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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Ingresso lampo della foggiana Di Donna a Montecitorio paracadutata da Forza Italia, ma Draghi annuncia le dimissioni

Nel primo giorno da deputata in sostituzione di Elio Vito, nel bel mezzo della crisi, il premier sale al Colle

In men che non si dica, la Camera ha catapultato a Roma la foggiana Michaela Di Donna, ma la sua esperienza a Montecitorio potrebbe durare poco, viste le annunciate dimissioni del premier Mario Draghi. Ieri, in poco più di sei ore, l'assemblea aveva lasciato andare Elio Vito, parlamentare per otto legislature, ininterrottamente, dal 1992, e aveva proclamato la deputata subentrante, sull’orlo di una crisi di Governo. Alle 12.55 del 13 luglio, con 225 favorevoli, 158 contrari e 3 astenuti l'Assemblea della Camera ha accolto con votazione segreta elettronica le dimissioni del deputato napoletano eletto in Puglia, pervenute alla presidenza solo il 20 giugno. In 25 giorni sono state già poste in votazione.

Poco dopo le 19.30, Fabio Rampelli, vice presidente della Camera dei Deputati, ha comunicato che “la Giunta delle elezioni, nella seduta del 13 luglio 2022, ha accertato che la candidata che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista n.15 - Forza Italia, nell'ambito del collegio plurinominale 2 della XXI Circoscrizione-Puglia, risulta essere Michaela Di Donna”. Dato atto dell’accertamento, l’ha proclamata deputata (da quel momento decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi), ai sensi dell’articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento della Camera, che prevede che “qualora un seggio, per qualsiasi causa, rimanga vacante, e la legge elettorale non preveda che esso venga attribuito mediante lo svolgimento di elezioni suppletive, il Presidente della Camera proclama eletto il candidato che segue immediatamente l'ultimo eletto nell'ordine accertato dalla Giunta delle elezioni”.

Il listino blindato torna utile dopo più di 4 anni

Il cosiddetto Rosatellum bis, la legge n.165 del 3 novembre 2017, prevede, infatti, che si proceda ad elezione suppletiva solo in caso di vacanza di un seggio attribuito in un collegio uninominale con sistema maggioritario. In caso di dimissioni di un deputato eletto nel listino proporzionale, scatta il primo dei non eletti. Nel 2018, Forza Italia, seppure piazzandola al terzo posto nel listino bloccato, aveva consegnato a Michaela Di Donna anche il paracadute del collegio plurinominale, nell’area che comprendeva i quattro collegi uninominali 7-Lecce, 8-Nardò, 9-Casarano e 12-Francavilla Fontana. Scattarono due seggi e risultarono eletti Elvira Savino ed Elio Vito. Nel collegio uninominale Foggia non ce l’aveva fatta con i suoi 39.140 voti, battuta dall’allora Cinquestelle Rosa Menga, proprio come Giandiego Gatta nel collegio 15-Cerignola e Angelo Cera nel collegio 14-San Severo. Dopo lo tsunami grillino dell'epoca, sono di nuovo loro a insidiare il finale di legislatura. Non entrò nemmeno il commissario provinciale Raffaele Di Mauro, al secondo posto del listino del collegio plurinominale Puglia-4. 

I precedenti

Gli osservatori politici erano convinti che l’iter delle dimissioni di Elio Vito sarebbe andato per le lunghe. Di norma, più che altro per tradizione e semmai cortesia, i colleghi le respingono, anche per lasciare al deputato il tempo di ripensarci e non rinunciare al mandato conferito dagli elettori. Ma in questa legislatura, all’inizio, era già successo che la Camera accogliesse alla prima votazione le dimissioni di un onorevole: è il caso del velista Andrea Mura, eletto nella lista M5S nella circoscrizione Sardegna, cessato dal mandato il 27 settembre 2018. Era finito nell’occhio del ciclone per le sue assenze ed era stato espulso dal gruppo. Nella sua lettera di dimissioni parlò di “linciaggio mediatico” ("In totale sono mancato a sette sedute, per impegni sul territorio o per una breve malattia"). L'aula non è stata troppo indulgente e lo ha accontentato: con 295 voti a favore e 181 contrari tornò “cittadino comune” e al suo mare. Ci sono volute tre votazioni, invece, per il deputato di Fratelli d’Italia Guido Crosetto: i colleghi hanno assecondato la sua volontà di lasciare il Parlamento solo dopo un anno.

