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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Piano Casa, il Governo impugna l'ennesima proroga della Puglia. Legambiente: "Consiglio regionale incapace"

Il Consiglio dei ministri ha deliberato di impugnare l'ennesima proroga. Da Forza Italia feroci critiche all'assessora Maraschio: "Improvvisazione alle stelle"

Il ricorso alla Corte Costituzionale era nell’aria, e il consigliere regionale Fabiano Amati, sostenitore negli anni della legge sul Piano Casa e delle relative proroghe, un mese fa, faceva appello ai parlamentari per scongiurarlo. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, ha deliberato di impugnare l’ennesima proroga al Piano Casa al 31 dicembre 2022, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 9 novembre.

Quel giorno erano assenti l’assessora all’Ambiente e all’Urbanistica Anna Grazia Maraschio, che aveva espresso parere contrario, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Non è la prima volta che il Governo boccia la proroga. Amati aveva avvertito che i ministeri della Cultura e delle Infrastrutture avevano preparato un dossier.

“Adesso è necessario e urgente voltare pagina ha dichiarato all’indomani l’assessora regionale Maraschio - È necessario e urgente costruire una norma, su cui sono personalmente impegnata da mesi, che dia riferimenti certi ai comuni, agli imprenditori e ai cittadini. E soprattutto, una norma capace da un lato di tutelare l’immenso patrimonio storico, architettonico e naturalistico della Puglia, e dall’altro di rispondere alle legittime esigenze abitative”.

Sulla necessità di una legge strutturale e di un intervento organico, per inciso, convenivano anche i consiglieri intervenuti nel dibattito. L’impugnativa, secondo l’assessora, ora “richiede un cambio di passo in materia di urbanistica”, perché il regime di proroga “lascia spazio a troppi dubbi, anche dal punto di vista legislativo, che la Puglia non può permettersi”.

Le sue dichiarazioni attirano le feroci critiche di Forza Italia che parla di “improvvisazione alle stelle e assenza di qualsiasi indirizzo di programmazione da parte dell’assessorato regionale”. La Regione Puglia, secondo i consiglieri Stefano Lacatena, Giandiego Gatta, Paride Mazzotta e Vito De Palma, “è diventata un interlocutore inaffidabile per il Governo. Di qui, il cortocircuito: non c’è stato dialogo istituzionale e le dichiarazioni dell’assessore sono incredibili e paradossali”. Rivendicano di aver chiesto loro, in tempi non sospetti, un cambio di passo, un “nuovo corso”, “senza trovare alcuna sponda". Il ricorso, secondo il gruppo, fonda "su presupposti irragionevoli e dannosi per la Puglia, ma che affonda allo stesso tempo le radici in un governo dell’Urbanistica senza idee, senza interventi e senza visione precisa. Tradotto: una gestione quasi dilettantistica e, quindi, offensiva di una comunità regionale che merita di essere condotta da chi è abbastanza competente almeno da non produrre danni di tale entità”.

La Lega se la prende con “il virus della burocrazia”: il senatore Roberto Marti e il capogruppo alla Regione Puglia, Davide Bellomo, bollano come “esclusivamente ideologica” la decisione del ministero che produce “un danno incalcolabile per l’economia pugliese” e, secondo i leghisti, “non ha alcun fondamento legislativo”: “La legge nazionale istitutiva del Piano Casa e la conferenza Stato Regioni, infatti, non hanno escluso drasticamente l’applicazione della norma per le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, ma solo nel caso di abusi edilizi già realizzati, centri storici e zone a inedificabilità assoluta”. Per loro impedire la proroga sarebbe “un atto scriteriato”.

Il Cinquestelle Cristian Casili, vicepresidente del Consiglio regionale, invoca “un intervento organico e strutturale, di cui si parla da troppo tempo”, e ormai improcrastinabile. “Abbiamo condiviso negli anni la misura e votato le successive proroghe per senso di responsabilità e perché lo riteniamo uno strumento utile per rilanciare l'economia e migliorare la qualità architettonica, energetica e ambientale del patrimonio edilizio esistente, in modo da contrastare il consumo di suolo - afferma Casili - Al tempo stesso, ne abbiamo denunciato le storture e i numerosi interventi derogatori della pianificazione urbanistica, che in molti casi hanno snaturato la ratio della legge. Per questo, abbiamo sempre chiesto una visione più organica della materia, opponendoci alle innovazioni normative finalizzate a consentire, attraverso questo strumento, qualsivoglia trasformazione edilizia. Le continue modifiche della norma non hanno fatto altro che produrre confusione e incertezze per le imprese, i professionisti del settore e gli stessi Comuni, appesantendo aspetti che invece andrebbero semplificati”.

Legambiente Puglia aveva già bocciato il Piano “fatto nel nome della speculazione edilizia”. Secondo il presidente Ruggero Ronzulli “non basta utilizzare la parola ‘ecosostenibile’ per risolvere un vuoto legislativo”. L’associazione ambientalista chiede all’assessora Maraschio di avviare una legge di riforma complessiva, “forte anche del fatto che la sua opposizione a quella proroga era giusta e necessaria”, avviando urgentemente un tavolo di lavoro condiviso. Questa situazione, secondo Legambiente, “dimostra, purtroppo, l’incapacità del Consiglio Regionale pugliese nel legiferare in tempi certi e per il bene comune”. 

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