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Apricena, Ferullo a Pasqua: “Nessuna violazione, valuterò se adire le vie legali”

L’ex presidente del Consiglio Comunale: “Non c’è stata nessuna violazione del protocollo comunale. Dopo le sue dichiarazioni, sto valutando se perseguire le vie legali ”

Non si placano le polemiche nella città del marmo e della pietra, dove a pochi giorni dalla caduta dell’amministrazione targata Potenza, prosegue il muro contro muro tra i sostenitori dell’ex primo cittadino e i nove consiglieri di maggioranza e opposizione che hanno determinato lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale. A parlare, questa volta, è Vincenzo Ferullo, ex presidente del Consiglio comunale di Apricena, che replica alle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dall’ex candidato sindaco e consigliere comunale del PD, Tommaso Pasqua.

A seguito delle accuse false, infamanti e offensive rese dall’ex consigliere Tommaso Pasqua, a mezzo di stampa e televisione, all’operato del Presidente del Consiglio, mi sento in dovere, nella correttezza ed equità che mi contraddistingue, e che ha contraddistinto il mio mandato, di portare a conoscenza della cittadinanza i fatti avvenuti. In relazione alle presunte “violazioni del protocollo del comune” operate, stando a quanto sostiene Pasqua, dal Presidente del Consiglio Comunale si deve replicare che non c’è stata nessuna violazione, come ben spiega la legge. Infatti, l’art. 38, comma 8, del DLgs 267/2000 nel testo attualmente in vigore recita:

Le dimissioni dalla carica di consigliere, indirizzate al rispettivo consiglio, devono essere presentate personalmente ed assunte immediatamente al protocollo dell'ente nell'ordine temporale di presentazione. Le dimissioni non presentate personalmente devono essere autenticate ed inoltrate al protocollo per il tramite di persona delegata con atto autenticato in data non anteriore a cinque giorni. Esse sono irrevocabili, non necessitano di presa d'atto e sono immediatamente efficaci. Il consiglio, entro e non oltre dieci giorni, deve procedere alla surroga dei consiglieri dimissionari, con separate deliberazioni, seguendo l'ordine di presentazione delle dimissioni quale risulta dal protocollo. Non si fa luogo alla surroga qualora, ricorrendone i presupposti, si debba procedere allo scioglimento del consiglio a norma dell'articolo 141.”

Quando il consigliere Grimaldi ha rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente del Consiglio ricorreva, come stabilito quindi dalla legge, l’obbligo della immediata assunzione al protocollo. Il presidente del Consiglio, nel caso di specie, ha raccolto difatti la gravità della circostanza che ha indotto il consigliere alle dimissioni individuali ed ha ritenuto, nel rispetto del ruolo di rappresentanza del Consiglio Comunale, di procedere con la massima celerità chiedendo ad uno dei dipendenti abilitati alle accettazioni di protocollo di effettuare prestazione di lavoro straordinario in accordo con il diretto responsabile del servizio.

Riguardo all’orario, la norma non stabilisce limiti temporali e pertanto non si può parlare né di violazioni né di infrazioni come invece è stato paventato in malafede dal signor Pasqua. Infatti il Prefetto, informato dei fatti, ha ritenuto legittima la convocazione del Consiglio Comunale e ne ha consentito il normale svolgimento.

La decisione di procedere con celerità è stata comunque mirata a salvaguardare l’amministrazione da effetti perentoriamente irrevocabili quali lo scioglimento del Consiglio (che avrebbe portato al commissariamento del Comune), consentendo ai consiglieri, comunque, una ulteriore fase di riflessione prima di assumere soluzioni definitive. In questo il presidente è stato sollecitato dallo stesso consigliere dimissionario che stava cercando di assumere posizione separata dai restanti componenti.

In ogni caso, i provvedimenti non hanno impedito ai consiglieri di perseverare nella loro posizione e di ottenere lo scioglimento dell’organo. Questa precisazione era dovuta in primis ai cittadini di Apricena, che meritano chiarezza e completezza di informazione per poter ricostruire, serenamente, le ultime concitate vicende dell’Amministrazione. Anche se, viste le reazioni avute dagli apricenesi in questi giorni non verso chi amministrava, ma nei confronti di chi, dimettendosi, ha provocato lo scioglimento del Consiglio, pare che le dinamiche siano già ben chiare.

Sono sicuro che la parte politica avversa giammai avrà il coraggio politico e umano di chiedere pubblicamente scusa alla mia persona anche per la veste istituzionale ricoperta. E vista comunque la gravità delle accuse che il signor Pasqua ha fatto non nei miei confronti, ma al Presidente del Consiglio nel pieno della sua carica istituzionale, appellandolo come “ladro” nonché utilizzando altri epiteti ingiuriosi, mi riservo di perseguire le vie legali a tutela della vera legalità. 

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