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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Migranti, il prefetto esorta: "Bisogna fare di più". Landella: "Già dato. Ora tocca agli altri"

Il punto in Capitanata: allo stato vi sono 6 centri di accoglienza straordinaria per 207 posti e 17 SPRAR. Ma la sola accoglienza non basta: bisogna perfezionare un percorso integrato con gli enti locali sul territorio di riferimento

La Provincia di Foggia, già solidale, deve fare di più in termini di accoglienza migranti. Allo stato vi sono 6 centri di accoglienza straordinaria per complessivi 207 posti (2 nel capoluogo, 2 a Manfredonia, 1 a San Giovanni Rotondo e 1 a Carlantino) e 17 SPRAR, a fronte di una provincia con 61 comuni, una popolazione di 633.839 residenti ed una superficie di 6.971,05 kmq.

Dunque, c'è spazio per fare di più e, soprattutto, per fare meglio. Il che significa non solo accogliere ma perfezionare un percorso integrato con gli enti locali che supporti l'integrazione a tutti i livelli dei migranti nel nuovo territorio di riferimento. 

È questo il senso dell'incontro ANCI-Ministero svoltosi oggi a Foggia, in Prefettura. All'ordine del giorno dell'incontro con i sindaci della Capitanata le "Prospettive di accoglienza per i richiedenti e i beneficiari di protezione civile internazionale e per i titolari del permesso umanitario", alla presenza della dott.ssa Maria Silvia Olivieri per SPRAR-CITTALIA.

I dati aggiornati a ieri, 22 novembre 2016, dell'Agenzia delle Nazioni Unite- Ministero dell'Interno parlano di 168.348 migranti sbarcati in tutta Italia dal gennaio di quest'anno. Di questi, 11.488 nella sola Puglia, per un totale di 1.152 minori (500 non accompagnati). Rafforzare l'accoglienza, rendendola al contempo meno impattante per le popolazioni ospitanti e più capillare sul territorio sono le linee guide del Ministero degli Interni del 10 agosto scorso, ribadite in una circolare dell'11 ottobre che detta le nuove regole per l'avvio di un sistema di ripartizione graduale e sostenibile.

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Ed è da questa circolare che muove il vertice ospitato oggi dal Prefetto Maria Tirone, di ritorno da un summit coi prefetti pugliesi. Perché la situazione è delicata e ciascuno deve fare la propria parte, evitando nuove Motta Montecorvino, dove la comunità, sindaco e consiglio comunale in testa, hanno detto no ai migranti. Al contrario: pochi ma in tutti i comuni.

LO SPRAR. Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. A livello territoriale gli enti locali, inoltre, garantiscono interventi di "accoglienza integrata" che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.

Il Ministero ha condiviso, poi, con l'Anci un piano operativo che, muovendo dal sistema di quote fissato nella Conferenza Unificata del 10 luglio 2014, consente una distribuzione dei migranti più equilibrata e sostenibile, grazie alla definizione di un numero di presenze rapportato alla popolazione residente nel Comune. La cifra, allo stato attuale, è di 2,5 migranti ogni 1000 abitanti.

"Un sistema di accoglienza così concepito - recita la recente circolare ministeriale- incentrato sul più ampio coinvolgimento delle realtà municipali e sulla massima diffusione dei migranti sui vari territori, permette di ottenere un duplice, favorevole effetto: da un lato assicura una riduzione significativa dell'impatto che l'arrivo dei migranti è suscettibile di avere su un singolo territorio; dal'altro garantisce una maggiore efficacia dei percorsi di integrazione e di inclusione sociale puntando sui progetti SPRAR proposti dai sindaci insieme ai soggetti del terzo settore qualificati".

Certo, l'adesione è volontaria e allo stato, in Italia, hanno risposto solo 2600 Comuni. Uno su tre, in buona sostanza. Ecco perché il ministro Alfano ha esortato qualche giorno fa a fare di più. Capitanata compresa. Ai sindaci  sono state spiegate le linee guida e le quote di cui ciascuno dovrà farsi carico. Una clausola di salvaguardia consente di mettersi al riparte da eventuali sforamenti numerici.

Un appello lanciato anche dal sindaco di Foggia, Franco Landella. "La situazione è insostenibile ed è un prezzo che non deve essere pagato solo da alcuni Comuni" ha detto. "Quindi oggi, in qualità di rappresentante del direttivo nazionale dell'Anci, sollecito le altre amministrazioni della Capitanata affinchè si accollino, in maniera proporzionale, questo flusso immigratorio che è divenuto incontrollabile. La situazione della nostra città - ha continuato - è critica ed è sotto gli occhi di tutti".

"La presenza di immigrati si riversa soprattutto in alcune zone come quella della del quartiere Ferrovia, un tempo salotto della città e oggi area degradata. Vi sono fenomeni di illegalità diffusa, con commercianti costretti a chiudere le proprie attività. E' una situazione al limite del collasso che non può essere scaricata unicamente sulle prefetture e neanche sui comuni dove vi è la presenza dei Cara - dei Centri Richiedenti Asilo Politico". "Oggi siamo qui - ha detto il prefetto - per rafforzare l'intesa che c'è tra Prefettura e Comuni che già accolgono gli immigrati che deve essere sempre più diffusa sul territorio in modo tale da dimensionare le presenze della comunità che li riceve".

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