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Primarie foggiane nel caos, Fratelli d'Italia minaccia di uscire: "Lega arrogante, rischia di saltare il centrodestra"

Intervista al segretario provinciale del partito di Giorgia Meloni, che punta il dito contro l'atteggiamento dei salviniani: "Altro che simboli, qui ci sono questioni politiche serissime"

“La questione è molto più grave di simbolo sì, simbolo no. Qui c’è un problema politico serissimo. Mercoledì sera la coalizione ha scritto una brutta pagina di politica e, per quanto mi riguarda, o si aggiusta il tiro o può anche saltare tutto”. Dichiarazioni forti, che fanno tanto più clamore se si pensa che a rilasciarle a Foggiatoday è Giandonato La Salandra, segretario provinciale dei Fratelli d’Italia. Non proprio un guerrafondaio, per intenderci. Al contrario: La Salandra si è distinto nel tempo per il suo essere uomo di partito, pontiere nelle situazioni più difficili, garbato nei modi e cauto nelle dichiarazioni. Al limite dello sfiancamento (dei suoi). Ergo, sentirlo parlare in questi termini della riunione del Comitato organizzatore delle primarie foggiane andata in scena mercoledì mette in allarme. Ma cosa è accaduto di così grave? “La stampa ha raccontato che c’è un problema tecnico, di collocazione del simbolo. Non è corretto. Qui c’è un problema politico serio e riguarda l’atteggiamento impositorio di una partito, la Lega, che pensa di poter adottare a suo piacimento due pesi e due misure, a seconda che si tratti di lei o che si tratti di un altro partito della coalizione. Ora basta: ho sopportato già troppo, non ci sto più. Sono indisponibile a subire. E’ una questione di dignità politica”. La Salandra, che nel weekend riunirà il direttivo del partito, ha già informato il livello regionale e si accinge a relazionare a Roma, dove giace il “caso Mainiero”, ancora tutto da definire.

Il difficile rapporto con la Lega foggiana

Il ragionamento del segretario provinciale di Fratelli d’Italia è oltremodo chiaro e lineare. La Salandra parte dall’inizio, per meglio spiegare i termini di una questione che si può sintetizzare in poche battute: primarie senza una linea precisa, senza regole uguali per tutti, ciascuno pare possa fare ciò che vuole, da Lecce a Foggia, passando per Bari, vittime di un atteggiamento impositorio della Lega, al limite della mortificazione delle altre forze di coalizione, che si è riverberato anche sul caso "Mainiero".

“Spiego meglio” chiarisce La Salandra. “Passi l’atteggiamento di Forza Italia, che a Foggia si unisce al fotofinish, a Bari non ha un candidato, a Lecce non partecipa neppure, il che mi fa domandare se esiste una linea univoca regionale. Ma gli organismi non si capisce se siano legittimati a decidere o lo siano solo in determinate situazioni”.

“Quando si è trattato di decretare l’uscita dalla corsa delle primarie di Giuseppe Mainiero – spiega La Salandra, per chiarire il due pesi e due misure-, ha deciso a maggioranza il Comitato provinciale. Senza neanche attendere che la questione, politica, passasse per un momento di riflessione a livello regionale, come io avevo richiesto. Il che mi fa dedurre che il Comitato provinciale abbia poteri suoi, autonomi rispetti a Bari. Ora che, invece, la questione riguarda il simbolo, un tecnicismo diciamo, che la Lega per dinamiche sue vuole assolutamente accanto al nome del suo candidato, la maggioranza di questo organismo non vale più, ma deve decidere il regionale. E no! Io non ci sto. La maggioranza si è già espressa, due volte, in seno al Comitato di garanzia e in seno al Comitato organizzatore”, quello allargato ai segretari provinciali per intenderci. E ha deciso una cosa semplicissima e logica: la scheda deve essere realizzata con i simboli fuori e i candidati all’interno. E la ratio è presto detta: i candidati a sindaco sono candidati della coalizione, non di un singolo partito. Non sono una conta tra di noi, ma mirano alla partecipazione ampia ed anche al superamento se vogliamo del recinto del centrodestra. E’ come se alle primarie del centrosinistra, Puppato o Tabacci avessero messo accanto il simbolo che li sosteneva: erano primarie di tutto il centrosinistra, i simboli racchiudono tutti i candidati”.

