Assalto alle Primarie, ma equilibrio instabile: si rischia una nuova Foggia
Firmato il documento di coalizione che prevede l'approvazione all'unanimità per le candidature fuori dal centrosinistra. Bordate di Stefàno contro l'Udc, Emiliano tranquillo, Minervini più indietro nei pronostici
È tregua nel centrosinistra pugliese alla vigilia di un voto che rischiava di essere il frutto di una competizione monca: partiti in tre, gli sfidanti per la candidatura alla successione di Vendola si erano ridotti ieri a due con un governatore deciso a ritirare il suo candidato, Dario Stefano, dalle primarie in programma domani, domenica 30 novembre.
IL DOCUMENTO, I RISCHI. Il tavolo di coalizione riunitosi con urgenza questa mattina a Bari ha ratificato, invece, ciò che era opinione diffusa: le urne si apriranno regolarmente, dalle 8.00 alle 22.00, ed il senatore vendoliano sarà della partita. Non senza prima aver messo paletti importanti: "nel documento sottoscritto dalle forze politiche questa mattina si definisce senza se e senza ma il perimetro della coalizione" dichiara Stefano nel pomeriggio a Foggia in conferenza stampa, "l'eventuale ingresso di altre forze o di elementi nelle liste che nulla hanno a che fare con la storia del centrosinistra dovranno passare al vaglio della coalizione ed essere ratificate all'unanimità o noi non ci staremo". Insomma, basta poco per far saltare tutto, la messa in guardia di Stefano. E via alle bordate contro l'Udc: "personaggi che sostengono che passano con noi perché sono stanchi di stare "a pane ed acqua" non troveranno mai spazio". Rischia di saltare il banco come accaduto a Foggia alle scorse amministrative? "Diciamo che Foggia la prendiamo a modello" replica Stefano. Un equilibrio precario, insomma.
EMILIANO SODDISFATTO. Si mostra tuttavia tranquillo e soddisfatto dell'esito dell'incontro, invece, il candidato salito sul banco degli imputati in queste ore, Michele Emiliano: "Abbiamo superato tutte le incomprensioni. Il centrosinistra è questo: è una coalizione trasparente, ci diciamo le cose come ne sono, nessuno di noi nasconde nulla" scrive Emiliano sulla sua bacheca Facebook nel tentativo di ridurre gli accadimenti clamorosi delle ultime ore a mero dibattito politico-elettorale.
L’AFFONDO DI PIEMONTESE. E mentre impazzano le interpretazioni più disparate sulla "mossa" di Vendola, (comprese quelle che arrivano a sostenere che sia stata dettata dai sondaggi e dunque dalla necessità di trovare una formula che alzasse l'appeal del suo candidato facendo leva sull'indignazione del popolo di sinistra), a sostegno di Emiliano arriva il duro commento del segretario provinciale del Pd, Raffaele Piemontese: "Quello di Vendola è stato un atto di scorrettezza. Non si può attaccare così un candidato alla vigilia del voto. Emiliano altro non ha fatto che muoversi nel perimetro della colazione politica tracciato da Vendola in questi anni di governo, però, a quanto pare, se lo fa il presidente è un'operazione politica, se lo fa Emiliano ha un altro valore. Questa doppia morale non va bene" attacca Piemontese. La frittata, in ogni caso, è fatta dal punto di vista dell'immagine ed il centrosinistra, un po' ammaccato, preferisce archiviare e concentrarsi sulle ultime ore di campagna elettorale.
GRUPPO EMILIANO. Le truppe sono ormai tutte schierate, i seggi allestiti. Con Emiliano (come avevamo già riportato) è schierato tutto il Pd di Capitanata, partiti satelliti e pezzi del mondo economico che conta. Lavorano per lui gli ultimi arrivati Paolo Mongiello, ex dirigente forzista, l'ex sindaco Gianni Mongelli, sindacalisti della sanità come Luigi Giorgione (UIL, candidato con Realtà Italia) e Massimiliano di Fonso (Usspi), pezzi del mondo agricolo (in corsa sarebbe anche Luigi Inneo di Copagri), ma soprattutto Emiliano ha dalla sua il trasversalissimo mondo de civismo, dal sindaco di Lucera Antonio Tutolo al candidato sindaco di Cerignola Franco Metta. Lo sostengono l'assessore regionale al bilancio Leonardo Di Gioia che si pone quale "anello di congiunzione tra ciò che di buono si è fatto in Puglia con Vendola e ciò che si farà" e che ieri ha annunciato la sua candidatura nella lista di Emiliano, ma anche la sinistra di Giorgio Cislaghi, presente alla inaugurazione di Casa Emiliano. Per il segretario regionale del Pd si parla di 2-3 liste del presidente per contenerli tutti.
GRUPPO STEFANO. Con Stefano ci sono invece Sel, la Puglia per Vendola è la sua lista, La Puglia in Più. Lavorano alla buona riuscita della sua operazione oltre che il presidente Vendola dal quale ha ricevuto un importante endorsement, il consigliere uscente Pino Lonigro con il suo movimento, Socialismo Dauno, ed il mondo agricolo tutto. Per Stefano, si vocifera, lavorerebbero sottotraccia anche alcuni dirigenti Pd di peso. Per i suoi sostenitori, la partita con Emiliano è apertissima.
GRUPPO MINERVINI. Resta staccato Guglielmo Minervini che incarna il sogno dei giovani dei bollenti spiriti e di alcuni dirigenti Pd delusi da Emiliano come Dino Marino, Gaetano Cusenza e, pare, Iaia Calvio. Il voto di domani si prevede al cardiopalma. La soglia psicologica per la buona riuscita dell'operazione è stata abbassata a 60mila votanti dagli organizzatori (nel 2010 per Boccia-Vendola si mobilitarono in 200mila), complice l'andamento del voto in Emilia e Calabria.