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Salute

"State umanizzando una società distratta". Il 'grazie' di Pelvi agli operatori sanitari: "Avete salvato l'Ual"

L'arcivescovo della Diocesi Foggia-Bovino, nel suo intervento di saluto alla Conferenza dei Servizi dell'Asl Foggia, ha espresso la sua riconoscenza ai "silenziosi artigiani della cultura della cura"

"Medici, paramedici e tutti gli operatori stanno umanizzando una società distratta, che troppo spesso lascia ai margini le persone più deboli e risponde a criteri di efficienza e di guadagno. L’Asl Foggia, al primo posto, mi pare abbia proprio l’esperienza di umanizzazione e riesce ad equilibrare anche le difficoltà di quadrare i bilanci, oggi una realtà abbastanza complessa". Sono le parole di Monsignor Vincenzo Pelvi, Arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino, nel suo intervento di saluto, particolarmente accorato e sentito, alla conferenza dei servizi dell'Asl di Foggia, per la prima volta chiusa e in streaming causa Covid. Nonostante il necessario filtro digitale e la distanza, la conversazione virtuale è stata permeata soprattutto dall'umanità. Il confronto, normalmente di natura più squisitamente tecnica, quest'anno ha rappresentato, in larga parte, un'apologia dell'impegno del personale sanitario, a tutti i livelli, trasformandosi in un tributo collettivo a quanti lottano contro il virus. 

L'arcivescovo ha voluto testimoniare, prima di tutto con la sua presenza, la riconoscenza, dal profondo del cuore, a medici, infermieri, operatori sanitari, "in prima linea nello svolgimento di un servizio che è diventato arduo e giustamente eroico", nel corso di mesi travagliati. "Sono stati segno visibile di umanità che scalda il cuore. Si sono allargate le pupille degli occhi, perché è il cuore che fa allargare le pupille dello sguardo. Tanti si sono ammalati, qualcuno è morto nell’esercizio della professione e lo voglio ricordare con voi con tanta gratitudine nella preghiera. Nel turbine di questa epidemia con effetti sconvolgenti, anche, direi, inaspettati, la presenza affidabile e generosa del personale medico e paramedico ha costituito il punto di riferimento sicuro prima di tutto per i malati, ma in maniera davvero speciale per i familiari che in questo caso non avevano la possibilità di fare visita ai loro cari e così hanno trovato negli operatori sanitari quasi delle persone di famiglia, capaci di unire alla competenza professionale quelle attenzioni che sono espressioni concrete di amore".

Sa bene quanti sacrifici e rinunce il mondo della sanità abbia vissuto, spesso senza farlo trasparire, e senza pretendere riconoscimenti. Ma rende un tributo ad ognuno di loro. Parole che, osserverà il direttore generale dell'Asl Foggia Vito Piazzolla, restituiscono a tutti il giusto riconoscimento.  

"Gli operatori dell’Asl Foggia hanno testimoniato la vicinanza a chi soffre, al di là della fede, qualcuno può dire la vicinanza di Dio - ha proseguito Monsignor Pelvi -. E sono stati silenziosi artigiani di una cultura che oggi possiamo chiamare la cultura della cura e della prossimità. Davanti alla singolarità di ogni situazione si richiede un continuo faticoso sforzo di attenzione alla singola persona, e questo mi pare la bellezza anche di quanto ho potuto sperimentare attraverso i colloqui con i direttori ma con tanto personale medico e sanitario, esperti in umanità, cioè chiamati non solo ad assolvere un compito lavorativo ma ad umanizzare una realtà distratta". 

La grande prova, è costretto ad annotarlo, non è ancora conclusa. Certo di interpretare anche i sentimenti dei cittadini più sensibili sente, però, sin da ora, di esprimere il suo sincero ringraziamento e apprezzamento per quanto hanno fatto gli operatori sanitari in questa situazione faticosa e complessa. "Anche se esausti, avete continuato a impegnarvi senza guardare orari, tempo che scorreva o alla stanchezza fisica e mentale. Vi siete impegnati con professionalità e abnegazione"

Lui stesso ha constatato di persona, "l'esperienza, la saggezza e la concretezza" del personale Asl e manifesta pubblicamente la sua gratitudine per quello che ha fatto per "tante realtà ecclesiali: mi riferisco anche a tutta la situazione dell’Ual, Unione Amici di Lourdes che veramente avete salvato da una situazione incerta e direi anche abbastanza delicata".

A Natale, il tempo delle feste, il suo appello è a non domandarsi cosa comprare, ma cosa si può dare agli altri. Assieme, non da soli, si può uscire da una crisi, "moralmente più forti. La crisi non deve smarrirci, spaventarci. Si usano troppe parole di sospensione, di timore, di incertezza, ma credo che la scienza veramente ci stia dando una mano e bisogna credere alla scienza non a tante sciocchezze che vengono fuori dai mezzi di comunicazione". A tal proposito, aggiungerà con un severo ammonimento finale: "Il mondo della sanità ha bisogno di rispetto, non si può essere così sciocchi da considerare untori quelli che sono stati definiti eroi in altri tempi". 

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