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Salvini ci prova, ma Meloni e Berlusconi fanno muro: le resistenze dei leghisti su Fitto in Puglia e Caldoro in Campania

Raffaele Fitto per la Regione Puglia e Stefano Caldoro per la Campania. Matteo Salvini: "Se nel centrodestra si fa uno sforzo di rinnovamento male non fa"

A tirar troppo la corda prima o poi si spezza. Matteo Salvini non sembra preoccuparsene, tutt'altro. Prosegue infatti il pressing sugli alleati di centrodestra Meloni e Berlusconi. Va avanti il tentativo di convincerli della sua idea di cambiamento da esporre ai pugliesi e ai campani. Per il Capitano si comincia da qui: "E' la nostra priorità". 

Salvini sostiene di non voler mettere le bandierine, ma pretende il programma e le persone migliori. Ritiene giusto concedere spazio a tutti, ma tiene a precisare una cosa, e cioè che "come governa la Lega lo dimostrano i governatori e i sindaci della Lega".

La scelta del candidato in Puglia spetta ai Fratelli d'Italia, in Campania a Forza Italia. Punto. Meloni e Berlusconi fanno muro. 

E se al segretario federale del Carroccio proprio non va giù la scelta di Stefano Caldoro per la Campania, più leggere appaiono invece le resistenze su Fitto.

Nel primo caso il ragionamento è il seguente: "Se in Campania la sinistra propone come cambiamento De Mita, De Luca, Mastella e Cirino Pomicino, io penso che dalla Lega e dal centrodestra gli elettori napoletani e campani si aspettino qualcosa che guarda avanti e non indietro". Caldoro ha governato la Campania dal 2010 al 2015.

Per quanto riguarda la candidatura di Fitto, i Fratelli d'Italia si stanno giocando la partita interna al centrodestra puntando sui sondaggi, che secondo i meloniani darebbero l'ex ministro in netto vantaggio su Emiliano. La percezione in senso lato e il sentimento raccolto sui social dai leghisti, stride però con i numeri in possesso del partito di Giorgia Meloni.

Tra i salviniani ed ex fittiani trapiantati nella Lega, il timore è che Fitto non abbia più l'appeal e la grinta del politico rampante che gli consentirono di vincere le elezioni regionali del 2000. 

Ed è per questo che l'idea di puntare nuovamente sull'europarlamentare, oltre al dato incontrovertibile che dalla sua prima e ultima volta da presidente della Regione Puglia sono trascorsi rispettivamente venti e quindici anni, non agevola la trattativa, che si è arenata ma che riprenderà, probabilmente, la prossima settimana, quella decisiva.

E il segretario federale della Lega non perde tempo per lanciare segnali. La tocca piano ma la tocca: "Se nel centrodestra si fa uno sforzo di rinnovamento male non fa". Salvini cederà per sfinimento, o magari il contrario. Chissà.

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