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Salute Lucera

Alzheimer, 5mila casi nel Foggiano: così Lucera si dota di un centro per pazienti affetti dal morbo

L'area del subappennino si è dotato di un centro con sede a Lucera in piazza San Giacomo, grazie alla Cooperativa Sociale Onlus Keres


I dati diffusi dalla Federazione Alzheimer Italia parlano chiaro: nel nostro paese oltre 1 milione e 200mila persone sono affette da questo morbo, e la Puglia si assesta, purtroppo, fra le prime regioni in questa triste classifica, con oltre 70mila casi. In provincia di Foggia si superano abbondantemente i 5000 casi.

Ecco perché sempre più esigente era la necessità che anche i Monti Dauni potessero usufruire di un centro alzheimer. E finalmente dalla scorsa settimana anche l'area del subappennino si è dotato di un centro con sede a Lucera in piazza San Giacomo, grazie alla Cooperativa Sociale Onlus Keres.

“Il centro diurno non farmacologico - ha dichiarato il presidente della coop. Mario Ricotta - è nato dall’esigenza di realizzare un modello assistenziale qualificato per pazienti affetti da morbo di Alzheimer. Il Centro, “Il Tempio dei Ricordi”, appena inaugurato..”ha l’obiettivo – ha ribadito ancora Ricotta - di dare una risposta concreta ai sempre più complessi bisogni assistenziali, assicurando alla persona una condizione di vita il più possibile dignitosa, mediante la promozione ed il sostegno all’autonomia, evitando quanto più possibile situazioni di emarginazione sociale e di allontanamento dal proprio contesto familiare”.

“Essenziale – ha sottolineato il direttore sanitario del centro, dott.ssa Elena Carapelle -  è il supporto offerto alla famiglia e alla rete parentale; sollevando i familiari e/o i caregiver dal peso assistenziale, con approcci psico-educativi, che consente e si assicura, attraverso l’équipe multidisciplinare del Centro,  il sostegno necessario per portare avanti in modo sostenibile la cura della persona”.

Il centro diurno, grazie allo studio del prof. Ivo Cilesi, pedagogista e psicoterapeuta specializzato in terapie per le cosiddette “Malattie Sociali”, ha inserito all’interno l’utilizzo di terapie non farmacologiche (TNF) “..che consistono - ha detto il prof. Cilesi - nell’impiego di tecniche utili a rallentare il declino cognitivo e funzionale, controllare i disturbi del comportamento e compensare le disabilità causate dalla malattia, favorendo sensibili diminuzioni del carico farmacologico che viene somministrato al paziente: il loro ruolo è, quindi, di supporto e non sostitutivo delle terapie farmacologiche. Doll Therapy che, tramite l’utilizzo di una bambola da accudire, favorisce l’attivazione della memoria, mentre la Musicoterapia è in grado di rievocare emozioni e reminiscenze agevolando le relazioni col presente.; Arteterapia, che va a stimolare la creatività del paziente, sperimentando diversi materiali artistici per esprimere sentimenti, pensieri, ricordi;

La Terapia del Treno agisce sui disturbi comportamentali, stimolando i rapporti, le relazioni, gli incontri, creando momenti di socialità. ll Gioco della Sabbia è il metodo  di una originale applicazione del pensiero; attraverso la rappresentazione scenica il paziente descriverà prima o poi, ciò che ha difficoltà ad esprimere”. Il Centro pianifica le attività diversificandole in base alle esigenze dell’utenza e assicura una continuità assistenziale per 8 ore al giorno (dalle 8:30 alle 18:30) per sei giorni settimanali, dal lunedì al sabato escluso giorni festivi infrasettimanali.  L’orario di ingresso e uscita è flessibile, viene concordato con le famiglie e secondo le esigenze del paziente.

Incisivo anche l’intervento della dott.ssa Katia Pinto, vice Presidente Nazionale dell’Associazione Alzheimer Italia, la quale ha evidenziato, che con questi numeri che si moltiplicano in maniera esponenziale di anno in anno, “.. con una costanza paurosa, sarebbe auspicabile un maggior intervento dello Stato, per aiutare il paziente e soprattutto la famiglia che da questa malattia viene travolta dal punto di vista psicologico ed economico”. Riflessione rimarcata dallo stesso Direttore Sanitario dell’Ospedale Lastarìa di Lucera, Franco Demarzio, che riportando la propria testimonianza diretta, avendo vissuto il dramma del morbo attraverso la madre, ci ha tenuto a ribadire quali siano le difficoltà di un malato d’Alzheimer e di una famiglia costretti a rivedere un intero sistema collettivo, dove spesso viene a mancare un apporto della Sanità Pubblica, che deve assolutamente collaborare con la Sanità Privata, affinché le “malattie sociali”, vengano supportate in maniera adeguata da un intero territorio, evitando abbandoni in lungodegenza del malato, senza terapie appropriate, che la Sanità Pubblica non può affrontare. “ Dunque ben vengano iniziative di tal genere – ha affermato l’assessore regionale, Raffaele Piemontese- affinché la Regione, come in questo caso, possa essere vicina con appropriati bandi perché il Privato coadiuvi la Sanità Privata, con Centri per malattie della demenza e più in genere degenerative, che supportino il paziente e la famiglia. “ Noi saremo sempre pronti a rispondere a tali inziative lodevoli- ha concluso Piemontese- e a cercare di intrecciare sempre meglio le maglie di una Sanità che faccia Sistema a favore del malato”.

Infine, orgoglioso l’intervento del Presidente di Federsanità Confcooperative regionale, Mauro Abate, il quale ha evidenziato sotto la “lente d’ingrandimento” l’attuale sistema sanitario regionale, che sicuramente sta camminando nella giusta direzione, ma che ha bisogno ancora di alcune riforme, per facilitare il buon uso della cooperazione nel settore Sanità, ..”che tanto ha bisogno di iniziative come questa della nostra associata Keres, e delle tante altre estese per tutto il territorio regionale, e che esprimono al meglio l’azione collaborativa e professionale della Sanità Privata in Puglia”.

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