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Vigiano e Fiore passano all’opposizione: la replica del sindaco Landella

Franco Landella replica alle dichiarazioni di Alfonso Fiore e Antonio Vigiano, esponenti di CapitAmata Civica passati ora all’opposizione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

“Ho appreso con grande stupore della decisione dei consiglieri Alfonso Fiore e Antonio Vigiano di abbandonare la maggioranza di centrodestra e di passare all’opposizione. Una decisione del tutto incomprensibile, peraltro motivata con argomenti assolutamente risibili e tutti avvitati su questioni che hanno a che fare con l’ottenimento di postazioni di governo. Trovo inammissibile il riferimento a valori come la dignità ed il rispetto reciproco, proprio perché sventolati da chi, in questa vicenda, ha attuato forme di comportamento che nulla hanno a che vedere con questi principi. Come emerge chiaramente dalla dichiarazione congiunta dei due consiglieri comunali, l’oggetto del contendere è la firma del decreto sindacale di nomina assessorile per Leonarda Di Matteo, dunque il riconoscimento di una rappresentanza in Giunta per il Movimento Civica per la CapitAmata. Nessuno troverà una mia dichiarazione in cui io abbia escluso questa possibilità, che rientra nell’ambito della verifica politico-amministrativa che si è aperta in questi mesi.

Il motivo di frizione, come Fiore e Vigiano dichiarano apertamente, è quindi esclusivamente la tempistica della nomina, che i due evidentemente vorrebbero fosse determinata dalla loro volontà e non dai tempi della politica, ignorando – o facendo finta di ignorare – che la norma assegna il potere di nomina assessorile al sindaco e non ai consiglieri comunali. Così in questi due giorni ho assistito a situazioni paradossali. Ho assistito a fughe di notizie – chiaramente pilotate –, a selfie del consigliere Vigiano con l’assessore in pectore scattati in Sala Giunta, come se egli si trovasse in una specie di reality show, e distribuiti alla stampa come se la nomina fosse già avvenuta in via formale. Il tutto senza rispettare le istituzioni, le comunicazioni che in questi casi vengono formulate in via ufficiale dall’Ente, le forze politiche, i consiglieri comunali ed i diretti interessati, soprattutto dal punto di vista umano. Ho assistito a ricostruzioni – anch’esse pilotate – finalizzate a descrivere il sindaco di Foggia come sprovvisto di una maggioranza consiliare e, di conseguenza, soggetto talmente debole da dover cedere alla pressione dei due consiglieri. Strategie che evidentemente avevano il chiaro obiettivo di forzare la mano al sindaco circa i tempi di firma del decreto di nomina.

Ho assistito alla scena grottesca dei due consiglieri comunali, arrivati appositamente a Peschici e vestiti di tutto punto, intenti ad aggirarsi sulla spiaggia alla ricerca dell’ombrellone del sindaco e poi, non contenti, recarsi presso la sua abitazione per sollecitare, con fare tutt’altro che sereno, sempre e solo la firma del decreto di nomina assessorile per Leonarda Di Matteo, finita, suo malgrado, in questa dinamica che sarebbe un’ottima sceneggiatura per un film comico se non avesse come protagonisti due componenti della massima Assemblea cittadina. In tanti anni di militanza politica e di rappresentanza istituzionale mai avevo assistito a situazioni del genere, per le quali provo francamente vergogna.

Nonostante tutto questo non ho rilasciato una sola dichiarazione polemica. Ho semplicemente rivendicato, senza darne notizia alla stampa, il diritto di consumare tutti i passaggi politici propedeutici alla chiusura della verifica amministrativa in corso. Non c’è quindi nulla di politico nella decisione dei consiglieri Fiore e Vigiano diabbandonare la maggioranza di centrodestra, nelle cui fila sono stati eletti. E non c’è neppure nulla che abbia anche solo vagamente a che vedere con la dignità umana e personale, se non per quello che riguarda le inspiegabili pressioni che i due consiglieri comunali hanno attuato nei miei confronti. In questi anni ci sono stati momenti di forte ed aspra dialettica politica, senza che però mai si scendesse ad un livello così basso.

Ciascuno è ovviamente libero di scegliere le proprie priorità e di assumere le decisioni che ritiene più opportune. Per i consiglieri Fiore e Vigiano la priorità era ed è soltanto l’ottenimento di un posto in Giunta, nei tempi e nei modi da essi stabilito, usando il ‘peso’ del loro voto in Consiglio comunale come una clava da brandire contro il proprio sindaco. Io, invece, resto convinto che la politica sia qualcosa di più nobile e di molto distante da queste pratiche, rispetto alle quali la nostra comunità esprimerà il suo giudizio”.

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