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Anziani sempre più soli e vittime di violenza: "Abusi silenziosi, è emergenza"

La nota del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia: "I dati europei parlano di circa 37 milioni di anziani che hanno subito una qualche forma di violenza. Ciò che noi auspichiamo è che la giustizia faccia il suo decorso"

“Quanto accaduto all’anziana signora, qualche giorno fa’, a San Severo, non è accettabile e non deve essere visto come la normalità. Le ripetute violenze subite dal nipote per poterle estorcere denaro e che hanno spinto la donna a denunciare più volte il suo aguzzino, sono la fotografia di un degrado sociale diffuso". L'allarme viene lanciato, attraverso una nota congiunta, del Coordinatore Nazionale del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia, Cinzia Pellegrino, e di Antonella Zuppa, referente per Foggia e Provincia.

Violenze sugli anziani, un'emergenza

"Questo non resta un caso isolato. Le cronache degli ultimi anni hanno messo in risalto un importante  aspetto: quello triste dei maltrattamenti nei confronti degli anziani. Nel 2002 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) elaborò il primo Rapporto mondiale su violenza e salute, dedicando un ampio capitolo alla violenza contro chi appartiene alla terza età . Quest’ultima fattispecie è in forte incremento dato l’aumento della popolazione mondiale anziana". Nonostante ciò, però, i dati degli abusi sono celati e molto spesso non si ha la vera percezione del fenomeno. In Italia, ad esempio, ci sono pochi studi di settore e le ultime ricerche indicano percentuali molto basse 4%-6%.

Abusi silenzioni, restano tra le mura di casa

"Si tratta, purtroppo, di una violenza silenziosa che non fa’ scalpore e rimane intrappolata tra le mura domestiche. A volte per timore, altre perché abbandonati a se stessi, i nostri anziani non hanno la possibilità e la forza di reagire. I dati europei parlano di circa 37 milioni di essi che hanno subito una qualche forma di violenza. Ciò che noi auspichiamo è innanzitutto che la giustizia faccia il suo decorso e che ci sia la certezza della pena; confidiamo nell’attività dei magistrati e delle forze di polizia. Pretendiamo, poi, che le istituzioni rivolgano la loro attenzione alla quotidianità dei nostri “nonni” per evitare che questi episodi diventino consuetudine.”

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