La notte di Landella, la felicità di Iaccarino, la città tradita e ferita
Due anni fa la riconferma di Franco Landella sindaco di Foggia. Due anni dopo l'arresto di sindaco e consiglieri comunali. Il sogno tradito, la città ferita.
Sono trascorsi due anni esatti dalla notte in cui Franco Landella festeggiò la riconquista di Foggia, prima nel quartier generale di via Bari - dove ad attenderlo c’erano centinaia di persone - poi nell’aula consiliare di Palazzo di Città, dove i festeggiamenti proseguirono fino a tarda notte.
Tra baci, abbracci e lacrime di gioia (il video), l'ex primo cittadino rivendicò l'affermazione elettorale "contro l’odio, il fango, i denigratori e calunniatori", sottolineando che quella era stata la vittoria "dell'amore sull'odio" "del sogno e del progetto" contro chi, a suo dire, si era messo insieme "per demolire e non per ricostruire".
730 notti dopo, non vi è traccia di quel progetto, mentre il sogno - che si è trasformato in un incubo per i foggiani - con il trascorrere del tempo si è rivelato in tutta la sua spregiudicatezza: un sistema di gravi interessi e guerre personali. Di tangenti, corruzione e concussione.
Nella notte tra il 9 e il 10 giugno, c’erano tutti, anche quelli che poi sarebbero stati arrestati e indagati. C'erano tifosi, ottimisti o persone semplicemente inconsapevoli della brutta piega che avrebbe preso la città, non solo per l'emergenza sanitaria da Covid-19.
Foggia verrà infatti tramortita da una lunga serie di gravi accadimenti culminati con gli arresti di sindaco, imprenditori e consiglieri comunali il 21 maggio di quest'anno.
Sembra ieri, ma sono trascorsi ben due anni da quando nel quartier generale di via Bari, a tarda ora, Landella fu accolto dai suoi sostenitori come una star: fuochi pirotecnici, fumogeni e cori da stadio (la diretta).
Nel segno di Sant’Antonio, al quale l'ex sindaco ha sempre detto di dovere la vita, la 'Foggia vince' l'aveva appena spuntata al ballottaggio sul centrosinistra allargato con dentro tanti ex alleati.
Landella era uscito rafforzato, legittimato da una affermazione avvenuta un po' a sorpresa, se è vero, come è vero, che fino a pochi mesi prima in pochi avrebbero puntato un centesimo sulla sua riconferma.
Due anni dopo Foggia perderà la faccia, i foggiani la fiducia e speranza.
Quella notte da ‘Campioni del Mondo’, c’era anche lui, Leonardo Iaccarino, il numero due, l’avversario che Landella aveva già battuto alle primarie, ma che non aveva mai del tutto abbandonato il sogno di voler indossare la fascia tricolore della sua città.
Lui, vigile del fuoco oggi interdetto dai pubblici uffici per 12 mesi, è tornato libero nello stesso giorno di due anni fa, quando forte delle sue 1500 preferenze, si precipitò in via Bari e in un bagno di folla incoronò prima il centrodestra: "La città è viva, la città ha bisogno ancora di programmi, la città ha bisogno di essere gestita ed amministrata soprattutto dal centrodestra".
Poi Landella, che aveva atteso tra la folla come un elettore qualunque.
Sapendo già che dal giorno successivo avrebbe rivendicato la presidenza del Consiglio comunale, mister preferenze utilizzò parole al miele: "In maniera leale, corretta, l’ho sfidato alle primarie. Ho perso, l’ho sostenuto in questa campagna elettorale così come farebbe una persona leale”.
Di quella notte stellata, illuminata dai fuochi d’artificio, trascorsa fino all’alba a saltellare contro Bari ed Emiliano, non resterà che il ricordo di una città spaccata in due, tra chi sognava un'altra Foggia e chi avvertiva già che qualcosa sarebbe andato storto.
E così è stato.