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Stazione Unica Appaltante, la “promessa tradita da Landella”. Foggia quando aderirà?

La Stazione Unica Appaltante è l'organo che cura l'aggiudicazione di contratti pubblici. Mainiero rimprovera Landella e mette in dubbio l'autonomia della presidenza del Consiglio comunale

Il 17 giugno scorso Giuseppe Mainiero annunciò di interrompere il rapporto di “maggioranza” qualora il Consiglio comunale non avesse deliberato l'adesione del Comune di Foggia alla Stazione Unica Appaltante, l’organo che cura l’aggiudicazione di contratti pubblici per la realizzazione di lavori, la prestazione di servizi e l’acquisizione di fornitura per conto degli enti aderenti, in ambito regionale.

L’adesione alla Stazione Unica Appaltante era stata inserita nel capitolo ‘Sicurezza’ del programma della coalizione che portò l’attuale primo cittadino alla vittoria. Questo il paragrafo che veniva riservato alla centrale di committenza: “È inoltre opportuno aprire in Consiglio comunale una discussione circa l’adesione del Comune di Foggia alla Stazione Unica Appaltante varata dall’amministrazione provinciale. Uno strumento, questo, utile a razionalizzare le spese, ridurre i costi, aumentare la trasparenza ed effettuare, in stretta sinergia con la Prefettura, un serio contrasto alle infiltrazioni di tipo mafioso. Ipotesi, questa, che sino a oggi l’assemblea consiliare non ha avuto la possibilità di discutere. Affermare i valori della legalità, specie nell’impegno politico, significa esibire comportamenti trasparenti e irreprensibili, rifiutare compromessi opachi e poco chiari”

A distanza di qualche mese – sulla scorta delle condanne al dirigente Biagini e all’ex consigliere comunale Laccetti, Mainiero torna sulla questione, sostenendo che “le prassi, gli organi ed il sistema di controllo interno, il modello organizzativo-amministrativo presso il comune di Foggia non sono sufficienti, anzi tutt'altro, ad impedire il manifestarsi di fenomeni collusivi e di corruzione”. Il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, ricorda come, nell'aprile del 2014 - quando avvennero gli arresti per la tangente di 80mila euro chiesta a Zammarano - alla vigilia cioè delle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Foggia,  l'allora candidato sindaco Franco Landella, in una "solenne" conferenza stampa, “affermò che nel caso di una sua affermazione elettorale, che seppur di misura  poi avvenne,  avrebbe - come primo atto politico simbolico - aderito alla Stazione Unica Appaltante, costituita dalla Provincia presso la Prefettura di Foggia".  

Il consigliere comunale sottolinea: "Si trattava di una conquista programmatica di Fratelli d'Italia-AN, in nome della cultura della legalità e della trasparenza, un precetto programmatico che garantì il nostro sostegno alla sua candidatura". Oggi, prosegue Mainiero, “è triste constatare come quella promessa di trasparenza e di introduzione di strumenti che garantiscano una qualche misura di contrasto al verificarsi di pratiche collusive e corruttive nelle gare di evidenza pubblica, siano state di fatto tradite da Landella, determinando altresì ritardi nelle aggiudicazioni delle stesse, ogni riferimento alla gara per la realizzazione dell'orbitale è assolutamente voluto, impedendo la realizzazione di opere strategiche per la nostra città".

L’esponente dei Fratelli d’Italia, resta in attesa che il presidente del Consiglio, Luigi Miranda, calendarizzi la mozione di adesione alla S.U.A.. “Da me proposta e sottoscritta, tra gli altri, da tutti i candidati a sindaco, che nella competizione elettorale assunsero lo stesso impegno programmatico" precisa.

Conclude Giuseppe Mainiero: "È inspiegabile come, ancora oggi, ciò non avvenga, dato l'obbligo regolamentare alla calendarizzazione delle mozioni entro 20 giorni dalla sottoscrizione, cosa questa che evidenzia la scarsa propensione della presidenza a tutelare le prerogative consiliari, cosa tra l'altro già riscontrata per la mozione sul cosiddetto ‘Modello Ercolano’. Sono passati  nove mesi  del 2015 e il Consiglio comunale è stato convocato in maniera assolutamente insufficiente, nemmeno la media di una volta al mese, tenuto conto la mole delle competenze consiliari, assecondando esclusivamente le esigenze di un quadro politico confusionario che regna  sovrano a Palazzo di Città, cosa che indebolisce e svilisce il ruolo istituzionale della presidenza del Consiglio comunale, che dovrebbe, il condizionale è d'obbligo, caratterizzarsi per la sua autonomia". 

LA REPLICA DELL'AVV. LUIGI MIRANDA

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