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I cinquestelle foggiani che hanno detto sì al Mes. Tutti tranne Rosa Menga. "Il Movimento non lo attiverà mai"

Il via libera alla modifica del trattato intergovernativo è la moneta di scambio per la trattativa sul Recovery Fund: "Per noi è prioritario". E Pellegrini attacca il centrodestra: "Campagna indegna di disinformazione"

Sulla riforma del Fondo Salva-Stati i parlamentari Cinquestelle eletti in provincia di Foggia votano compatti, con la sola eccezione della deputata Rosa Menga, che è uscita dall'aula e non ha partecipato al voto solo e soltanto sul Mes, approvando gli altri punti della risoluzione, spacchettata alla Camera ma non al Senato.

"La posizione del MoVimento 5 Stelle è sempre stata e rimane contraria al ricorso al Meccanismo Europeo di Stabilità che in questo momento non è in ballo". Come vanno ripetendo nelle ultime ore tutti i suoi colleghi, infatti, le Camere erano chiamate ad esprimersi sulla riforma del trattato intergovernativo, "che non è stato chiaramente sottoscritto quando c'era il M5S al governo perché risale al 2012. Perché adesso il Parlamento decide sostanzialmente di dare il nulla osta a questa riforma? Perché il Consiglio Europeo che è in corso nelle giornate di oggi e domani vede il presidente del Consiglio impegnato in una sfida di tutto rispetto, che è quella di ottenere lo sblocco immediato delle risorse del Recovery Fund e sappiamo tutti quanto ne abbiamo bisogno. Polonia e Ungheria hanno posto un veto su queste risorse e si sta cercando di mediare affinché tutti i Paesi che le hanno richieste, tra cui c'è appunto l'Italia, possano ottenerle il prima possibile - spiega Rosa Menga - Per noi il Recovery Fund è prioritario e se il veto dell'Italia - che purtroppo è isolata in Europa perché ci sono Paesi che la riforma del Mes la vogliono - in questo momento, indebolisce il presidente Conte nelle trattative, è chiaro che questo tema diventava merce di scambio, posto che, lo ribadisco, non è nostra intenzione e fin quando saremo al governo non accadrà di ricorrere al Mes. Non si trattava di un voto di fiducia su questo governo, che da parte mia non è mai venuta meno, era però secondo me una risoluzione che, poiché conteneva esplicitamente l'impegno a finalizzare la riforma del Mes, risultava eccessivamente rinunciataria rispetto alle nostre posizioni storiche, come a dire: Conte poteva avere mandato di trattare in Consiglio Europeo senza che il Parlamento lo impegnasse esplicitamente a porre la sua firma su quella modifica. È una questione meramente politica in questo momento, non è una questione tecnica, perché nella sostanza non cambia nulla: l'Italia non farà ricorso al Mes e la riforma probabilmente si sarebbe fatta comunque perché sono tutti gli altri Paesi europei a chiederla, non l'Italia".  

Emozionata quando ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo alla risoluzione la deputata Marialuisa Faro che dai social chiarisce: "Il no del MoVimento 5 Stelle e di questo Governo all'utilizzo del Mes resta fermo. Ma una cosa deve essere chiara: chiunque si stia affannando, tra attacchi sui media e manovre di palazzo, per indebolire questo Governo in piena pandemia, per poter mettere le mani sui 209 miliardi del Recovery Fund sta facendo del male al Paese. Cercano di dividere il MoVimento 5 Stelle per far cadere il presidente Conte. Non glielo permetteremo. Il MoVimento 5 Stelle è unito e rimaniamo compatti al fianco del nostro presidente, lavorando nel solo interesse dei cittadini".

Hanno detto sì anche i deputati Carla Giuliano, Giorgio Lovecchio e Francesca Troiano. "Abbiamo riconfermato la fiducia al premier Conte a rappresentarci al meglio in Europa, come due anni fa - afferma Lovecchio - Non abbiamo votato la ratifica del Mes, non confondiamo le cose, bensì la possibilità che Conte andasse a contrattare sul Mes, altrimenti si sarebbero messi in discussione anche i 209 miliardi del Recovery Fund, e in questo momento l'Italia non si può permettere di sfiduciare il premier e poi perdere anche l'occasione del Recovery Fund".

