rotate-mobile
Politica Lesina

Un appalto fermo in attesa di giudizio e la componente "biodiversità" che bloccano il raddoppio della Termoli-Lesina

Paola De Micheli, ha risposto all’interrogazione dell’onorevole Gianluca Rospi (presidente di Popolo Protagonista) sulla tratta ferroviaria Termoli-Lesina, ricordando le motivazioni che al momento bloccano i lavori sui due lotti e le risorse finanziarie a disposizione sugli stessi

Nell’appuntamento settimanale del ‘Question time’ alla Camera dei Deputati, la ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha risposto all’interrogazione dell’onorevole Gianluca Rospi (presidente di Popolo Protagonista) sulla tratta ferroviaria Termoli-Lesina, ricordando le motivazioni che al momento bloccano i lavori sui due lotti e le risorse finanziarie a disposizione sugli stessi. Nella sua replica, l’onorevole Rospi ha evidenziato come la ministra nulla abbia detto "sulle tempistiche necessarie all’avvio dei cantieri per un’opera strategica che consentirebbe di migliorare i collegamenti sulla direttrice Adriatica per il trasporto di merci e persone da e verso la Puglia".

Rospi ha rilevato come sia "assurdo che oggi, nel 2020, ci vogliano decenni per ottenere pareri ministeriali e così, purtroppo, è successo anche per il tratto Termoli-Lesina, 35 chilometri di ferrovia ancora a un binario, caso unico per un'opera di rilevanza europea: a causa di una piccola variante, dopo vent'anni la nuova Valutazione di Impatto Ambientale ha bloccato quest’opera per via di un fratino, un uccello che nidifica lungo la spiaggia e che, secondo la commissione VIA, è motivo ostativo alla realizzazione di un tratto della ferrovia. È così che un piccolo fratino ha fatto ‘volare via’ vent'anni di progettazione, conferenze di servizi, risorse che erano state recuperate e accordi quadro con gli enti territoriali, bloccando l'ammodernamento del Paese".

L’onorevole Rospi ha ricordato alla Ministra della discussione in Senato in questi giorni del “DL Semplificazioni” che  «a detta delle categorie imprenditoriali e professionali, non semplifica un bel nulla o semplifica poco, anzi complica e ingolfa un settore strategico per l'Italia, quello delle infrastrutture".

Rospi, ingegnere e relatore del ‘Decreto Genova’, ha invitato il Governo "a non raccontare e illustrare progetti per il Paese o lanciare slogan, come sta facendo in questo periodo, ma di utilizzare il ‘modello Genova’ che ha dimostrato di funzionare e che alcuni giorni fa ha anche superato il vaglio di costituzionalità". Infine, l’invito di Rospi alla Ministra di "applicare questo modello a tutte le opere, come la Termoli-Lesina, bloccate da decenni che attendono silenziosamente di contribuire allo sviluppo di un Mezzogiorno sempre più abbandonato a se stesso".

 La risposta di Paola De Micheli, ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. "L'emergenza sanitaria in atto ha reso ancora più evidente la necessità di disporre rapidamente di infrastrutture utili in particolar modo nel Mezzogiorno, che ha grande bisogno di modernità e di efficienza. Anche sulla base di tale considerazione, è stato elaborato un piano, il piano “Italia Veloce”, che individua 130 grandi opere, molte delle quali localizzate al Sud. Quanto alla dorsale ferroviaria adriatica, evidenzio che nel contratto di programma 2017-2021 è stato pianificato e interamente finanziato il progetto di velocizzazione della linea adriatica per un totale di 617 milioni di euro con l'obiettivo di raggiungere, su oltre il 60 per cento dei circa 750 chilometri, una velocità superiore ai 200 chilometri all'ora, che può consentire la riduzione dei tempi di spostamento di oltre un'ora da Bologna e Lecce. Altro verrà fatto a livello di investimento sulla restante parte con le risorse relative al Recovery Fund. È in valutazione anche l'arretramento di una parte di tratte della dorsale adriatica. 

Con specifico riguardo, però, al raddoppio del tratto ferroviario Termoli-Lesina, che interessa la le regioni Molise e Puglia, l'intervento è inserito nel piano “Italia Veloce” a un costo specifico di 700 milioni di euro ed è interamente finanziato. Il progetto è stato suddiviso in lotti funzionali: il primo lotto, consistente nel raddoppio in affiancamento - circa 7 chilometri - lato monte della tratta Ripalta-Lesina, è stato oggetto di una procedura di appalto integrato. In data 25 maggio 2020 il TAR Puglia ha annullato l'aggiudicazione e attualmente pende dinanzi al Consiglio di Stato il giudizio di appello. L'udienza per la discussione della domanda di sospensione dell'efficacia della sentenza appellata è fissata al 30 luglio. Una volta definito il giudizio di appello, sarà possibile procedere alla sottoscrizione del contratto e all'avvio dei lavori.

Il secondo lotto, consistente nel raddoppio della tratta Termoli-Campomarino-Ripalta, che è di circa 25 chilometri, è stato oggetto di una variante del tracciato che ha reso necessario richiedere in data 1° agosto 2019 l'avvio di una nuova procedura di Via relativamente alla tratta in variante. In data 8 maggio è stato pubblicato il parere con cui la commissione tecnica di verifica di impatto ambientale, Via e Vas, ha evidenziato la necessità di effettuare ulteriori approfondimenti sulle potenziali interazioni tra la linea in questione, così come modificata nel tratto, e la componente biodiversità. A seguito degli approfondimenti effettuati da RFI, in data 6 luglio è stata presentata un'istanza di riesame, attualmente sottoposta alla valutazione, unitamente alla documentazione integrativa trasmessa dalla commissione tecnica VIA e VAS, con un impegno del ministro e del ministero dell'Ambiente - e il ministro è anche qui presente - a dar corso a questa integrazione quanto prima per poter sbloccare l'opera"

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un appalto fermo in attesa di giudizio e la componente "biodiversità" che bloccano il raddoppio della Termoli-Lesina

FoggiaToday è in caricamento