"Noi ci dimettiamo". 11 pronti a firmare per lo scioglimento del Consiglio comunale di Foggia: "È un gesto d'amore per la città"
"Inutile attendere oltre le dimissioni del sindaco Landella: è un atto di responsabilità che non compirà mai". L'opposizione invita i consiglieri di maggioranza a riflettere e "agire con coraggio". Appuntamento dal notaio giovedì 18 febbraio
"Inutile attendere oltre le dimissioni del sindaco Landella: è un atto di responsabilità che non compirà mai. Tocca ai consiglieri comunali, di minoranza e maggioranza, compiere un gesto d'amore verso la città e provocare lo scioglimento del Consiglio comunale prima che il peggio per Foggia e i foggiani si compia".
Undici consiglieri comunali di opposizione hanno già preso appuntamento dal notaio. Sono Pasquale Dell'Aquila, Lia Azzarone, Francesco De Vito, Michele Norillo e Annarita Palmieri, tutti del Pd, l'ex candidato sindaco della coalizione di centrosinistra Pippo Cavaliere, i Cinquestelle Giuseppe Fatigato e Giovanni Quarato, Sergio Clemente, Rosario Cusmai e Giulio Scapato.
"Non ci sono calcoli di parte da compiere o vendette da consumare: l'amministrazione Landella - scrivono i consiglieri di opposizione - ha perso ogni credibilità e non saranno certo i rimpasti in Giunta o la ricerca di nuovi equilibri tra i gruppi consiliari a restituirgliela".
La minoranza lancia un accorato appello ai dirimpettai: "Invitiamo i consiglieri comunali di maggioranza a riflettere con attenzione e ad agire con coraggio, perché al di là e al di sopra del destino politico di ognuno di noi contano la città e i cittadini". Da qui l'invito a presentarsi con loro dal notaio. "Le donne e gli uomini di buona volontà che vorranno aderire al nostro appello saranno i benvenuti allo studio del notaio Paolo Simonetti (piazza Umberto Giordano, 37) giovedì 18 febbraio, alle ore 17. Ci auguriamo di contare sulla presenza e il sostegno dei foggiani".
Il Consiglio comunale viene sciolto in caso di cessazione dalla carica per dimissioni contestuali della metà più uno dei membri assegnati, senza computare nel calcolo il sindaco.