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Verifica politica al palo, aut aut di SEL. UdCap: “Minacce strumentali”

Mongelli non scioglie la riserva sulla giunta bis. Lunedì si va in aula. I vendoliani: "Azzerare l'esecutivo o noi fuori". Grassi: "Sbagliato, giunta da confermare. Chiudiamo a fine a mese". E salutano Lambresa

Lunedì si va in aula per il riequilibrio di bilancio ma la verifica politica al Comune di Foggia resta ancora ferma al palo. Terminato il giro di consultazioni con le forze di maggioranza, il sindaco Gianni Mongelli non ha ancora sciolto la riserva sulla nuova giunta e la maggioranza che lo accompagnerà nell’annunciata “fase 2” del suo mandato.

Eppure i tempi avrebbero dovuto esser brevi. “Prima del riequilibrio” si disse, nel tentativo di placare i malumori dei gruppi consiliari e serrare le fila sul voto al bilancio di previsione lo scorso 14 settembre. La quadra, tuttavia, non è ancora stata trovata. Né è chiaro se si andrà verso un rimpasto, un azzeramento dell’attuale giunta o, piuttosto, verso una mera sostituzione della caselle rimaste vacanti: la Cultura, lasciata dal compianto Laricchiuta, e le deleghe del vicesindaco dimissionario, Lucia Lambresa (anche qui, ancora da sciogliere il nodo su un suo eventuale rientro). 

Il metodo degli incontri bilaterali, in cui ogni partito (o fazione di partito) ha avanzato la propria personale richiesta, non ha dato frutti ad oggi. E le cose rischiano di complicarsi. Sbotta infatti la SEL. E’ proprio il partito di Vendola, da sempre strenuo sostenitore del sindaco Mongelli, a lanciare l’aut aut: “La serie di consultazioni non ha prodotto al momento risultati degni di nota. I partiti e le loro segreterie continuano a trincerarsi dietro la difesa delle posizioni acquisite, vanificando di fatto ogni tentativo di rinnovamento dell’esecutivoscrivono il segretario cittadino Pierluigi Del Carmine e il consigliere Leonardo De Santis, che attaccano: “Subito l’azzeramento dell’attuale giunta che non risponde più alle legittime aspettative dei cittadini. O ci defileremo da questa maggioranza nella quale fatichiamo a riconoscerci giorno dopo giorno”. Nel mirino finiscono quasi tutti i partners di coalizione, “partiti, e segreterie, imbrigliati da conflittualità interne, da assurde strategie di conservazione degli incarichi, da quella stessa visione miope che ha determinato lo sfascio prodotto dell’amministrazione Ciliberti; quegli stessi partiti che senza il valore aggiunto del sindaco Mongelli ora sarebbero stati cancellati dalla vita politica locale e che invece ora si arrogano il diritto di dettare i tempi di un’amministrazione ancora vincolata dai disastri del passato”.

Un affondo durissimo, che spara a zero contro il Pd, alle prese con la battaglia intestina tra AreaDem che chiede spazio in giunta (e che da Sel incassa un forte assist) e la segreteria cittadina che vorrebbe, invece, conservare lo status quo. Al pari di Socialisti e Unione di Capitanata. Partners che, per contro, a Sel non le mandano di certo a dire: “Si ricordino – dice il capogruppo UdCap Alfredo Grassi a Foggiatoday - che la Sel non ha neanche partecipato alla competizione elettorale. Il gruppo è nato dopo. E non ha neanche eccelso per coerenza rispetto ai provvedimenti assunti dall’amministrazione. E’ chiaro – conclude - che è solo un modo per avere voce in capitolo e spazio in giunta”. Spazio che, a detta di Grassi, non c’è: “Sono sicuro che gli assessori, anche i nostri, verranno riconfermati. Hanno lavorato bene in una situazione di emergenza. Ci sarà con tutta probabilità un giro di deleghe e le nomine del solo assessore alla Cultura e del vicesindaco, visto che l’abbandono di Lambresa sembra ormai definitivo. E stando così le cose il vicesindaco spetta a noi”. Il nome già c’è: Pasquale Pellegrino, assessore alle Politiche sociali e cimiteriali. E un termine: “Probabilmente chiuderemo entro fine mese” continua Grassi, che rimarca: “Il Patto del 2009 è vivo e vegeto. Non è di certo un’esclusiva Lambresa. Ma degli uomini che hanno partecipato a quella competizione elettorale”. 

La pasionaria - intervistata da FoggiaToday - dal canto suo prende atto e si rivolge al sindaco: “E’ tempo di parole chiare” dice. Mentre sullo sfondo resta in tutta la sua imponenza il nodo delle aziende comunali: anche qui divisioni tra chi vorrebbe confermare gli amministratori unici (Sel chiede anche l’azzeramento del management di Amica) e chi  (la stragrande maggioranza) vorrebbe invece il ritorno dei cda politici. Sulle frequenze dei vendoliani gli scissionisti di Socialismo Dauno. “Sono gli unici  a supportare con noi una richiesta di rinnovamento” dichiara Del Carmine. A rischio il voto di lunedì? “Forse” avverte ancora. Certo, la seconda convocazione con cui si va in aula permette numeri di gran lunga più piccoli.

Ma a questo punto per Palazzo di Città non è questione numerica. Ma di sostanza. Politica e programmatica.

 

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