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L'esercito delle donne mette in guardia Emiliano: "Priorità a cittadinanza di genere"

Tra le richieste di Molendini, Zaccaria, Cicolella e Carbonelli una legge sulla "cittadinanza di genere" e la modifica dello statuto regionale (in vista di una nuova legge elettorale), così come da lui stesso dichiarato in più occasioni

“Emiliano, attenzione alla parità di genere”. Questo l’appello che gli organismi istituzionali di parità della Regione Puglia rivolgono al neo governatore, ricordandogli impegni e promesse. La consigliera di parità Serenella Molendini e la supplente Teresa Zaccaria, insieme con la presidente della Commissione Pari Opportunità Rosa Cicolella, e la presidente della consulta femminile Anna Maria Carbonelli, infatti, chiedono particolare attenzione al tema in politica e nel lavoro.

“L'invisibilità e il non riconoscimento delle donne pugliesi, dimostrati dalla mancata elezione, nella maggioranza, di donne in Consiglio Regionale, ma anche dalla forte disoccupazione e inattività femminile che produce maggiore povertà e minore PIL in Puglia, sono una responsabilità di tutti”, spiegano. E puntano il dito contro “i partiti innanzitutto: spesso la vita del Partito - come quella del lavoro - per tempi e modalità non favorisce la presenza delle donne (d’altra parte tutti i Segretari Regionali sono uomini…)”.

Ma è una responsabilità anche del Consiglio regionale precedente (che ha bocciato, in spregio all’art. 51 della Costituzione, gli emendamenti della legge elettorale), dei responsabili politici - sia a livello regionale sia a livello comunale- che, nel momento di attribuzione degli incarichi fanno affidamento esclusivamente sugli uomini (assenza di donne negli incarichi in sanità, nelle direzioni di area, nei CDA delle Società partecipate ecc.).

“Eppure – puntualizzano - nella crisi che le società di mercato stanno attraversando, nel disordine patriarcale che le donne hanno subito, nelle controriforme del potere che, di fatto, nega o cerca di negare loro la libertà, le donne, dando prova di energia e determinazione, stanno conquistando - da sole - la propria indipendenza da padri, compagni, mariti, mostrando di saper ritrovare spazi di benessere, di dialogo e ascolto e un modo migliore di lavorare e di essere comunità”.

Si legge ancora nella lettera inviata ad Emiliano: “In questi anni abbiamo incontrato moltissime donne capaci, brave, competenti, innovative, ma purtroppo l'emersione di nuove soggettività portatrici della propria presenza, della propria voce, delle proprie capacità non è stata sostenuta, né da parte dei Partiti né da parte dei rappresentanti delle Istituzioni”.

Per questo le stesse chiedono al presidente Emiliano di accogliere la proposta per l’elaborazione partecipata di una legge sulla ‘Cittadinanza di Genere’ che non sia una semplice rivendicazione di diritti, ma una riconcettualizzazione della questione politica e del potere che ne è alla base. “Il metodo - assicurano - sarà quello già utilizzato negli Stati Regionali delle donne di Puglia che ha visto la partecipazione attiva e propositiva di più di 600 donne e uomini: democratico, orizzontale, non gerarchico, inclusivo, di ascolto, di visibilità per tutte, di sintesi ragionata e partecipata”.

Ancora, chiedono al ‘Sindaco di Puglia’ di soprassedere alla nomina degli altri tre Assessori uomini al fine di evitare che la Puglia appaia davvero come una regione “sessista”, di impegnarsi affinché il Consiglio regionale proceda in tempi brevissimi alla modifica dello statuto regionale (e successivamente ad una nuova legge elettorale), così come da Lui stesso dichiarato in più occasioni.

“La cittadinanza di genere è una “pratica difficile” a causa di un potere cristallizzato che non è stato capace, ai vari livelli, di rinunciare alla vecchia forma verticale – concludono - in cui il potere da sempre si esprime, per legittimarsi in una forma orizzontale e più democratica. Ci auguriamo che il Presidente Emiliano voglia farsi interprete di questo forte rinnovamento culturale e di civiltà”. Presidente avvisato, mezzo salvato.

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