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La verifica politica si complica: Landella non cede ai Fratelli d'Italia su Amorese. Di Gioia: "Resto all'opposizione"

Difficile contemperare le richieste dei partiti e dei gruppi consiliari. I tempi per il rimpasto potrebbero dilatarsi. Di certo, non entrerà in maggioranza Leonardo Di Gioia

È più complicata del previsto la verifica politica al Comune di Foggia. Altro che "settimanella", previsione evidentemente ottimistica circolata dopo la prima riunione del sindaco Franco Landella con i partiti del 7 ottobre scorso. Da allora sono partite ufficialmente le interlocuzioni, ma da qualche parte devono essersi inceppate. Roteano tutti l'indice per aria, ma pare che le trattative si siano arenate sul nome di Claudio Amorese. Il sindaco avrebbe, per dirla con un eufemismo, qualche remora ad accogliere la richiesta di Fratelli d'Italia, che appare irremovibile sul ritorno dell'ex assessore al Servizio Integrato Attività Economiche, ostracizzato per la sua parentela.

Facendo un passo indietro, Longo è stato eletto nella lista di Forza Italia poi, a novembre, era passato a Fratelli d'Italia, preludio alla candidatura alle elezioni regionali, alternativa a quella di Michaela Di Donna. Si è smarcato, così, dal gruppo che sosteneva la cognata del sindaco, nel caso di una sua candidatura, e avrebbe persino contribuito a sbarrarle la strada nel nuovo partito d'appartenenza, stando ai rumors della campagna elettorale.

Oggi riaffiorano le ruggini. È una questione di principio, ma si traduce in un niet al partito, che sarebbe compatto, se non fosse per la componente rappresentata da Ciccio D'Emilio, che spingerebbe per trasferire addirittura il caso ai piani alti. Il partito ha messo sul tavolo anche la conferma di Matteo De Martino, attuale assessore all'Ambiente, e della presidenza dell'Ataf, oggi ricoperta da uno dei coordinatori provinciali, Giandonato La Salandra, che ha appena chiuso la difficile partita con i sindacati. Fratelli d'Italia punta anche a una posizione nell'Amiu. Forza Italia reclama la rappresentanza in Giunta con un assessorato e magari un posto nei consigli di amministrazione. 

All'infuori dei partiti organizzati, pare che gli altri non vogliano contentini. Il sindaco Franco Landella ha incontrato anche gli indipendenti e gli altri gruppi consiliari. Le deleghe consiliari non rientrano tra gli oggetti del desiderio. "Pieni poteri" è il mantra, altrimenti il gioco non vale la candela. Pare ambiscano, piuttosto, a mini assessorati. Almeno fino all'anno prossimo non si riuscirebbe ad intervenire nemmeno sulle ex munipalizzate.

E allora potrebbe essere una verifica a puntate. Anche perché, a conti fatti, con la galassia di gruppi consiliari della maggioranza, sembrano esserci più pretendenti che caselle da riempire. Non è perfettamente chiara neanche l'attuale geografia politica della giunta. A parte il vicesindaco Francesco Paolo La Torre e l'assessore alle Politiche Sociali Raffaella Vacca non si capisce se altri componenti abbiano aderito alla Lega. È improbabile che la vicesindacatura possa coincidere con il partito del sindaco.  

Non entrerà in maggioranza Leonardo Di Gioia. Alla luce della sua candidatura alle Regionali nella lista di Forza Italia in virtù di un accordo con Noi con l'Italia e anche dell'ultimo comunicato stampa congiunto delle opposizioni in cui non figurava il suo nome era legittimo domandarsi quale fosse la sua posizione al Comune di Foggia. Lui risponde telegrafico: "Resto all'opposizione".

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