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Teatro Giordano, il Comune difende la proposta di transazione: “Siamo stati semplici passacarte”

Cangelli: "Non c'è stata discrezionalità da parte dell'ente, transare è un obbligo che ci deriva dalla Corte dei Conti". Landella sugli indagati: "Tutti vicini all'apparato del centrosinistra"

La proposta di transazione con la Raco srl è un atto dovuto di questa amministrazione, asettico, scevro da qualsivoglia volontà politica, sulla quale dovrà esprimersi il consiglio comunale, al quale verranno forniti tutti gli elementi di valutazione, compresi i nuovi scenari giudiziari aperti dalla Procura di Foggia". Lo ripete all'infinito l'assessore al Legale e Contenzioso Sergio Cangelli nella conferenza stampa convocata dal sindaco Landella all'indomani della chiusura delle indagini sui lavori di restauro del Teatro Umberto Giordano che coinvolgono cinque persone per truffa e falso in concorso.

Il nesso appena enunciato non è di poco conto e dà la misura della considerazione che il primo cittadino ha delle recenti denunce sulla vicenda mosse tanto dalla sua maggioranza col consigliere Mainiero (sul quale pende una minaccia di querela del dirigente dell'Avvocatura Domenico Dragonetti per avere, il consigliere, paventato un "patrocinio infedele" del Comune nella causa civile in corso) che, a ruota, dall'opposizione col capogruppo del Pane e Le Rose, Augusto Marasco.

Il sindaco, infatti, chiarisce subito: "non è una conferenza di replica a nessuno", e stigmatizza il tutto come nient'altro che "chiacchiericci che tentano di spostare l'attenzione" rispetto alle "vere responsabilità della vergogna Giordano, interamente imputabile alla nefasta amministrazione di centrosinistra che deve chieder scusa alla città".

Di più: "se non fosse stato per il mio impegno e la mia testardaggine – rivendica - il Teatro non sarebbe stato aperto" e non si risparmia in fendenti neanche rispetto alla vicinanza politica degli indagati (Giuseppe Casolaro, responsabile unico del procedimento e di direttore dei lavori, Gaetano Centra, addetto al collaudo tecnico-amministrativo in corso d'opera;  Francesco Paolo Lepore, addetto alla contabilizzazione dei lavori appaltati; Salvatore Raspatelli, legale rappresentante della Ra.Co. Costruzioni S.r.l., e Gianluigi Raspatelli amministratore unico e procuratore speciale della ditta). Tutti vicini all'apparato del centrosinistra" affonda Landella, "è notorio chi la sera frequenta chi e ne condivide idee progettuali".

LA PROPOSTA DI TRANSAZIONE. Tocca all'assessore Cangelli chiarire, quindi, i termini della famigerata proposta di transazione da oltre 2 milioni di euro tra l'amministrazione e la ditta che si occupò dei lunghissimi lavori di restauro, la Raco srl; proposta che nel novembre scorso generò un moto di indignazione generale nell'opinione pubblica che lesse nella possibilità che la ditta pretendesse (e potesse prendere) ulteriore danaro dopo la scandalosa gestione dei lavori sul Teatro una vera e propria beffa, dopo aver subito anche il danno. "Di certo non c'è stata discrezionalità da parte dell'ente" sottolinea Cangelli. "Transare è un obbligo che ci deriva dalla Corte dei Conti – ribadisce - laddove ci esorta a transare rispetto a causa dove si prefigura una soccombenza in giudizio del Comune".

Ed il Comune, stando alle carte (false o meno, lo dirà l'inchiesta penale in corso), si troverebbe proprio (ed incredibilmente) in questa fattispecie. Il che gli consente di osservare a muso duro come sia "troppo facile dire oggi è colpa di chi ha falsificato: a prescindere da accertamenti penali, rispetto ai quali siamo pronti a costituirci parte civile, vi sono comunque gravi responsabilità nella gestione di questo appalto" sentenzia. Due questioni su tutte: carte dell'autorità di vigilanza alla mano, il collaudo inizia solo nel 2014 con un certificato di fine lavori risalente al 2009: perché? Subappalto viene fuori già nel 2008 ma viene rescisso nel 2013. Perché? "La transazione non fa cadere in prescrizione le responsabilità di dirigenti e politici che si sono macchiati di questa vicenda" gli fa eco Landella.

UN GUAZZABUGLIO IMMANE. Non è facile per fare l'excursus che ha condotto a questo punto per dar conto della "linearità ed asetticità" del suo operato. La documentazione sarebbe "disorganizzata, manchevole, piena di responsabilità". Dovrà fare molto riferimento alle date, Cangelli, riferire dei diversi cambi in corso dei consulenti tecnico-amministrativi, evidenziare come, seppur ad oggi non esista ancora una presa d'atto di alcun collaudo da parte della giunta, tutte le verifiche condotte, di parte e terze commissionate dal Tribunale, profilino un Comune soccombente per una cifre milionarie (dai 2 ai 4 milioni di euro). Da qui la necessità di accettare la proposta di transazione della Raco lo scorso 17 novembre (e con urgenza, attesa la prima udienza il 1 dicembre, poi slittata a gennaio) e di rimetterla alla valutazione del consiglio comunale. Allo stato la stessa si trova al parere dei revisori dei conti (che, dal canto loro, hanno chiesto ulteriori integrazioni). Certo, i risvolti giudiziari la rendono comunque paradossale, ma un'inchiesta penale è cosa diversa da un contenzioso civile rispetto al quale, affonda Cangelli, "ho sentito dichiarazioni che lasciano emergere profonda ignoranza in materia". "Siamo stati semplici passacarte" si difende insomma l'assessore, che preannuncia come nelle commissioni i pareri si preannuncino tutti negativi da parte dei consiglieri. Il che lascia immaginare un secco no da parte dell'aula. La paradossalità dell'intera vicenda è solo leggermente attenuata dalla decisione del nuovo giudice civile (nel frattempo cambiato), La Sala, di far slittare la sentenza chiedendo ulteriori approfondimenti. "E lo ha fatto sulla scorta della difesa e delle eccezioni sollevate da questa amministrazione" rivendica Cangelli. Altro che patrocinio infedele, insomma.

E per concludere: "Se Marasco è a conoscenza di abusi e reati ce lo dica" chiosa infine l'assessore. "Lavori senza appalto? Sono interventi di somma urgenza altrimenti il Teatro non lo avremmo mai aperto in tempo" replica. 

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