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Parco del Gargano, il comitato del 'Manifesto' replica a Pecorella: "Nessun attacco personale, non siamo forcaioli "

Piemontese, Ottaviano e Antonacci: "Per parlare di futuro bisogna parlare di come si è fatto il passato: rispetto a questa analisi abbiamo bocciato la gestione Pecorella, che per noi non può più essere garante di cambiamento”

Il comitato del “Manifesto per il buon Governo” del Parco Nazionale del Gargano - che di fatto sfiducia l’operato e la gestione dell’attuale presidente Stefano Pecorella e che è stato recentemente acquisito dalla commissione Ambiente della Camera dei Deputati - prende la parola e risponde, punto su punto, alle dichiarazioni del presidente uscente dell’Ente, rilasciate in una intervista di FoggiaToday.

“La nostra non è assolutamente una discussione distorta”, mettono subito in chiaro Felice Piemontese, Domenico Ottaviano, Domenico Sergio Antonacci. “Noi non abbiamo alcun interesse, politico o personale rispetto all’ambiguità di alcuni sindaci che ancora non dichiarano in modo univoco la loro posizione, se non quello di lavorare per far funzionare un ente che per troppo tempo è stato lontano dai bisogni del territorio”.

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“Il Parco Nazionale del Gargano è l’unico ente sovracomunale che sui due cardini della conservazione e dello sviluppo può migliorare in modo strategico la nostra terra. Non è altresì un attacco personale a Pecorella nonostante - precisano - l’abbiamo ribadito più volte e nonostante più occasioni si cerca di spostare verso questo aspetto, verso l’aspetto della solidarietà istituzionale, la questione. È ovvio che per parlare di futuro bisogna parlare di come si è fatto il passato: rispetto a questa analisi abbiamo bocciato la gestione Pecorella Presidente, non Pecorella persona, che per noi non può più essere garante di cambiamento”.

“E se a dirlo sono oltre quindici associazioni ambientaliste evidentemente non siamo sicuramente ad accuse strumentali o personali. Evidentemente servirebbe una foto dell’incontro del 28 gennaio a Vico del Gargano al Presidente Pecorella per contare le persone che di sabato pomeriggio, liberamente e senza inviti personali, hanno scelto di partecipare all’incontro e capire se erano più verso la trentina come dici lui o più verso l’ottantina”.

“Lo stesso vale per il mancato invito a lui: noi avevamo ribadito sin dall’inizio che non avremmo fatto inviti e che ci avrebbe fatto piacere che tutti quelli che volessero discutere del futuro del Parco partecipassero all’evento auspicando, lo abbiamo fatto con una dichiarazione stampa, la presenza dello stesso Pecorella che di fatti abbiamo ringraziato per essere presente”.

Ancora, Piemontese, Ottaviano e Antonacci intendono mettere i puntini sulle “i” sul termine “clientelismo”, che appare nel Manifesto. “Il nostro documento lo utilizza così ‘La gestione dell’ente deve perseguire unicamente il solo bene del territorio del Parco e della sua comunità, abnegando del tutto azioni di clientelismo, logoranti per il territorio’. Ci si dica cosa si trova di male nel fare questo auspicio. Non si dimentichi infine che fino ad aprile 2015 il Consiglio Direttivo non era operativo e che per quasi cinque anni, tra due di commissariamento e quasi altri tre dalla nomina, la gestione è stata più di una volta più da amministratore unico che da collegiale”.

“Ma potremmo parlare anche di questo in modo più dettagliato leggendo atti, delibere e nomi ma non è il nostro obiettivo perché noi guardiamo al futuro dell’ente non al suo passato. È il manifesto che parla per noi. La comunità deve essere al centro, la governance dell’ente efficace, mirata alla conservazione ma anche allo sviluppo per far restare le giovani generazioni su questo territorio, nonché accessibile e trasparente. Ora tocca a chi ha la responsabilità della nomina, sono loro che se vogliono possono fare la differenza e far rifiorire il Parco seguendo la logica nuova che proponiamo”

Concludono i referenti del Comitato: “Noi non diciamo di avere seicento persone dietro: lo dicono i fatti. Basti leggere la petizione lanciata su Change.org firmata da quasi 600 persone con nome e cognome. Non siamo dei forcaioli e non porteremo gente a protestare in piazza o alla sede del Parco: la nostra forza sono i giovani, l’assoluto distacco da interessi personali e politici e la voglia, forte giorno dopo giorno anche tra Bari e Roma, di cambiare. E ci riusciremo”.

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