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Politica Pietramontecorvino

Forza Italia non accetta lezioni dal Pd sulle Primarie: “Giallella è cascato nella provocazione”

Il segretario provinciale degli Azzurri, Raffaele Di Mauro, replica al sindaco di Pietramontecorvino e al suo omologo Dem

“Credo che un dirigente di partito non debba andare a votare alle Primarie di un altro partito, partiamo da questo assunto fondamentale. Detto questo, Francesco Mancini non è un dirigente, non rientra nell’organigramma provinciale del partito, né tantomeno formalmente rappresenta Forza Italia a Pietramontecorvino”. Chiamato in causa dal sindaco Raimondo Giallella, che ha allontanato un simpatizzante del partito di Berlusconi dal seggio delle Primarie del Partito Democratico allestito nel teatro comunale, il segretario provinciale degli Azzurri, Raffaele Di Mauro replica. “Rispondo solamente perché interpellato, altrimenti mai mi sarei permesso di entrare in questioni di un altro partito e che riguardano una comunità locale”, ci tiene a puntualizzare.

Si dice perfettamente d’accordo con quanto affermato da Giallella prima e Pierpaolo d’Arienzo poi, segretario provinciale del Pd di Capitanata, in merito alla preclusione dal voto per i dirigenti di altri partiti: “È una regola su cui non transigo, tant’è vero che Mancini non è dirigente di Forza Italia – ripete Raffaele Di Mauro - È un simpatizzante, un attivista, perché è innegabile che la sua attività sui social sia legata al mondo del centrodestra. Non so se con il suo atteggiamento abbia voluto mettere alla prova l’apertura e libertà del voto nelle Primarie, o se avesse fini provocatori. Certamente, da quello che scriveva nei giorni precedenti, era chiaro l’intento e, secondo me, Giallella è cascato nella trappola. Dopo aver letto tutti quei post che ha fatto da militante convinto, berlusconiano, avrebbe potuto rispondere con la stessa moneta: a quel punto, se uno è dichiaratamente simpatizzante di un partito, gli si pubblica sui social una bella fotografia mentre firma la lettera d’intenti per poter votare alle Primarie e, certamente, gli si preclude qualsiasi possibilità di ambire ad avere ruoli dirigenziali in un partito. Invece, lui è cascato nella provocazione, gli ha risposto in maniera sgarbata, da quello che sostiene Mancini, e quindi è passato dalla ragione al torto in pochi secondi. Il sindaco Giallella, con il suo atteggiamento, in buona sostanza, legittima come figura politica di suo oppositore un ragazzo di 19 anni, che magari voleva fare solamente una verifica della bontà delle Primarie del Pd. È lui che gli conferisce dignità politica di avversario e di suo competitor che potrebbe essere, chissà, la fortuna di Mancini all’interno del contesto di Pietramontecorvino”.

Nel piccolo comune dei Monti Dauni, vale la pena ricordarlo, il 14 e 15 maggio si voterà per il rinnovo del sindaco e del Consiglio comunale, quindi l’episodio risente inevitabilmente del clima da campagna elettorale.

Sul caso era intervenuto anche il segretario provinciale del Pd, Pierpaolo d’Arienzo, che aveva difeso Giallella e il circolo di Pietra (“A quelli di Forza Italia, se vogliono, possiamo anche insegnare l’organizzazione delle primarie”, è un passaggio della sua dichiarazione). Ma Forza Italia non accetta lezioni e risponde per le rime: “Quando si fanno Primarie aperte bisogna aspettarsi anche che qualche simpatizzante, non dirigente di altro partito, possa cogliere la palla al balzo e andare a votare – afferma il segretario provinciale - Se non si vogliono ricevere certe ‘sorprese’ si fanno le Primarie chiuse ai propri iscritti e la partecipazione diventa controllata dal tesseramento. Forza Italia non deve prendere lezioni da nessuno, perché insieme a tutto il resto del centrodestra sa quando è il caso di prestare attenzione alla base, e quindi di aprirsi alle Primarie, e quando invece è più giusto procedere ad un ragionamento nei tavoli opportuni”.

Non esclude che a livello nazionale qualcuno tra i simpatizzanti di centrodestra sia andato a votare. E viene da chiedersi se l’appello lanciato da Mancini sui social ad andare a votare per sostenere Elly Schlein (“Una sua vittoria sarebbe una vittoria per il Governo, ma particolarmente per l’Italia, perché terrebbe il Pd lontano da Palazzo Chigi per almeno 20 anni”, aveva scritto), che aveva fatto indignare insieme ad altri post Giallella, potesse riflettere una filosofia che ha preso piede. “I meme si sono sprecati sui social, a dimostrazione che qualcuno ha voluto anche cavalcare il fatto che la Schlein fosse un candidato un po’ più divisivo rispetto a Bonaccini all’interno del Pd. Chiariamoci, a me non interessa entrare nel merito delle scelte degli iscritti del partito democratico – precisa e conclude Di Mauro - per quanto, poi, Mancini sia la sintesi di quello che gli osservatori politici ci stanno dicendo da settimane, che la Schlein identifica il Pd più come un partito di sinistra, e quelli che si ritengono di centrosinistra, oggi potrebbero guardare anche con più attenzione al centro, e quindi ad Azione o Italia Viva di Calenda e Renzi”.

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