Candidati PD nelle civiche di Emiliano? Elena Gentile: “No al partito autobus”

Il protrarsi della polemica sulla composizione della lista del Partito Democratico in provincia di Foggia (la direzione regionale deve ancora esprimersi) irrita e non poco l’europarlamentare Elena Gentile. L’esponente di spicco dei democratici foggiani punta il dito contro "coloro che – con ipocrisia perbenista che non hanno nemmeno il pudore di nascondere – mettono le mani avanti e fanno finta di preoccuparsi del futuro del partito ma in realtà tifano per le liste civiche. In modo che, a risultato acquisito, possano per altra via (e in compagnia di personaggi altri dalla nostra storia e dai nostri ideali) realizzare il partito della nazione”.

Chiaro il riferimento all'ipotesi di una candidatura di Sergio Clemente, che secondo indiscrezioni avrebbe ottenuto l’ok dall'ex sindaco di Bari, a candidarsi nella civica ‘Emiliano Sindaco di Puglia’ con Gino Damone e Leonardo Di Gioia.

Gentile prosegue: “Non ci riusciranno. Tuttavia, ove per assurdo ci dovesse essere questo rischio, sappiano costoro che troverebbero in me e nei tantissimi che si riconoscono nei principi, nei valori, e nelle radici storiche del Partito Democratico, un argine insormontabile”. “Perché – aggiunge – il nostro è un partito aperto, inclusivo, sensibile alle istanze e alle aspettative dei cittadini, ma al tempo stesso geloso custode delle proprie idee e del proprio progetto di società. E tutto questo difenderemo”

Aggiunge l’europarlamentare: “Così come, oggi, difendiamo il valore democratico delle scelte operate dalle direzioni cittadina di Foggia e provinciale, e gli uomini liberi e le donne libere che quelle scelte hanno operato”

E conclude con un pensiero rivolto a quegli uomini e a Rosa Cicolella “che le conseguenze di quella scelta hanno ingiustamente e frettolosamente subito. A loro, in primis a Rosa, solidarietà, vicinanza e rispetto. E l’auspicio, per me una certezza, che la decisione assunta in prima istanza possa essere riesaminata e approfondita  con la serenità di giudizio che la storia politica e personale di Rosa meritano”.