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‘Termoli-Lesina’, la Regione approva la mozione di De Leonardis: “Così si supera l’ostruzionismo del Molise”

L’assessore Giannini ha assicurato l’impegno dell’esecutivo regionale e annunciato che entro l’anno RFI dovrebbe procedere all’appalto per i lavori sul tratto pugliese Lesina-Ripalta

E’ stata approvata oggi all’unanimità in Consiglio regionale la mozione presentata il 30 maggio scorso dal presidente del gruppo Alternativa Popolare Giannicola De Leonardis, per sollecitare l’esecutivo regionale a richiedere l’impegno diretto del Governo nazionale per superare l’ostruzionismo della Regione Molise e sbloccare i lavori per il raddoppio della tratta ferroviaria Termoli-Lesina (l’unica a binario semplice della Direttrice ferroviaria Adriatica Bologna-Lecce, che si estende per 33 chilometri circa, e nell’attuale, perdurante situazione rappresenta un freno enorme ai collegamenti ferroviari tra Nord e Sud Italia, e penalizza anche gli ingenti investimenti nell’Alta Capacità e Velocità, necessari per modernizzare le infrastrutture, limitare i disagi per la numerosa utenza e favorire l’economia e lo sviluppo delle regioni meridionali interessate).

“Da anni sono allo studio ipotesi progettuali per raddoppiare il binario lungo la tratta interessata, puntualmente vanificate dall’atteggiamento ostruzionistico manifestato dalla Regione Molise” ha ricordato De Leonardis anche nell’aula consiliare, e “il Governo ha inserito tra gli interventi infrastrutturali da realizzare in via prioritaria, attraverso i Contratti Istituzionali di Sviluppo, pure un nuovo tracciato per il raddoppio della tratta Termoli-Lesina, con una parte in affiancamento (relativa alle tratte da Termoli a Campomarino e da Ripalta a Lesina) e una parte in variante (nella tratta da Campomarino a Ripalta, ove attualmente la ferrovia procede parallela alla costa). L’intervento così ipotizzato” ha continuato “eliminerebbe finalmente l’ultima strettoia su tale percorso, di riconosciuta rilevanza strategica, sia per il trasporto viaggiatori che trasporto merci, e permetterebbe l’aumento della velocità massima – con relativa riduzione dei tempi di percorrenza – e della capacità della linea. Ancora, la prevista sopraelevazione della linea ferroviaria in corrispondenza della piana alluvionale del Fortore, consentirebbe di garantire la sicurezza e regolarità dell’esercizio ferroviario anche in caso di esondazione del fiume (evento che negli ultimi anni si è ripetuto con allarmante ciclicità, determinando ogni volta gravi danni alle infrastrutture, compresa quella ferroviaria)”.

Il costo per il primo stralcio dell’intervento, inizialmente valutato in 106 milioni di euro per il tratto pugliese, era interamente finanziato, così come era stato definito nei dettagli sia l’ente attuatore, Rete Ferroviaria Italiana, che il cronoprogramma: progettazione definitiva il 1 agosto 2015, progettazione esecutiva il 5 agosto 2018, esecuzione dei lavori il 1 agosto 2019, collaudo il 6 giugno 2022, chiusura intervento entro il 3 dicembre 2022. Ma la Regione Molise, invece, ha espresso forti critiche al progetto di raddoppio e ha chiesto e ottenuto da RFI l’inserimento di una prescrizione nella delibera CIPE che approvava il progetto stesso, ritenendo le opere previste ‘invasive e imponenti’ e atte a ‘deturpare in maniera sensibile un territorio a vocazione turistica’. Da qui la richiesta di considerare nel progetto preliminare una modifica che prevedesse all’altezza di Campomarino l’eliminazione del viadotto e il trasferimento dei binari dalla costa all’interno, utilizzando una galleria naturale di due chilometri circa e una artificiale di 900 metri: ipotesi respinta da Rete Ferroviaria Italiana, perché comporterebbe un ulteriore, esponenziale aumento dei costi rispetto al progetto iniziale e anche e soprattutto il riavvio ex-novo del complesso iter procedurale, con un ulteriore slittamento e prolungamento dei tempi di realizzazione di parecchi anni rispetto al crono programma precedentemente indicato.

“Il 2 aprile 2014 si era riunita presso la sede del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, per iniziativa dell’allora Ministro Maurizio Lupi, la task force approntata per monitorare gli interventi della linea Alta Capacità Bari-Napoli, e per definire i tempi per l’approvazione del progetto e la conseguente apertura del cantiere per il raddoppio della linea ferroviaria Termoli-Lesina” ha ricordato ancora De Leonardis, “e per quando riguarda la dorsale adriatica, in quell’incontro - presente anche l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Puglia Giovanni Giannini -, preso atto del permanente dissenso della Regione Molise in merito al tracciato previsto dal progetto così come approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, si era deciso di porre un termine ultimativo alla Regione Molise (il successivo 22 aprile), e in caso di reiterato parere negativo, di procedere con la procedura prevista dall’art. 165 del Codice degli Appalti, che si conclude con l’emanazione del decreto di approvazione da parte del Presidente della Repubblica”.

“Ma tutto questo non è ancora avvenuto, e tuttora permane uno stallo che non solo isola ed emargina le regioni meridionali rispetto al resto d’Italia, ma alimenta anche ulteriori pesanti incognite sulla sicurezza per i passeggeri (il primo maggio scorso proprio una rotaia rotta tra Campomarino e Chieuti ha mandato la circolazione ferroviaria in tilt per ore e ha rischiato di produrre una tragedia, in una regione già profondamente scossa e turbata dal terribile incidente ferroviario della scorsa estate)”, precisa De Leonardis.

Da qui la richiesta di impegno, sollecitato attraverso la mozione, del Presidente Michele Emiliano e della Giunta per “sollecitare il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio e il Presidente del Consiglio dei Ministri Claudio Gentiloni perché mettano in atto tutte le procedure previste dalle leggi e normative vigenti per superare l’ostruzione e il permanente veto della Regione Molise rispetto al progetto di raddoppio della tratta ferroviaria Termoli-Lesina, per garantire l’inizio dei lavori, non perdere i finanziamenti e garantire al Mezzogiorno d’Italia collegamenti all’altezza dei tempi e delle esigenze di milioni di passeggeri. L’intervento diretto sarebbe determinato e legittimato dalla pretestuosità delle argomentazioni addotte, dall’aumento esponenziale dei costi e dallo slittamento inaccettabile dei tempi di realizzazione che le variazioni richieste (bocciate dal soggetto attuatore) comporterebbero”.

Richiesta pienamente accolta in aula dall’assessore Giannini, che ha assicurato l’impegno dell’esecutivo regionale in tal senso e annunciato che entro l’anno RFI dovrebbe procedere all’appalto per i lavori sul tratto pugliese Lesina-Ripalta, mentre per il tratto molisano il confronto rimane ancora aperto, e anche la prossima presentazione di RFI di una nuova proposta progettuale sembra destinata a essere respinta al mittente.

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