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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Massimiliano Nardella

Direttore Responsabile

Emiliano più forte del PD: fa ciò che vuole, ormai è Palese

Il Partito Democratico contro la nomina di Rocco Palese, monumento del centrodestra pugliese, nuovo assessore alla Sanità. Amati: "Appoggio esterno e ritiro assessori". Lacarra: "Serve un confronto franco". L'on. Bordo: "Politicamente molto grave"

In Consiglio regionale il gruppo del Partito Democratico è costituito dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e da altri 15 consiglieri regionali. Tra questi ci sono il presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, il vicepresidente della Regione e assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese, l’assessore ai Trasporti Anita Maurodinoia. Il presidente è Filippo Caracciolo. Sedici in tutto, tanti quanti ne ha l'opposizione di centrodestra (gruppo misto escluso). 

Ai tempi di Nichi Vendola il Partito Democratico faceva la voce grossa, mentre con Emiliano - che da un bel po’ di anni imbarca illustri esponenti regionali del centrodestra - non si è mai opposto come invece avrebbe dovuto, alle scelte politiche trasformistiche e alle affermazioni sui generis, spesso contrastanti, del presidente. I dem hanno lasciato correre in più di una occasione. Nondimeno, è successa la stessa cosa con Rocco Palese, se è vero che il partito, come afferma il segretario regionale Marco Lacarra, era stato preventivamente informato di questa nomina. Eppure, non sono state alzate barricate.

Lo abbiamo già sottolineato in altre occasioni: da quando governa la Regione Puglia, Michele Emiliano ha dimostrato di essere al contempo tutto e il suo contrario, maggioranza ed opposizione insieme. Spesso e volentieri ha sconfinato nel centrodestra attraverso nomine e incarichi in nome del consenso elettorale. Sfilano nel suo cahier personaggi del calibro di Di Cagno Abbrescia, Cassano, Schittulli, Leo Di Gioia e ora anche Rocco Palese. Monumenti del centrodestra, mica terze guardie, riconoscibilissimi e con un passato tale da imbarazzare un giorno sì e l’altro pure il centrosinistra.

Ha mostrato fiero la maglia dei giovani di Fratelli d’Italia, ha elogiato Salvini (sì, proprio lui, l’avversario per antonomasia del Pd), ha dato il suo sostegno incondizionato a Pippi Mellone, un sindaco vicino agli ambienti di Casa Pound. Ha proceduto a passo spedito e disincantato attraverso tutto l’arco costituzionale, senza imbarazzi. E’ stato anche più grillino dei grillini, aprendo per primo le porte al Movimento in giunta. Il trasformismo più sfrenato, insomma, è stato, da sempre, la sua cifra politica.

La misura è colma, tra i dem è in atto una discussione, dai toni aspri. Infatti, contestualmente alla nomina di Emiliano di Rocco Palese alla Sanità - l'ex Forza Italia e assessore regionale ai tempi di Raffaele Fitto, nonché candidato alla presidenza della Regione Puglia per il centrodestra – Fabiano Amati ha chiesto al gruppo consiliare di valutare l’appoggio esterno nonché il ritiro degli assessori, perché, sottolinea, "non si può accettare che la Giunta o le deleghe consiliari divengano un luogo per giochi di società, dove il tutto è finalizzato a creare sempre nuovi equilibri di potere e senza alcun interesse per le decisioni da assumere, per cui finisce per diventare addirittura salvifico il fatto che Rocco Palese, il magnate del trattamento di fine rapporto e coautore del piano ospedaliero di Fitto, diventi assessore alla sanità". Per Amati "il Pd non può partecipare a questo gioco: è una questione di realismo. Sarebbe dunque il caso di prendere le distanze da questi giochi di società e continuare a occuparsi di liste d’attesa, screening seno-colon-collo dell’utero, genetica, costruzione degli ospedali nuovi, ospedali di comunità, sedute aggiuntive di sala operatoria, piano casa, fonti rinnovabili, crisi industriali e infine, ma non per ultimo, la moralizzazione degli apparati amministrativi della Regione”.

Il primo ad opporsi, il 21 dicembre dello scorso anno, era statoo l'esponente dem di Manfredonia, Paolo Campo. Il consigliere regionale, contrario alla sostituzione di Lopalco con Palese, aveva provato a dare voce, evidentemente senza successo, agli iscritti al partito che giudicavano sbagliato il messaggio politico che la nomina avrebbe rischiato di scaturire. Secondo il consigliere regionale, Emiliano avrebbe dovuto trasmettere ai cittadini “l’idea di una politica fondata su programmi chiari e scelte condivise”, perché “un centrosinistra largo non vuol dire una coalizione che mobilita il suo perimetro a seconda del momento, col rischio di apparire una coalizione politicamente indistinta. Ciò vale tanto più ove si considerino le tante risorse di cui dispone la maggioranza consiliare, ma oltre esse le moltissime personalità e competenze diffuse nel centrosinistra pugliese”.

