella del cancro del polmone.

Purtroppo, l’attuale pandemia ha un po’ distolto l’attenzione del mondo sanitario dalle patologie oncologiche, a discapito delle campagne di prevenzione e del trattamento precoce, ma è necessario non perdere mai di vista il big killer, come è stato definito il cancro ai giorni nostri.

Il carcinoma polmonare è una patologia silente, diagnosticata spesso tardivamente a causa della scarsità e genericità dei sintomi, così da dare i primi segni in uno stadio talmente avanzato da impedire le cure più efficaci. In media, il tempo che intercorre dal momento in cui il paziente decide di rivolgersi all’ambulatorio del medico di base, al momento in cui viene ottenuta la diagnosi istologica di carcinoma, è di oltre 3 mesi.

Esso rappresenta oggi la prima causa di morte per neoplasia in tutto il mondo occidentale in entrambi i sessi, producendo più vittime del cancro del seno, del colon e della prostata messi insieme. Ogni giorno 100 italiani muoiono nel nostro Paese per carcinoma polmonare, rendendo i costi socio-economici e l’impatto sulle strutture sanitarie e sulle famiglie estremamente elevati.

Finalità del congresso è il coinvolgimento dei professionisti del settore, specialisti tra cui pneumologi e radiologi, medici di medicina generale ed infermieri. Il corso tratterà sia delle modalità di diagnosi precoce che delle possibilità terapeutiche, ove la chirurgia rimane il trattamento auspicabile, mentre le terapie mediche fungono da supporto e da integrazione.

L’evento focalizza l’attenzione su certezze e prospettive future circa le sfide attuali del tumore polmonare: da una parte il trattamento sempre meno invasivo degli stadi precoci e dall’altra la terapia multimodale sempre più spinta per gli stadi avanzati, per cercare di rendere l’incurabilità solo un vecchio ricordo.

Le relazioni riguarderanno l’epidemiologia e la prevenzione del cancro del polmone; le prospettive future in ambito terapeutico in relazione alle nuove scoperte di biologia molecolare; la clinica e i percorsi diagnostici, acquisiti ed emergenti, per questa neoplasia; le novità nella valutazione funzionale del paziente candidato alla terapia chirurgica; il trattamento chirurgico sempre più preciso e mininvasivo per gli stadi precoci; la chirurgia demolitiva per gli stadi avanzati; i trattamenti medici, in relazione sia a protocolli validati che a quelli sperimentali; le terapie palliative; le complicanze della malattia neoplastica e dei suoi trattamenti; le problematiche psicologiche e socio-assistenziali correlate.

La Struttura complessa di Chirurgia toracica ha sempre mostrato una costante attenzione alla formazione continua in medicina proponendo periodicamente incontri scientifici di aggiornamento e coinvolgendo i colleghi medici, ospedalieri, di medicina generale e del territorio”, spiega il prof. Francesco Sollitto. “La convinzione che spinge tale entusiasmo è il fatto che solo conoscendo gli ambiti di intervento dei colleghi di diverse specialità sarà possibile curare il paziente attraverso una collaborazione multidisciplinare e un continuum diagnostico-terapeutico per cui il paziente si potrà sentire totalmente preso in carico e mai solo o abbandonato”.

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