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Giovedì, 25 Aprile 2024

A Casa Sollievo la punta più avanzata della chirurgia mini-invasiva. Il direttore di Urologia: "Questo è il futuro"

E' la punta più avanzata della tecnologia mini-invasiva in circolazione: elimina il tremolio della mano, riduce il sanguinamento e l’impatto estetico delle incisioni, con meno rischi di infezione post-operatoria e tempi di degenza e recupero decisamente inferiori

Chirurgia mini-invasiva, a ‘Casa Sollievo’ anche la quarta serie del più evoluto robot chirurgico in circolazione. E’ l’ultima evoluzione del robot chirurgico ‘da Vinci’, installata da qualche settimana all’ospedale di San Giovanni Rotondo: denominata ‘Xi’, è la punta più avanzata della tecnologia mini-invasiva attualmente in circolazione. A pochi giorni dal collaudo, la piattaforma robotica è stata già utilizzata per diversi interventi chirurgici mini-invasivi. 

Il ‘da Vinci Xi’, come i suoi predecessori, è composto principalmente da 3 componenti: la console chirurgica, il carrello paziente e il carrello visione. Il primo è la centrale operativa del robot ed è collocata all’esterno del campo sterile, a pochi metri dal paziente. Tramite due manipolari, destro e sinistro, e la pedaliera, il chirurgo comanda da remoto l’endoscopio e gli strumenti chirurgici introdotti nel corpo del paziente. Il campo operatorio è visibile grazie ad un visore ad immersione che restituisce l’immagine anatomica tridimensionale e magnificata.

Il carrello paziente è composto da quattro braccia teleguidate dal chirurgo che esegue l’intervento, assistito dal secondo operatore, al quale spetta il compito di inserire gli strumenti nel paziente e curarne il posizionamento. Posteriormente al carrello, grazie ad un touchpad, si procede a settare il posizionamento delle braccia in base alla parte anatomica che sarà interessata dall’intervento: bocca, collo, torace, cuore, addominale superiore, addominale inferiore, rene e pelvi.

L’intervento viene proiettato sul terzo componente, il carrello visione, che ospita anche un elaboratore elettronico in grado di fondere immagini diagnostiche precaricate da sovrapporre con la parte anatomica su cu intervenire. Gli strumenti chirurgici del ‘da Vinci’ – tra cui quelli per afferrare, recidere, demolire, aspirare, irrigare, suturare –  sono denominanti EndoWrist, hanno un diametro di soli 8 mm e sono lunghi circa 60 cm. Grazie ad un componente meccanico che funge da polso, sono in grado di muoversi su 7 assi con una rotazione di quasi 360 gradi.

“Installando anche la quarta generazione del robot chirurgico possiamo proseguire un percorso innovativo che è iniziato nel febbraio del 2010, quando eravamo l’unico istituto ospedaliero del Centro Sud ad aver sviluppato una piattaforma robotica utilizzata da diverse unità operative”, ha spiegato Antonio Cisternino, direttore dell’Unità di Urologia di Casa Sollievo della Sofferenza (nel video). “Investendo nella robotica chirurgica, in questi 11 anni, abbiamo incrementato le competenze di chirurghi, anestesisti, strumentisti e infermieri di sala operatoria fino a formare un gruppo in grado di diventare punto di riferimento nel territorio per le metodiche di chirurgia mini-invasiva, sempre più richieste dai pazienti”.

“Solo in ambito urologico, ad esempio, basti pensare che ormai più del 90% delle prostatectomie sono realizzate col robot chirurgico, con ottimi risultati. È fondamentale proseguire su questa strada poiché aumentano sempre di più le indicazioni ad intervenire chirurgicamente con il robot, per diverse patologie ed in diverse specialità. E poi perché, in un futuro non proprio lontano, quando la telemedicina avrà preso finalmente piede, con queste tecnologie e sistemi di connessione dati ad elevata capacità, potremmo persino eseguire interventi chirurgici col paziente a distanza di diversi chilometri”.

I vantaggi di questa tecnologia sono numerosi, sia per i chirurghi  ma soprattutto per i pazienti: il gesto chirurgico è più preciso, si riduce il sanguinamento e l’impatto estetico delle incisioni; diminuiscono i rischi di infezione post-operatoria, con tempi di degenza e recupero decisamente inferiori. Ad oggi, il robot ‘da Vinci’ viene utilizzato dalle Unità di Urologia, Ginecologia, Chirurgia Addominale, Chirurgia Toracica e Otorino-Maxillofacciale, ma esistono già manifestazioni di interesse da parte della Cardiochirurgia e della Chirurgia Senologica.

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