Piena fiducia al premier anche dalla deputata Francesca Troiano: “Sul punto in questione ho votato affermativamente per tutto il lavoro che si sta portando avanti in tema di rilancio del Paese, non soltanto in termini economici ma anche e soprattutto sociali”.

Nell'altro ramo del Parlamento, chiaro e applauditissimo nel suo intervento (contestato dal centrodestra) il senatore Marco Pellegrini: "Non volevamo un Meccanismo europeo di stabilità che è nato come una sorta di banca, estraneo alle istituzioni dell'Unione, il cui board attualmente è formato da soggetti che nulla hanno a che fare con l'Europa. In questi ultimi mesi e anche oggi in aula abbiamo assistito a una campagna di disinformazione indegna da parte dell'opposizione: da marzo in poi non è passato un solo giorno che Salvini, Meloni e altri raccontassero la menzogna che Conte aveva firmato o richiesto nottetempo il Mes - a volte dicevano firmato a volte richiesto, non avevano nemmeno le idee ben chiare - e invece la verità storica scritta nei resoconti delle Camere e della presidenza del Consiglio, nelle carte ufficiali, nei libri di storia e in quelli di cronaca è che il Mes è stato approvato dal governo Berlusconi 4 con dentro la Lega e il centrodestra nel consiglio Europeo di Bruxelles del 24 e 25 marzo 2011, non oggi". Qui giù applausi della maggioranza mentre l'opposizione borbotta. "Il successivo 3 agosto 2011 alle ore 10:50 il Consiglio dei Ministri approvò il disegno di legge per la ratifica del Mes: lo avete approvato voi. Noi oggi non approviamo il Mes per la semplice ragione - ha concluso in aula - che lo approvò il centrodestra tra i 2010 e il 2012. E inoltre oggi noi non attiviamo il Mes cioè non ne richiediamo il finanziamento perché finché ci sarà il M5S al governo la linea di credito del Mes non sarà mai richiesta dall'Italia perché non ne abbiamo bisogno, non abbiamo necessità di cassa". Anche lui ha votato sì. "Nella risoluzione ci sono scritte delle cose molto importanti per noi e che sono nostri baluardi - aggiunge oggi - Abbiamo messo nero su bianco che il Mes deve diventare uno strumento all'interno dell'ordinamento europeo. Attualmente il Mes è un trattato intergovernativo. Nel Consiglio di amministrazione non c'è una persona che sia stata eletta al Parlamento Europeo o indicata da istituzioni europee: sono i direttori generali dei ministeri dell'Economia dei singoli Paesi. Noi abbiamo sempre detto che era una cosa sbagliatissima e la volevamo cambiare. Fino all'altro ieri sembrava impossibile, invece, nella risoluzione, la maggioranza di governo, quindi siamo stati capaci di convincere anche gli altri, ha sancito che bisogna cambiare nei prossimi mesi, settimane, o anni che dir si voglia il Mes perché deve diventare uno strumento all'interno delle istituzioni europee".

La senatrice Gisella Naturale lo scrive a chiare lettere e a caratteri cubitali: "Il voto di oggi non è stato un voto sul Mes ma su una risoluzione per dare mandato al presidente Conte di andare in Europa e continuare a lottare per ottenere ciò per cui come MoVimento 5 Stelle abbiamo da sempre lottato. Un voto per la modifica del patto di stabilità, per il superamento del carattere intergovernativo del Mes". Ripercorrendo la cronistoria del trattato proprio come il collega Pellegrini aggunge che "il M5S è impegnato a riformare in melius il Mes prevedendo il sistema europeo di assicurazione dei depositi bancari (Edis) e il fondo di risoluzione unico per le crisi delle banche". E conclude categorica: "Il M5S non attiverà mai il Mes".

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