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Salta il congresso, così la sinistra foggiana sprofonda. Rizzi: “Barbieri e Nobile cosa hanno fatto?"

Foggia l'unica provincia in cui salta il congresso di Sinistra Italiana. L'amaro commento di Domenico Rizzi sulla gestione del partito e in Capitanata del progetto targato Marco Barbieri e Mario Nobile

Non ha fatto in tempo a nascere Sinistra Italiana che già una profonda spaccatura la divide verticalmente. L'area Scotto non parteciperà ai congressi provinciali in programma il 4 ed il 5 febbraio. E non parteciperà neanche a quello nazionale che si terrà a Rimini dal 17 al 19 febbraio. Di più: Arturo Scotto, capogruppo alla Camera, ha fatto un passo indietro e ha deciso che non correrà più per contendere la leadership a Nicola Fratoianni, leader della componente maggioritaria. "Not in my name" è lo slogan lanciato in queste ore dai militanti di quell'area che si incontreranno per una controassemblea il 12 febbraio a Roma.

"Il congresso se lo faranno da soli" dichiara amaro in queste ore il foggiano Domenico Rizzi, l'ex vendoliano di ferro deluso proprio dal modus operandi del suo ex presidente e compagni. A Foggia il congresso non si farà. È l'unica provincia in Puglia in cui è saltato il banco. Capo d'accusa, il numero delle tessere: 439. Troppe secondo i commissari chiamati a decidere. Ed ombre su un tesseramento gonfiato  in vista del congresso si allungano anche  da Nord a Sud: 21mila a gennaio dopo che per tutto il 2016 il dato era fermo a 4mila. Rizzi, già segretario di SEL sulle cui ceneri nasce SI, è sbigottito: "Praticamente ci stanno dicendo che in una provincia dove il progetto e l'entusiasmo di una nuova sinistra hanno calamitato, in epoca vendoliana, anche 1500 tessere, questa cifra è inverosimile. Mi auguro sia uno scherzo altrimenti è meglio ritirarsi tutti" dichiara. Per lui, al contrario, il dato è basso. Molto basso.

PESANTI OMBRE SUL TESSERAMENTO

E si scaglia contro chi ha gestito in questa fase il nuovo progetto, Marco Barbieri e Mario Nobile. "Cosa hanno fatto i nostri dirigenti in un anno per aumentare l'appeal, per appassionare i militanti, per restiate linfa e speranza ad un soggetto di sinistra?". Su 439 tessere, rivendica, oltre la metà sono state fatte proprio da lui e da quella parte che oggi si vedrebbe precludere il diritto di scelta e di voto. Il sospetto, dunque, è che, di fronte alla quasi certezza di un risultato congressuale a trazione Scotto in termini di delegati, in provincia di Foggia si sia "preferito" far saltare il banco. Perché non si capisce come, invece, la provincia di Taranto, che pure ha fatto registrare 440 tessere (una in più di Foggia), a congresso ci vada. "Terra del consigliere regionale Borraccino, vicino a Fratoianni, il candidato vendoliano già acclamato segretario" mormora qualcuno. 

Lo scontro è profondo. E certo non pareva nell'aria. O forse sì. In fondo la sinistra ha abituato i suoi militanti ad una sindrome di Tafazzi che, nel tempo, ha fatto allontanare e disilludere molte energie e bruciare belle esperienze. La reazione all'altolà impresso a Foggia non si è fatta attendere: il congresso sarà monco, la componente Scotto non parteciperà. Starà a guardare. Ma dall'interno, precisa. Organizzando un contro momento di confronto il 12 febbraio. 

 

Perché in gioco non c'è solo la gestione del nuovo soggetto, "allo stato da prefisso telefonico" ironizza Rizzi. Lo scontro sarebbe proprio alla radice, sul "cosa siamo, come ci poniamo e dove vogliamo andare". Tra un'ala più intransigente ed un'altra più aperta ad un sistema di alleanze diffuso con pezzi della società civile, dei movimenti e delle esperienze di sinistra. "Un modello, quello dell'apertura - sottolinea Rizzi -, che proprio con Vendola abbiamo promosso per dieci anni quando siamo stati al governo della Regione, facendo della Puglia uno straordinario laboratorio di innovazione. Dov'è finito quello spirito? Noi siamo sinistra di governo - scandisce Rizzi - e dobbiamo tornarci. O vogliamo condannarci ad una eterna opposizione?".

Lo sguardo dell'area Scotto è rivolto a D'Alema, a quel ConSenso che attira ed attrae, e che ha sparigliato i giochi congressuali. "Il buonsenso imporrebbe di fermare la giostra congressuale e vedere cosa accade, quali evoluzioni a sinistra accadono. Così non ha senso" evidenzia ancora Rizzi. "Come non convenire sulla necessità di partire da una base politica ampia, che deve comprende anche quei protagonisti come Cgil, Arci e Movimenti che si sono ritrovati uniti (e trionfanti) durante la campagna referendaria? Vogliamo una sinistra che sia una casa comune, una sinistra che nasca dal confronto, capace di riaprire davvero la partita del cambiamento. Vogliamo una sinistra larga, popolare, democratica, un campo aperto anche ad esperienze diverse, una sinistra che possa racchiudere molte anime ed unirle in una prospettiva di governo". 

E però la partita è in corso. E non si fermerà. Da domani partiranno i congressi in tutte le province (con tanto di polemiche, peraltro, anche sulla distribuzione dei seggi). E a Rimini, il 17 febbraio, si presenterà solo la mozione Fratoianni. Il risultato, insomma, è scontato. In tutto questo Foggia starà a guardare.

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