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E' il giorno della sfiducia a Iaccarino

Nel Consiglio comunale di oggi maggioranza e opposizione saranno chiamati ad esprimersi in merito alla proposta di revoca dall'incarico di presidente del Consiglio comunale di Foggia, Leonardo Iaccarino

Oggi è il giorno della sfiducia al presidente del Consiglio comunale di Foggia Leonardo Iaccarino. Primo punto all'ordine del giorno del Consiglio comunale convocato in videoconferenza con modalità telematica a distanza attraverso l'utilizzo della piattaforma Zoom, la proposta di revoca.

Tutti presenti. Si comincia alle 9.30.

IL CASO LEONARDO IACCARINO

Quattro colpi sparati a salve al grido di "Non è na barzellett" e la pistola che si inceppa. Come uno starter, il presidente del Consiglio comunale di Foggia Leonardo Iaccarino innesca una reazione a catena.

Dalle chat ai social, a girare inizialmente è il video del figlio minorenne, con le prime pistolettate derubricate dal papà a "gesto goliardico". Da lì a poche ore "la frittata", come la chiamerà l'ex forzista. Questa volta, nel video virale è immortalato proprio lui. L'opinione pubblica si indigna.

Si dice rammaricato, tramite un legale, "consapevole dell'immagine non edificante" emersa dal filmato. Ma non basta. Da più parti invocano le dimissioni. Lo convincono che sia la cosa migliore da fare e compie il gesto "doloroso ma inevitabile", salvo poi ritrattare. La Pec era arrivata solo all'ufficio di Gabinetto, mai protocollata. Nel frattempo le opposizioni alzano il tiro e gli chiedono di dimettersi anche da consigliere e alzano la fiamma di una pentola a pressione. Di lì a due giorni spiegherà che era soltanto la sua "disponibilità" a rimettere al Consiglio l'incarico, non già l'atto di dimissioni. Intanto, è già partito il toto nomi per sostituirlo.

La girandola di accadimenti ruota vorticosamente. In un video datato 5 gennaio Leonardo Iaccarino tira in ballo vicende personali e familiari di Franco Landella, rigira la frittata e rilancia proponendo una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. La sua reazione non si è fatta attendere. "Rattristato" ha tirato fuori le carte che provavano il dietrofront sulle dimissioni, nero su bianco, non prima di prendersela col Pd e con l'opposizione "imbarazzata" per il sostegno al centrosinistra alle Regionali.

Quella sera stessa 26 consiglieri di maggioranza si dicono favorevoli a presentare formale proposta di revoca dell'incarico di presidente del Consiglio comunale a Leonardo Iaccarino. Lavorano sulla bozza già preparata dai Cinquestelle. La proposta di deliberazione sarà depositata il 12 gennaio. La mozione finale è particolarmente circostanziata. I promotori mettono in fila "dichiarazioni, commenti e valutazioni disdicevoli e disonorevoli" risalenti al primo semestre del 2020; le pistolettate dal balcone e la risonanza del caso arrivato fino in Brasile; "parolacce e palesi minacce e intimidazioni" sui social in risposta ad alcuni utenti in un momento successivo alla diffusione del video, il clamoroso dietrofront sulle dimissioni e l'attacco frontale al sindaco.

Frattanto, Iaccarino preparava la sua arringa e l'11 gennaio si è presentato al cospetto della stampa. Ha cambiato registro e, con tono dimesso, ha fornito la sua versione dei fatti. "Non ho commesso alcun reato", ha ripetuto, assicurando che non avrebbe contattato alcun consigliere ("Ognuno deve essere libero di agire secondo coscienza") nelle more del Consiglio comunale che avrebbe trattato la proposta di revoca. Ma il 19 gennaio farà pervenire ai colleghi una lettera a firma del suo avvocato, Potito Marucci, che li invitava respingere la proposta, che "appare formalmente e sostanzialmente priva di fondamento giuridico".

L'opposizione, di tutta risposta, ha fatto sapere che non si sarebbe fatta intimorire. Nella maggioranza erano già spuntate le 'colombe', un gruppetto capeggiato dal consigliere comunale della Lega Consalvo Di Pasqua che ha provato a riportare la pace nel centrodestra e convincere un po' tutti a deporre le armi.

Solo il 25 gennaio il presidente del Consiglio comunale ha convocato la conferenza dei capigruppo che avrebbe stabilito la data della successiva riunione per discutere la proposta di revoca a suo carico. In apertura, ha comunicato i suoi impegni che avrebbero costretto tutti a procrastinare la riunione al primo febbraio, ultima data utile per l'iscrizione all'ordine del giorno.

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