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Addio premio di maggioranza per Emiliano: i seggi scendono a 27, niente da fare per la cerignolana dem Teresa Cicolella

Il ricorso della candidata del Pd nella Circoscrizione di Foggia rimasta fuori dal Consiglio regionale dovrebbe essere discusso il prossimo 30 novembre, ma ormai ripone poche speranze nell'udienza

L'ultima rideterminazione della ripartizione dei seggi per pervenire alla "finale individuazione dei candidati da proclamare eletti e da insediare legittimamente nel Consiglio regionale pugliese" che arriva dalla Prefettura di Bari sembra essere davvero quella definitiva.

I verificatori Rossana Riflesso e Massimo Santoro, delegati dal Prefetto di Bari, hanno portato a termine il compito che la Terza Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia, presieduta da Orazio Ciliberti (il magistrato che è stato anche sindaco di Foggia), aveva affidato loro venti giorni fa, e hanno trasmesso la relazione dell'attività nei termini previsti dall'ordinanza. Pronunciandosi sui ricorsi presentati da Sergio Blasi (Partito Democratico) e Antonio Paolo Scalera (La Puglia Domani), il Tar aveva dettato i criteri per riassegnare nuovamente i seggi, anche sulla scorta del pronunciamento del Consiglio di Stato del 30 luglio scorso, e aveva rinviato per il prosieguo alla pubblica udienza del 30 novembre.

Addio al premio di maggioranza: i seggi che spettano alla 'coalizione vittoriosa', come definita nella relazione dei verificatori, passano da 29 a 27. Risultano fuori dal Consiglio regionale Francesco La Notte e Mario Pendinelli e i Popolari con Emiliano perdono 2 seggi, mentre la lista Con Emiliano ne perde uno ed esce Giuseppe Longo; entrano Carmelo Grassi, eletto del Pd nella Circoscrizione di Brindisi, Antonio Paolo Scalera (La Puglia Domani) che occupa il seggio spettante al candidato alla carica di presidente primo dei non eletti, e Vito De Palma (Forza Italia). Niente da fare, anche questa volta per la cerignolana Teresa Cicolella.

La controversia elettorale, senza precedenti, è connotata da una serie di ricorsi incrociati. La materia è alquanto complessa e anche gli addetti ai lavori faticano a districarsi tra la normativa di riferimento e le diverse interpretazioni. Tutto è partito dalla discrepanza tra l'attribuzione dei seggi effettuata dal ministero dell'Interno e quella della Corte d'Appello di Bari. Il Viminale, tra le altre cose, aveva assegnato anche il terzo seggio Pd alla Circoscrizione di Foggia, poi saltato. Gli esclusi hanno impugnato il verbale di proclamazione degli eletti e tutti gli atti connessi.

"Il mio ricorso non è mai stato discusso", spiega oggi Teresa Cicolella. L'udienza era stata fissata inizialmente il 14 gennaio, poi rinviata all'8 maggio e da lì direttamente al 30 novembre. Il ricorso di Sergio Blasi, praticamente identico perché contestava lo stesso criterio di assegnazione dei seggi nelle circoscrizioni, è stato discusso al Tar l'8 maggio ed è stato accolto. E allora che è scattato il primo riconteggio: i giudici amministrativi hanno demandato al prefetto di Bari, in qualità di commissario ad acta, il compito di verificare lo scorrimento della graduatoria.

Il 30 luglio, poi, il Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi dei consiglieri regionali Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea e ha riformato la sentenza del Tar di Bari, confermando i risultati elettorali come proclamati dall'Ufficio Elettorale Centrale e lo scorrimento degli eletti del Partito Democratico, dunque, lasciando fuori Sergio Blasi e Teresa Cicolella. Proprio quel pronunciamento ha cristalizzato il principio adottato nell'ultima rideterminazione dei seggi per cui "lo scorrimento della graduatoria decrescente dei voti che residuano, dopo il riparto dei voti a quoziente intero, va effettuato nel senso di attribuire, prima di tutto, il seggio alla circoscrizione che ne è rimasta priva, per poi riprendere lo scorrimento della graduatoria dalla testa, ai fini dell’assegnazione degli ulteriori seggi".

Teresa Cicolella ormai ripone solo flebili speranze nell'udienza del 30 novembre. Il Tar dovrebbe sconfessare, in pratica, il Consiglio di Stato che si è già espresso due mesi fa su un caso identico. È più probabile che l'appello venga rigettato proprio in virtù del pronunciamento sull'analogo ricorso di Blasi. È altrettanto plausibile, piuttosto, che i consiglieri regionali Pendinelli e La Notte, che dovranno lasciare il posto a due eletti dell'opposizione, possano impugnare il provvedimento davanti al Consiglio di Stato per chiedere il ripristino del premio di maggioranza. Nel caso dovesse essere accolto il ricorso, Teresa Cicolella potrebbe rientrare in partita perché al Pd spetterebbero 17 seggi anziché 16.

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