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In 18 vogliono fargli le scarpe, ma Iaccarino aspetta sulla riva del fiume: "Poi ci penso io a metter la ciliegina sulla torta"

Pronta la modifica del regolamento del Consiglio comunale per abbassare il quorum necessario per sfiduciare il presidente del Consiglio comunale. Il centrosinistra non ci sta. E il diretto interessato non vede sostituti

"Aspetto venerdì, quando in Consiglio comunale sarà trattata la proposta di modifica del regolamento. Attendo le mosse del sindaco Landella". È una partita a scacchi ormai a Palazzo di Città, e il presidente del Consiglio comunale di Foggia Leonardo Iaccarino è seduto sulla riva del fiume. L'8 maggio scorso, 18 consiglieri comunali hanno firmato una richiesta di modifica del Regolamento del Consiglio comunale tradotta cinque giorni dopo in una proposta di deliberazione. "Da 22 consiglieri comunali scenderebbero a 17 i promotori di una eventuale mozione di sfiducia", è il presidente in carica a sintetizzare la mozione che lo riguarda direttamente, perché il tema è la sua revoca.

IL CENTROSINISTRA NON CI STA - I consiglieri comunali di centrosinistra capitanati da Pippo Cavaliere oggi hanno stigmatizzato l'iniziativa che vìola la "sacralità" del regolamento, "ad uso e consumo proprio, per risolvere attriti e divergenze, lotte intestine all'interno dell’attuale maggioranza. Il tutto per la salvaguardia di interessi di parte, giammai della collettività. Questo modus operandi è per noi inaccettabile, soprattutto in un contesto caratterizzato da una drammatica crisi sanitaria ed economica, in cui ogni sforzo, ogni pensiero, la più piccola briciola di energia dovrebbe essere impiegata a tutela e salvaguardia dei cittadini".

Leonardo Iaccarino, che per primo fa notare come siano passati quasi venti giorni da quando è stata proposta, non si scompone più di tanto. "Sono ultrasereno, resto al mio posto, perché non c'è l'alternativa".

Seppure pubblicamente, almeno all'apparenza, sembrava ristabilito tra lui e il sindaco Franco Landella un reciproco rispetto istituzionale, con cortesie e formalità, il presidente fa sapere che il rapporto è rimasto lo stesso: non c'è dialogo. "Vedremo venerdì in aula chi alzerà la mano e come andrà a finire questa storia. Non diamo tutto per scontato. Io mi sto giocando le mie carte, il sindaco si giocasse le sue. Venerdì in aula vedremo come andrà a finire questa storia. Sono serenissimo. Può anche darsi che all'ultimo minuto il sindaco dia indicazioni diverse ai suoi consiglieri comunali e che quindi si ravveda". Ma nel caso volessero ancora fargli le scarpe, sembra intenzionato a tirare fuori gli artigli: "Metto io la ciliegina sulla torta poi. Fino a quando designeranno un sostituto sarà già caduta l'Amministrazione".

LE MODIFICHE - I proponenti ritengono necessario integrare il comma 4 dell'articolo 4 del Regolamento del Consiglio comunale relativo alla condotta del presidente con un espresso richiamo al rispetto del 'Codice Etico per la buona politica' approvato nel 2014 che stabilisce che "l'amministratore deve esercitare la funzione politica che gli è stata affidata con diligenza, lealtà, integrità, trasparenza, correttezza, obiettività ed imparzialità, impegnandosi ad esercitare il proprio mandato evitando situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi e all'immagine dell'Amministrazione".

La proposta di deliberazione interviene sul comma 7 dell'articolo 4 per abbassare il quorum richiesto per la revoca del presidente del Consiglio comunale ("congruamente motivata in relazione a gravi e reiterate violazioni di legge o di regolamento") quando la sua elezione sia avvenuta con il ricorso al ballottaggio. Basterà, in tal caso, il voto della maggioranza assoluta, computando anche il voto del sindaco.

Il dispositivo prevede anche la modifica dell'articolo 17 per consentire che si consideri anche il sindaco nel novero della metà dei consiglieri che determina il numero legale valido per le sedute in prima convocazione.

LA PAGELLA - Che Leonardo Iaccarino fosse sotto esame, con i cartellini gialli pronti ad ogni inadempienza o infrazione, utili ad allungare la lista di una eventuale proposta di revoca, era chiaro anche al diretto interessato. Lo attendevano al varco, con qualche sgambetto. "Sono tranelli di basso livello, solo chi non ha esperienza politica può caderci. Si tratta di qualche giovane consigliere comunale inesperto che si presta a queste cose. Ovviamente i veterani non faranno mai questo tipo di errori. Sulla caduta di stile di Raffaele Di Mauro ci passo su, non è una questione personale tra me e lui. È soltanto l'inesperienza che lo ha portato a fare questo scivolone, spero non accadano più cose di questo genere. Lo perdono proprio perché è inesperto". Per la cronaca, Di Mauro è anche il segretario del suo partito, Forza Italia.

I rumors su un eventuale rimpasto non lo trovano favorevole: "Già si è sbagliato con Claudio Amorese, per questioni personali è stato messo fuori, non vorrei che qualcun altro ci rimettesse le penne sempre per questioni personali. La politica è altra cosa, è l'arte del ragionamento e quindi il sindaco secondo me si deve fermare un po' e chiarire alcuni aspetti all'interno della coalizione. Poi è prerogativa sua ed è sua facoltà cambiare l'assetto di Giunta quante volte vuole, però sono dell'idea che oggi non vadano cambiate delle caselle all'interno della Giunta, anche perché secondo il mio modesto parere - conclude Iaccarino - tutti gli assessori, anche i fedelissimi di Landella, stanno operando bene".

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