Questa mattina il presidente della V commissione consiliare è tornato sull'argomento chiedendo che il Partito Democratico pugliese avvii con urgenza una riflessione sulle mutazioni del quadro politico nel governo regionale e le ragioni che ancora motivano la sua permanenza nell’esperienza di governo avviata con le elezioni regionali dell’autunno 2020. "Il rimpasto di Giunta avvenuto nelle scorse ore segnala un ulteriore spostamento del baricentro dell’alleanza di centrosinistra uscita vittoriosa nelle urne e indica una direzione di marcia che non è quella intrapresa lo scorso anno con il sostegno degli elettori. Forse ai più sfugge che il centrosinistra è maggioranza in Consiglio regionale fin dal giorno successivo alle elezioni. L’allargamento al Movimento 5 Stelle non è dipeso dalla necessità di garantire governabilità e stabilità, piuttosto dall’opportunità di rendere coerente il contesto istituzionale e politico regionale a quello nazionale. Coerenza che potrebbe definitivamente smarrirsi se alla nomina in Giunta di un rappresentante politico e istituzionale del centrodestra seguisse l’ingresso in maggioranza di consiglieri regionali eletti nelle liste di Raffaele Fitto. Più che al presidente, allora, rivolgo un invito al segretario del mio partito affinché si avvii immediatamente una discussione che coinvolga tutto il PD pugliese, perché rischiamo di smarrire definitivamente la coerenza tra l’attività istituzionale e la volontà politica della nostra base. Ciò che più conta".

Tra i più agguerriti c’è l'on. Michele Bordo. Sul "trasformisco senza freni", il deputato sipontino esige una discussione a tutti i livelli nel partito: “La nomina di Rocco Palese ad assessore regionale alla sanità in Puglia è politicamente molto grave. Trovo inaccettabile che sia stato scelto per questo ruolo il co-autore del piano di riordino ospedaliero approvato dalla giunta Fitto. Contro quel piano il centrosinistra fece una battaglia politica molto forte. Fu anche per questo motivo che allora vincemmo le elezioni regionali in Puglia, aprendo finalmente una nuova fase politica. Non possiamo tornare indietro con la nomina alla sanità di uno storico ed autorevole esponente del centrodestra. Chiedo che si faccia immediatamente una discussione politica a tutti i livelli nel partito. Basta con questi trasformismi senza freni".

Questo invece il commento del segretario pugliese, l'on. Marco Lacarra: “Il Partito Democratico è da sempre il primo sostenitore del presidente Emiliano e, qualche volta anche con spirito critico, ma sempre costruttivo, ne ha condiviso la linea in modo generoso, tanto da essere stato il perno della coalizione che ne ha permesso la rielezione nel 2020. Comprendiamo la sua buona fede nell’indicazione di Rocco Palese per l’incarico di assessore regionale con delega a sanità e controlli interni, come espressione di competenza e impegno, ma gran parte dell’esperienza da lui maturata negli ultimi 20 anni si è però consumata nel campo del centrodestra. Resta vivo il ricordo della battaglia durissima che si consumò alle elezioni regionali del 2010 e che lo vide avversario di Nichi Vendola. L’indicazione di Rocco Palese non può quindi non creare imbarazzo e turbamento a chi, anche nel nome di Emiliano, lo ha fortemente avversato sul territorio ricordandogli le notevoli falle nella gestione del bilancio e della sanità che hanno caratterizzato l’era Fitto. Una stagione, quella, improntata a una visione nettamente opposta rispetto a quella dell’amministrazione Emiliano. Fermo restando il rispetto per le scelte del presidente, che gode del pieno diritto di individuare figure di sua fiducia nella composizione della Giunta, il Partito Democratico, pur informato preventivamente di questa decisione, ritiene necessario un approfondimento della situazione politica che coinvolga i rappresentanti istituzionali del territorio, affinché, attraverso un confronto franco con il presidente, si possano mettere a fuoco gli obiettivi che il governo regionale intende raggiungere e la rotta che si propone di seguire per tenere fede, pur nella consapevolezza di un quadro politico nazionale in continua evoluzione, al patto stretto con le forze politiche e con i pugliesi alla vigilia delle elezioni del 2020.”

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