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Energas, i cinquestelle dicono “no” al referendum: “Ecco i motivi della nostra decisione”

Il Movimento 5 Stelle di Manfredonia e il consigliere comunale Massimiliano Ritucci, spiegano le ragioni del ‘no’ al referendum consultivo contro il deposito Gpl

I cinquestelle di Manfredonia dicono “no” al referendum sull’Energas e spiegano le ragioni della loro decisione: “Quando è stata notificata la fascetta della convocazione della seduta consiliare, ci siamo subito resi conto della inconsistenza del quesito referendario e della inutilità del referendum stesso. Come si fa a chiedere ai cittadini di esprimersi, a scopo puramente consultivo per giunta,  sulla destinazione dell’area insula DI/49 e, soprattutto, come si può promuovere una consultazione popolare quando, in tutte le salse, i cittadini hanno dichiarato la contrarietà al progetto Energas (azienda, tra l’altro, non citata nella prima stesura del quesito)?” Poi – specificano i pentastellati – che “un po’ di buonsenso ha consentito di cambiare, in corso d’opera (cioè durante lo svolgimento del consiglio comunale) la “domanda” da porre ai cittadini, facendo riferimento chiaramente a “Energas”

Il Movimento 5 Stelle cittadino ricorda “che ci fu una votazione quasi unanime del Consiglio comunale contro l’installazione dei dodici depositi di GPL da parte dell’azienda campana (n.7 del 17/09/2015- delibera n.28), oltre alle numerose firme raccolte tra i cittadini”. Quindi, aggiungono: “Dal momento che non abbiamo la presunzione di avere la verità in tasca, ci siamo preoccupati di chiedere un confronto con le varie associazioni, coordinamenti cittadini, movimenti popolari e politici che da tempo, come noi, si stanno spendendo sul territorio con azioni di informazione e sensibilizzazione sulla questione “Energas”. Ne è venuto fuori un dibattito animato ed articolato che ha prodotto, a maggioranza netta, la contrarietà al referendum, dichiarata ufficialmente in consiglio comunale dal portavoce Massimiliano Ritucci”

Queste le motivazioni: “è anacronistico perché aveva un senso  un anno fa quando il CTR (Comitato Tecnico Regionale) non aveva ancora espresso il NOF (Nulla Osta di Fattibilità) e, con espliciti riferimenti alla direttiva Europea 2012/18/UE -cosiddetta Seveso III-  l’esito del NO ce lo saremmo potuto spendere sui tavoli tecnici, che si sono tenuti nella fase preliminare;

La seconda ragione è che è “dispendioso perché un ingente spreco di denaro  graverebbe ancora una volta sull’intera collettività e con questa Amministrazione in forte situazione deficitaria”. In più sarebbe a loro dire inutile: “Come detto, dai cittadini, associazioni, movimenti e, persino, da S.E. l’Arcivescovo Mons. Castoro, è stata più volte espressa una netta contrarietà all’installazione Energas”.

Per i cinquestelle sipontini il referendum è anche dannoso: “Una vittoria del “no” nulla aggiungerebbe alle azioni in campo. Al contrario, una vittoria del ‘sì’ zittirebbe all’istante tutte le voci antagoniste e conferirebbe una legittimazione inopportuna alla speculazione predatoria in atto”.

I grillini sottolineano di aver concesso “un’apertura a chi, tardivamente e stracciandosi le vesti, prometteva impegno totale. Per far questo, però, abbiamo posto alcune condizioni: La prima, andata a buon fine, riguardava la riformulazione del quesito referendario, che passasse da una generale indicazione di insediamenti non meglio definiti ad un chiaro riferimento ad Energas. Le altre, riportate in consiglio dal portavoce Ritucci, chiedevano la sottoscrizione di un impegno morale a operare da subito per il NO, stilando un programma condiviso che prevedesse imponenti manifestazioni di piazza; convegni con personalità di rilievo tecnico che spieghino ai cittadini la pericolosità di questa  installazione; allestimenti di gazebo permanenti per sensibilizzare la città su questo problema (ricordiamoci che mancherebbe un mese e mezzo al voto).

Ed inoltre – proseguono – “qualora l’affluenza ai seggi non avesse rispecchiato l’impegno persuasivo delle forze     politiche in campo (si ricordi che alle scorse primarie il Pd si è vantato di aver portato al voto 12000 elettori) o qualora vincesse il SI, questo Consiglio comunale si sarebbe dovuto sciogliere, perché non avrebbe svolto appieno il proprio dovere e perché sarebbe risultato delegittimato dai cittadini”.

Queste proposte – secondo il Consigliere comunale di minoranza Massimiliano Ritucci, non avrebbero dovuto minimamente preoccupare chi ha dichiarato di esser certo di portare alla vittoria il “no” a piene mani, o chi nega un attaccamento spasmodico alla poltrona”.

Il “no” al referendum, spiegano, non significa che il M5S di Manfredonia non continuerà con l’attività di sensibilizzazione, informazione e netta opposizione all’installazione del deposito Energas. Ci impegneremo anche più di prima e saremo lieti se, da parte della maggioranza venissero mantenute le promesse fatte ai cittadini. Ci vediamo nelle piazze”

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