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Coltiva marijuana, la distribuisce ai malati e si autodenuncia: "Perchè non mi arrestate?"

Protagonista è la segretaria dei Radicali Italiani, Rita Bernardini. Si è autodenunciata per rimarcare lo strumento della disobbedienza civile come istituto della lotta non violenta

Il 29 gennaio, a Foggia, Rita Bernardini, segretaria di Radicali italiani, ha ceduto ai malati dell’associazione ‘La Piantiamo’, 120 grammi di marijuana da lei coltivata. Il giorno dopo si è presentata in Procura con il video della cessione e le foto della coltivazione per autodenunciarsi.

La disobbedienza civile della Bernardini (dedicata a Marco Pannella) nasce dall’esigenza di richiamare l’attenzione delle istituzioni sull’accesso ai farmaci a base di cannabinoidi per migliaia di malati in Italia. Dal 2007 infatti, con un decreto dell’allora Ministro della Salute Livia Turco, i cannabinoidi sono stati riconosciuti nel nostro Paese come farmaci, ma dopo sette anni da quel provvedimento solo 100 malati in tutt’Italia riescono oggi a farne uso.

I problemi sono innanzitutto di natura burocratica, dal momento che essendo vietata in Italia la coltivazione il farmaco è importato dall’Olanda; ma buona parte delle difficoltà derivano anche dalla disinformazione dei medici stessi, e dai costi che ormai oscillano sui 35 euro al grammo. Così la segretaria di Radicali italiani lo scorso 6 giugno in una conferenza stampa organizzata insieme all’associazione Luca Coscioni e all’associazione Lapiantiamo ha deciso di piantare 13 piante di fronte a Montecitorio.

Due vasetti sono stati sequestrati dalla polizia in piazza, le altre 11 piante sono cresciute indisturbate sul terrazzo della Bernardini che ne ha documentato la crescita pubblicando ogni settimana le foto dei vasi su Facebook. Il prodotto di questa coltivazione, circa 120 grammi, è stato poi dalla stessa consegnato ai malati dell’associazione La Piantiamo.

La cessione è stata documentata con un video che il pomeriggio del 29 gennaio è stato proiettato nell’ambito del convegno “Cannabis terapeutica: dalla cura proibita alla cura possibile”, e quindi consegnato agli ufficiali della polizia giudiziaria di Foggia che il giorno dopo hanno ricevuto l’autodenuncia della Bernardini.

Nel verbale di ricezione della denuncia la segretaria di Radicali italiani dichiara: “ritengo che io debba subire la stessa sorte dei tanti consumatori e non, che in caso di coltivazione della medesima sostanza, anche se di poche piante, finiscono arrestati e spesso reclusi”. A questo punto “ravvisandosi nel contenuto dei fatti descritti estremi di reato” il verbale viene interrotto e, con atto a parte, si provvede all’elezione del domicilio e alla nomina di Giuseppe Rossodivita come difensore di fiducia. Oggi la denuncia è stata trasmessa al Pm di turno che deciderà se aprire un’inchiesta a carico della Bernardini.

Questa iniziativa è stata ideata e messa in pratica solo da lei o hanno collaborato altre persone? E’ stata una mia iniziativa e con me non ha collaborato nessuno. La mia volontà era esclusivamente che quello che io definisco un farmaco giungesse nelle mani dei malati. A questo punto, ravvisandosi nel contenuto dei fatti descritti estremi di reato, il verbale viene interrotto e con atto a parte si provvederà all’elezione del domicilio e alla nomina del difensore di fiducia.

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