L’uscita di scena di Elio Vito

Elio Vito ha lasciato la Camera dopo 30 anni di fila. Roba da non crederci. “Sono cambiato in questi anni, ma pure Forza Italia non è più la stessa, ha perso la sua vocazione liberale, socialista, riformatrice e moderna. Ora si definisce un partito cristiano - viene da ridere -, ha un leader che non è libero e dirigenti intolleranti e dispotici, interessati a perpetuare il loro piccolo potere, ma non sputerò nel piatto dove ho mangiato per la semplice ragione che io, nel piatto, non ho mangiato”. È uno stralcio del suo discorso. Era entrato con i Radicali di Pannella. Su Twitter, dov’è ‘iperattivo’, ha brindato alla libertà. Sempre da lì, era partito il suo pesce d’aprile: “Sono uscito da Forza Italia e ho chiesto di aderire al Pd”, aveva cinguettato per scherzo e le agenzie hanno battuto la notizia. Ora si dedicherà alle battaglie per i diritti Lgbtqia+ e la legalizzazione della cannabis.

Da Forza Italia alla Lega, incognita sul gruppo parlamentare

Ironia della sorte, il profilo Twitter di Michaela Di Donna è fermo al 2018. Nelle ‘variazioni nella composizione’ sul portale della Camera, invece, in queste ore è comparsa la sostituzione ed è stata abbozzata la scheda biografica della deputata Michaela Di Donna. Il suo sogno si avvera. Ma, nel frattempo, sono cambiate un po’ di cose. A settembre del 2020 ha scelto la Lega. È salita sul palco in piazza Cesare Battisti con Matteo Salvini e ha sostenuto la candidatura alle Regionali di Joseph Splendido, eletto consigliere. Aveva sgomitato per una candidatura nella lista di Forza Italia ma niente. “Non vedrete i miei manifesti elettorali in giro per le nostre città, perché Forza Italia non ha trovato il coraggio di candidarmi, perché le sue liste sono piene di maschietti. E, se dovessero scegliere di candidare me, pare che questi maschietti, terrorizzati, scapperebbero via verso altri lidi”, disse ad agosto in un videomessaggio al vetriolo. Non aveva disdegnato un posto altrove, ma il partito, disse lei, “sin da subito ha deciso di impedire ogni forma di dialogo con gli altri partiti del centrodestra, dicendo loro che ero la candidata naturale”.  

Proprio allora aveva ripercorso la sua storia in Forza Italia dove militava da “vent’anni, a partire dal movimento giovanile, fino alle elezioni regionali del 2015, quando sono risultata la donna più suffragata di tutto il centrodestra pugliese”. E concludeva così: “Voglio dimostrare con grande dignità quanto sia bello fare politica e poter fare questa campagna elettorale nei modi e nei termini che mi ha insegnato il mio caro papà”, Massimino Di Donna, rastrellatore di preferenze.

FoggiaToday ha provato a raggiungerla telefonicamente dopo la proclamazione, ma niente da fare. Evidentemente, per il momento sceglie di non rilasciare dichiarazioni. E così è difficile decifrare le sue intenzioni. Non è dato sapere se sceglierà la Lega, Forza Italia o il Gruppo Misto. Anche sui social non si è espressa e non ha risposto, almeno pubblicamente, ai pochi messaggi di auguri e congratulazioni comparsi sul profilo. Nel centrodestra ci mette la faccia Antonio Vigiano, segretario cittadino della Lega, che formula i suoi auguri alle neo deputata: “Sono contento”, esordisce sui social, e lo è per Foggia, “che vede ingrossare la sua presenza nel Parlamento”. A suo dire, “finalmente potrà smarcarsi dall’appellativo ‘la cognata del sindaco’, dimostrando il suo valore politico, anche se il tempo rimasto non gioca a suo favore”. Ma le sue esternazioni non si traducono automaticamente nella scelta del gruppo parlamentare della Lega, e i rapporti pare non siano così stretti. Wikipedia, per la cronaca, l’ha già collocata tra i salviniani.

Sui social, si è scatenata anche l’indignazione di tanti foggiani che hanno ‘tirato i piedi’ al Governo. Difficile scrollarsi di dosso l’etichetta di 'cognata di Franco Landella', ex sindaco coinvolto nell’inchiesta sulle presunte tangenti che ha travolto il Comune di Foggia, poi commissariato per infiltrazioni mafiose. Del resto, ha condiviso il suo percorso politico.

La deputata Michaela Di Donna potrebbe fare il suo ingresso nell’emiciclo domani 14 luglio, quando è convocata la prossima seduta della Camera. La legislatura finisce a marzo e, teoricamente, avrebbe otto mesi di tempo, a meno che le Camere non vengano sciolte prima, nel qual caso i mesi si ridurrebbero drasticamente, con il voto presumibilmente in autunno. Non raggiungerà il tetto di quattro anni e sei mesi per il vitalizio, traguardo che tanti parlamentari taglieranno solo a settembre, ma avrà guadagnato, perlomeno, un altro appellativo: il titolo di onorevole.

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