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Regionali Puglia 2020 San Severo

Il no alle donne riempilista e il 'film' di Rosa Caposiena. "Sarebbe bello che qualche maschietto saltasse le Regionali"

L'esponente di Forza Italia lascia intendere, con una provocazione lanciata sui social. di non essere disposta a una candidatura di servizio in caso di introduzione della parità di genere nella legge elettorale pugliese (ancora in bilico)

"Sarebbe bello trovare qualche maschietto che si sacrifica saltando le Regionali, sostenendo la femminuccia in una logica di ricambio e di prospettive in evoluzione. Sì, mi rendo conto, è un film. E i film mi piacciono. Soprattutto se hanno un bel finale a sorpresa". È la conclusione di un articolato ragionamento di Rosa Caposiena, capogruppo di Forza Italia al Comune di San Severo, esponente di rilievo del partito in provincia di Foggia. In concomitanza con l'indicazione sull'introduzione della parità di genere nella legge regionale pugliese - ad oggi "mero atto di indirizzo del Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia", come ha tenuto a specificare la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità Patrizia del Giudice - è ripartito il toto nomi femminili.

Non è escluso che Forza Italia possa scommettere sulla consigliera comunale di San Severo e chiederle di scendere in campo. Ma lei, rossa e ferrigna, lascia intendere che di candidature di servizio non ne vuole sapere. "Siamo al punto in cui - osserva con un'efficace metafora - i vestiti di alta sartoria, salvo qualche bottone che salterà a sorpresa, sono già stati cuciti addosso e dunque non sarebbe cosa gradita ai favoriti ritornare in laboratorio per cominciare di nuovo a prendere le misure. La cosa che mi fa sorridere, fatta salva un’eccezione - e qui non è difficile immaginare che il riferimento possa essere a Michaela Di Donna -, è che alle donne della provincia di Foggia, specie con consenso, sembra venga chiesto semplicemente quello che politicamente si chiama 'sacrificio'. Atavici bisogni di 'devozione' della specie".

La doppia preferenza non basta. E, anzi, rischia di avvantaggiare i candidati più strutturati in caso di ticket. Andrebbero scardinate le logiche dei partiti, magari dal ventre, pena, forse, l'ammutinamento quando non si è più diposti a fare i riempilista. Rosa Caposiena si sofferma sull'etimologia della parola sacrificio. "E sul 'sacro' - scrive - mi si bloccano le coronarie. Perché sul soggetto sacro a cui immolarsi ci devi proprio credere e fidarti senza riserve. E naturalmente il discorso vale per tutti i partiti. È interessante ricordare che è chiamato ‘sacro’ anche quell’osso posto al termine della colonna vertebrale, una di quelle frazioni terminali che gli antichi greci sacrificavano agli dei, dopo averle asportate dalla vittima per la presunta presenza di energia spirituale. Ebbene molte donne della provincia hanno ancora dolori lombo sacrali per l’estrema generosità".

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