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Salute

La 'Banca del Cordone' dell'ospedale di San Pio che ha salvato decine di vite in tutto il mondo

Dal 2007 (quando venne istituita presso l’ospedale di San Giovanni  Rotondo) al 2021, la Banca del Cordone ha raccolto 19mila sacche, creando un’opportunità di vita - altrimenti inesistente - in alcuni casi, soprattutto neonatale, o di interventi di chirurgia rigenerativa

“Da non crederci. Ecco la storia: le mamme vogliono donare il sangue cordonale, la Regione paga per questa attività quasi un milione e 400mila euro, la banca cordonale della Casa Sollievo della Sofferenza funziona benissimo, ma i punti nascita o non collaborano oppure non sono autorizzati. In sintesi, paghiamo ogni anno per l’attività ma non raccogliamo il cordone. Sarà una battaglia nel nome di Cloe. La sua mamma voleva donare il suo cordone, ma si scontrava con la mancata inclusione del punto nascita di Monopoli nel programma. Cloe è morta durante il parto, ma ci ha lasciato un impegno che manterremo.” Lo dichiara il presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati. “Nel 2009 si registravano 2045 donazioni, scese nel 2019 a 925 e nel 2021 a 329. L’importanza della donazione consiste nella cura di gravissime malattie, attraverso il sangue cordonale con alto criterio di qualità (cellularità superiore a un miliardo e 200mila cellule) e nelle destinazioni alternative del cordone con bassa cellularità, ossia ulcere e in particolare quelle del piede diabetico, ulcere corneali, deiescenze sternali ed emazie cordonali. Dal 2008 al 2021, la Banca cordonale ha ceduto 23 unità di sangue cordonale e per 10 pazienti si è registrata la remissione completa. Anche per una sola vita salvata, vale la pena intensificare la donazione e la raccolta, e per questo troveremo il rimedio per riportare la donazione almeno ai livelli del 2009.”

Dal 2007 (quando venne istituita presso l’ospedale di San Giovanni  Rotondo) al 2021, la Banca del Cordone ha raccolto 19mila sacche, creando un’opportunità di vita - altrimenti inesistente - in alcuni casi, soprattutto neonatale, o di interventi di chirurgia rigenerativa. Vi attingono da moltissimi Paesi tra europei ed extraeuropei, con una sopravvivenza superiore al 50%. Dato  assai significativo tenendo presente che la compatibilità tra ricevente e donatore è di 1:100.000. Fondamentale, per il dott. Santodirocco informare, con apposite campagne di comunicazione,  tutte le donne in stato di gravidanza, sull’importanza del donare il sangue cordonale. Mantenere una Banca del Cordone costa assai meno, in base alle ultime stime prodotte da specifici studi statunitensi, delle cure necessarie a mantenere in vita una persona trapiantata, oltre che a risultare  assai meno invasiva.  

Il 4 maggio del 2018, un’unità di sangue era partita con una spedizione aerea verso gli Stati Uniti d’America, destinazione Seattle, nello Stato di Washington, per essere trapiantata su un paziente adulto affetto da leucemia acuta mieiloide. Fino a quella data erano 15 le unità di sangue cordonale cedute agli ospedali di tutto il mondo a scopo di trapianto.

“La Banca Cordonale di Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo è l’esempio di ciò che significa eccellenza. Tuttavia è necessario porre in essere azioni concrete per implementare e rilanciare un potenziale eccezionale, imprescindibile per salvare vite e per migliorare la salute di tante persone che, altrimenti, sarebbero costrette a non avere speranze”. Lo affermano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Luigi Caroli e Giannicola De Leonardis, a margine dell’audizione svoltasi stamane in Prima Commissione a Bari, alla quale hanno preso parte il direttore medico della Banca Cordonale, Michele Santodirocco e il responsabile di Medicina trasfusionale di Casa Sollievo, Giuseppe Fania. “Abbiamo avuto modo di ascoltare con grande attenzione le precise e puntuali informazioni che ci sono state fornite circa questo fondamentale servizio, cogliendo quelle che potrebbero essere le soluzioni strategiche che la Regione Puglia può e deve trovare per rilanciare le attività della Banca Cordonale. Istituita nel 2007 ed entrata a regime nel 2009, la Banca si occupa del bancaggio, previa raccolta dagli attuali 16 punti nascita sul territorio regionale (su più di 40 presenti), del sangue cordonale. Punti nascita che andrebbero decisamente implementati, superando i limiti freddamente statistici del numero di nascite annuali che stabiliscono se una determinata struttura può o non può essere un punto di raccolta. Si dovrebbe poter avere la possibilità di donare il proprio cordone ombelicale in qualsiasi struttura ospedaliera avvenga il parto”. 

I due esponenti meloniani si soffermano sui dati: “La Banca di San Giovanni Rotondo è una delle 18 realtà presenti nel panorama nazionale, la maggior parte delle quali, peraltro, presenti nel Centro-Nord. Dal 2008 al 2021 ha raccolto ben 19mila sacche e ne ha bancate 1800 con 290 raccolte dedicate. Le unità non bancate vengono utilizzate con scopi alternativi: la creazione di gel piastrinico, la creazione di collirio oftalmico e la trasfusione con emazie cordonali. La Banca può contare su una sala criogenica che conta ben 13 criocontenitori di azoto liquido per la conservazione. Grazie all’attività della banca, ma soprattutto grazie alle donazioni della mamme pugliesi, la Banca è stata in grado di cedere ben 23 unità di cellule staminali da cordone in varie parti del mondo. Un numero non risibile perché per trovare una compatibilità tra un paziente in attesa di trapianto e un donatore c’è una probabilità di 1 a centomila. E più del 50% dei pazienti trapiantati sono viventi e non avevano quasi nessuna possibilità di farcela. Di tutta evidenza che ci troviamo di fronte a un autentico fiore all’occhiello nell’ambito della sanità pugliese e italiana”.

De Leonardis e Caroli evidenziano: “In Italia non è consentita la conservazione per uso unicamente autologo, cioè personale del sangue del cordone ombelicale, tranne quando, tra i consanguinei del nascituro, vi sia una patologia per la quale è riconosciuto clinicamente valido ed appropriato l'utilizzo terapeutico delle cellule staminali del sangue da cordone ombelicale. Tuttavia è possibile la conservazione in una banca estera, a pagamento. Un dato che, negli ultimi anni, ha fatto perdere colpi alla raccolta tradizionale in non pochi punti nascita. Mancata formazione di nuovo personale ostetrico deputato a questa tipologia di attività, maggiore attività di sensibilizzazione da parte dei ginecologi nei confronti delle coppie ad optare per l’autologa verso banche private estere, assieme a maggiori risorse economiche che la Regione Puglia potrebbe stanziare per le attività della Banca, sono tra i maggiori problemi che l’assessorato regionale alla Sanità è chiamato a risolvere. Sarebbe stata estremamente utile la presenza dell’assessore Palese e del direttore di dipartimento all’audizione di questa mattina. Ci aspettiamo che questa ci sia nell’audizione di lunedì prossimo, dove si tornerà a parlare di questo delicato tema. Rispetto al quale, oltre che la presenza fisica, ci aspettiamo interventi strutturali e di rapida operatività”.

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