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A San Severo parte il totonome ed è già scontro tra "figlie": Giuliani o Caposiena?

Si avvia a conclusione il mandato Miglio, che vorrebbe ricandidarsi, magari col Pd. Dall'altra parte si osservano attentamente Anna Paola Giuliani e Rosa Caposiena

L’estate è rovente all’ombra dei campanili del Tavoliere. Se il movimentismo del sindaco di San Severo Francesco Miglio, e la sua ritrovata interlocuzione col Partito Democratico, sembrano confermare i rumors che lo vogliono deciso a tentare il bis nel 2019, dall’altra parte del campo di gioco, nel centrodestra, le fibrillazioni sono parimenti in stato avanzato e vengono fotografate tutte al femminile.

Non sarebbe stata una mera “landellata” quella del sindaco di Foggia qualche giorno fa nel capoluogo, quando, nel corso della presentazione del cartellone “Foggia Estate”, ha invitato i sanseveresi a “non farsi scappare un amministratore capace come Anna Paola Giuliani”, sanseverese, assessore alla Cultura della sua giunta, che Landella “vedrebbe bene come sindaco di San Severo”. Giuliani ha balbettato, ringraziato, mostrato imbarazzo  e frenato: “Intanto mi godo il presente” ha tagliato corto l’assessore rispondendo ai giornalisti che le chiedevano di commentare le dichiarazioni del suo sindaco.

“Qui c’è molta fibrillazione sul tema, le parole del sindaco di Foggia hanno acceso un fuoco che bisognerà domare a settembre” spiega a Foggiatoday un esponente del centrodestra sanseverese. Della serie: altro che improvvisazione, quelle di Landella era parole ben calcolate, “per estromettere il nome Giuliani dalla corsa per il capoluogo, al quale ambisce lui, e per sparigliare le carte a San Severo”. Anche perché il nome di Anna Paola Giuliani non è un nome qualunque: è la figlia dell’ex sindaco di San Severo Giuliani, nome che ha fatto la storia di quel territorio, ha mostrato di sapersi muovere trasversalmente e godrebbe del forte sostegno del governatore siciliano Nello Musumeci, che sta per costituire una rete di liste civiche che dalla Sicilia dovrebbe ramificarsi in tutta Italia. O quantomeno al Sud. Il progetto c’è, Musumeci ne ha parlato in più di un’occasione, per consolidare l’esperienza di Sei Bellissima, la lista che lo ha accompagnato nella traversata elettorale sull’isola, sugli altri territori, strizzando l’occhio alla Lega. In questo scenario, Giuliani ne dovrebbe diventare la referente provinciale. “Si avverte l’esigenza della nascita di un partito territoriale dei governatori del mezzogiorno- ha detto Musumeci-. Non vedrei di cattivo occhio una forza politica capace di rappresentare le istanze del Sud, non in termini di sciocco rivendicazionismo rispetto al Nord. Anche perchè le esigenze del Centro Nord sono diverse da quelle del Sud”. Un’ipotesi che va oltre gli steccati partitici in un momento di estrema fluidità anche delle scelte dell’elettorato. La tesi del Partito del Sud, insomma, magari composto da amministratori degli Enti locali e delle Regioni del Mezzogiorno (e che ricorda anche l’MPA di lombardiana memoria)

Ma nella città dei campanili ad accarezzare l’ambizione, da tempo, c’è anche un’altra “figlia” ed è Rosa Rosalina Caposiena, forzista da sempre, attuale consigliera comunale, dinamica, politicamente formata, figlia di Fernando, potentissimo assessore della giunta Giuliani , con cui condivise molte scelte amministrative al tempo della sindacatura.

Caposiena godrebbe del sostegno dei vertici provinciali e regionali del partito a cui avrebbe strappato la promessa di una candidatura a sindaco in quota Forza Italia alla vigilia del 4 marzo, quando accettò di entrare al terzo posto nel listino proporzionale.  

Scontro tra figlie, dunque. Ma c’è chi giura che il candidato non sarà donna e aspetta il momento buono per fare il suo ingresso sulla scena (si sussurra di Emilio Sacco), magari godendo delle macerie che uno scontro al femminile senza esclusione di colpi potrebbe lasciare sul campo.

Settembre, dicevamo, sarà il tempo della comprensione degli eventi, quando sarà pienamente operativo il tavolo del centrodestra insediatosi a Bari. Da lì discenderanno le decisioni nei diversi comuni, a partire dai comuni capoluogo, Bari e Foggia. “Se a Foggia il candidato sarà di Forza Italia, è possibile che a Lucera o a San Severo la spuntino Lega o Fratelli d’Italia e viceversa; da lì capiremo” osserva qualcuno, mentre la dirigenza regionale di Forza Italia smentisce questa ricostruzione: “I candidati dovranno rappresentare la sintesi migliore, a prescindere dai colori politici, le compensazioni si troveranno in altra sede”.

Che sia presto per fare analisi e previsioni lo dimostrano anche le fibrillazioni sempre più marcate a livello nazionale tra Forza Italia e Lega, con la prima decisa a dare battaglia sui provvedimenti di Governo e saldamente collocata nel PPE, a differenza di Salvini, che vorrebbe stravolgere gli equilibri europei. Anche per darsi un’identità, Forza Italia, che rischia di essere cannibalizzata dall’alleato leghista. O ex. Secondo Dagospia, infatti, si sarebbe vicini alla rottura e cartina di tornasole sarà il voto in Alto Adige il 21 ottobre. Un tweet di un forzista nei giorni scorsi ha fatto già insinuato crepe nella solidità dell’alleanza nelle periferie.

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