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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Contributi e doppio incarico, Clemente si difende: “Basta macchina del fango fatta in casa”

Il consigliere regionale del Partito Democratico fornisce la sua versione dei fatti sui contributi versati al partito, le dimissioni, l'attività consigliere durante il governo Mongelli e la questione incandidabilità

“In relazione alla prolungata e vergognosa campagna di stampa denigratoria nei miei confronti, mi preme fornire alcuni elementi di verità nel rispetto della mia onorabilità politica”. Con queste parole Sergio Clemente prova a fare chiarezza sulla vicenda che lo vede contrapposto alla segreteria cittadina del PD e sulla questione incandidabilità a consigliere regionale

CONTRIBUTI VERSATI. È totalmente falsa l’affermazione che non abbia mai versato i contributi dovuti al partito regionale: ricordo che sono subentrato all’assessore Elena Gentile solo dopo la ratifica della sua elezione al Parlamento europeo. Verso regolarmente la quota dovuta attraverso trattenuta alla fonte, come è verificabile presso il segretario generale del Consiglio della Regione Puglia. Nulla invece percepisco quale consigliere al Comune di Foggia. Il richiamo strumentale velatamente minaccioso allo Statuto è quindi totalmente inappropriato e fuor di luogo.

LE DIMISSIONI. Ho rassegnato le mie dimissioni da capogruppo PD al Comune di Foggia il 3 marzo scorso. Ho anche assicurato le mie dimissioni da consigliere comunale dopo la mia eventuale elezione alla Regione, il cui Consiglio in carica sarà sciolto a brevissimo termine ed io rimarrò soltanto con l’incarico di consigliere comunale. Qualcuno desidererebbe ora le mie dimissioni da tale incarico per poi non candidarmi neanche alle elezioni regionali, ma questa intenzione è destinata a rimanere un suo desiderio inconfessabile.

IL PD FOGGIANO HA SCELTO LUSI E PIEMONTESE

L’ATTIVITA’ CONSILIARE. Ho notato anche che i miei diffamatori hanno svolto un’accurata indagine statistica sulle mie presenze nella passata consiliatura comunale. È vero che non ho votato alcuni provvedimenti anche di bilancio, ma l’ho fatto e motivato per esclusive ragioni politiche, in quanto in quella giunta non era più riconoscibile l’identità del PD. Ed io ripetutamente chiedevo, manifestando il dissenso e la protesta in diversi modi, quel “cambio di passo” da tutti poi più volte auspicato. Ricordo che gli elettori mi hanno capito ed hanno premiato la mia posizione con quasi 200 voti in più rispetto alla precedente consiliatura, aumentando le preferenze a me accordate fino a circa 1.200 voti.

QUESTIONE INCANDIDABILITA’. La incandidabilità non sussiste quindi in alcun modo, né la giustifica una inopinata “prassi” del partito e lo sanno bene in seno al PD cittadino, a quello provinciale e a quello regionale. Le liste sono frutto di un processo democratico di partecipazione che prevede l’analisi e il bilanciamento di molti fattori, politici, programmatici, territoriali, esperienziali e di capacità di aggregazione, in vista del successo auspicato. E non possono bastare velate minacce né palesi intimidazioni per stravolgere gli intenti dell’interesse collettivo del partito e del territorio, cioè dei cittadini che vanno a votare.

“BASTA MACCHINA DEL FANGO”. Concludo con l’invito pressante ad abbandonare la logica vecchia e perdente dei piccoli interessi del momento e della “macchina del fango fatta in casa”, perché le regole valgono a Foggia come a Bari ed a Roma, per ricominciare ad ascoltare i cittadini sulla base di programmi, esigenze e nuovi bisogni che possano essere rappresentati da persone capaci, meritevoli, preparate, in grado di vincere la battaglia della buona amministrazione per rilanciare la Puglia e nella Puglia il territorio e le potenzialità della terra di Capitanata e dei suoi cittadini.

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