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Manovre per restare sulla nave che affonda

Consiglio comunale, commissioni, presidenza del Consiglio, assessorati e vicesindaco. I partiti provano a mantenere la schiena dritta, anche con le ossa rotte. Allungano la vita all'amministrazione

La conferenza dei capigruppo ha stabilito la data del prossimo Consiglio comunale, fissandolo al primo giorno utile, considerando il preavviso sancito dal regolamento: si riunirà martedì 23 marzo, alle 9.30, per l'elezione bis del presidente. Con tutta probabilità, oltre ai primi tre punti, adempimenti di rito, e cioè la definitiva surroga del consigliere Bruno Longo che il 15 marzo ha formalizzato le sue dimissioni, la surroga del compianto Alfonso Fiore e la relativa modifica della Commissione Ambiente, sarà l'unico punto che riuscirà a trattare. Poi sipario, e si aprirà la verifica. Plausibilmente, si procederà all'azzeramento della giunta.

È stata data per acquisita la convergenza su Lucio Ventura successore di Leonardo Iaccarino.

Giovedì sera il centrodestra si è riunito, in un clima conciliante, addirittura idilliaco. Erano presenti anche Pasquale Rignanese e Antonio Capotosto, componenti del nuovo gruppo consiliare Insieme per Foggia. La ritrovata unità passerebbe attraverso la promessa dell'assessorato alle Politiche Sociali a una posizione in AmService che, comunque, al tavolo delle trattative, potrebbe saltare perché i partiti sul presunto accordo mugugnano. 

Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega hanno approntato i rispettivi documenti. Sulla stessa linea d'onda meloniani e azzurri: si torna in aula per votare il presidente del Consiglio comunale, figura istituzionale necessaria per il prosieguo dei lavori e per la legittimità degli atti, ma poi si apre un doveroso confronto interno sul momento politico. Suona il solito refrain del rilancio dell'azione amministrativa, coinvolgendo le migliori forze sociali e culturali della città. Forza Italia sarebbe la più insofferente. La Lega ha messo nero su bianco la solida e massima fiducia nel sindaco Franco Landella. Rivendica la carica di vicesindaco, e i due assessorati all'Urbanistica e alle Politiche Sociali. 

Azzeramento o no, si dovranno sostituire Francesco Paolo La Torre che subentrerà ad Alfonso Fiore, e la dimissionaria Raffaella Vacca. Non avrebbe mai accarezzato l'idea di abbandonare, invece, Sonia Ruscillo. Da riempire ci sono inoltre due caselle nell'AmService. Due commissioni sono senza guida, dopo le dimissioni di Liliana Iadarola da presidente della Commissione Affari Generali e di Giovanni Quarato, presidente della Commissione Ambiente e Territorio. La maggioranza prova ad affrontare un problema alla volta. Recuperati alla causa Rignagnese e Capotosto, non dovrebbe avere problemi ad eleggere il presidente. 

Dal punto di vista politico, i pareri su come affrontare questa fase amministrativa del Comune di Foggia, che sarebbe un eufemismo definire delicata, sono piuttosto discordanti: c'è chi pensa che si farebbe la figura dei topi che scappano dalla nave che affonda concorrendo allo scioglimento anticipato, chi, peggio ancora, che, dopo l'insediamento della commissione d'accesso, dimettersi costituirebbe una ammissione di colpa, chi reputa che la misura sia colma perché ogni giorno viene fuori una novità, e da ultimo chi sostiene che non si possa far altro che reggere il timone, finché la barca va. 

Di certo, dopo l'insediamento della commissione d'accesso le decisioni gestionali non possono essere prese più così a cuor leggero. 

I partiti provano a mantenere la schiena dritta, anche con le ossa rotte. Allungano la vita all'amministrazione. E a giudicare dalla corrispondenza di amorosi sensi dell'ultima riunione, l'impresa di ricostruire la maggioranza bombardata - operazione da intestare principalmente a Landella - potrebbe riuscire clamorosamente. Non se ne andranno a casa con le loro gambe.

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