Fdi: "Può anche saltare tutto"

Altro, dunque, che dove metto il simbolo. Una decisione, logica, sulla collocazione già c’è e vede convergere su di essa la maggioranza. “La maggioranza decide o vale solo quando si tratta di Fratelli d’Italia? Esistono partiti di serie A e partiti di serie B? Qual è la linea?” si chiede La Salandra. “Adesso è un problema politico. Non è che posso fare sempre quello che accetta tutto supinamente. Eh no, è una questione di dignità politica”.  “Mi sono confrontato già col regionale, non mancherò di farlo col nazionale, perché è giusto che mi si diano risposte. Poi quello che faccio lo decido io, dalla Lega non accetto lezioni”. “Mi devono dire se queste primarie sono finalizzate all’unione e alla condivisione o se devono essere solo uno strumento per l’affermazione di un partito, così, senza una regola. In questo caso, ribadisce, per me può saltare tutto”.

Elezioni comunali ed elezioni provinciali

Nel weekend, dicevamo, La Salandra riunirà il direttivo del partito, “perché è giusto che siano chiari determinati passaggi, anche perché alcune voci che stanno girando in provincia non mi piacciono per niente”. E chiarisce: “Anche su questo accordo che è stato fatto in ordine alle provinciali con Direzione Italia: è stato un accordo circoscritto a quella competizione, Fratelli d’Italia, sia ben chiaro, è un partito con una sua identità e una sua personalità, che presenterà sue liste nei comuni dove si vota. Che a Roma abbiano fatto un ragionamento per le Europee finalizzato al superamento della soglia di sbarramento, qui sul territorio il progetto politico resta autonomo”. Il tema riapre una ferita che ancora sanguina, inevitabilmente, ossia l’andamento del voto alle provinciali, con diversi voti in fuga dalle fila di FdI, non solo quello del consigliere di Foggia, Giuseppe Mainiero. “Il comunicato stampa è stato mal interprepato da un parte e strumentalizzato per spargere veleno dall'altra. Il problema del mio partito è più profondo, perché ad un certo punto non sono più riuscito a raccogliere le firme, c’è stato disimpegno. Inutile prendersela con Mainiero. A guardare i dati anche altri consiglieri hanno dato il loro voto alla Lega, i conti li so fare, e li faccio sulle schede da 177, perché quando mi mancano quasi 400 voti, che mi avrebbero consentito comunque di eleggere un consigliere superando il foggiano Fusco, mi chiedo come funzioni questo partito”.

Risposte che un provinciale deve cercare dentro il suo partito e nella sua gestione. E’ chiaro che c’è crisi e molta sofferenza interna. Tanto più che da San Nicandro avrebbero minacciato le dimissioni in blocco i tre consiglieri Fdi dopo la mancata elezione di Loris De Luca. “E’ tutto rientrato, è stato un momento di rabbia” dichiara La Salandra. Il problema nel partito però c’è. Ed è chiaro che a Roma non possono far finta che non esista. Lunedì lo stato maggiore dei meloniani sarà a Bari, ad occuparsi delle primarie nel capoluogo levantino. Se si occupasse anche di Foggia male non sarebbe.

Lunedì redde rationem


Il segretario provinciale chiede risposte sulla esclusione di Mainiero e sul rapporto con la Lega ("se ci fosse un segretario provinciale sarebbe meglio, l'interlocuzione è difficile" ammette La Salandra). Il Comitato delle primarie si è aggiornato a lunedì. Entro quella data La Salandrà dovrà impostare la sua linea. E ripete: “Stessa dignità per tutti. Ridiscutere tutto o indisponibile ad esserci”.

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