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Il nuovo commissario Cardellicchio sale sul treno in corsa: “Foggia è complicata, ma può avere un futuro roseo”

Studia dossier dal giorno della sua nomina. Avrà pochi mesi a disposizione per chiudere le principali partite

“Foggia è una città che non conosco, però conosco la Puglia. Come io sono costretto a salire su un treno in corsa, anche Foggia si trova nella stessa condizione. La Puglia è un treno lanciatissimo: è un piacere tornare a distanza di tempo e vedere la Puglia del turismo, dell’industria, dell’agroalimentare che cresce”. È la metafora scelta da Vincenzo Cardellicchio, prefetto a riposo e nuovo componente della commissione straordinaria che gestisce il Comune di Foggia, in sostituzione di Marilisa Magno che ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute.

Agli ultimi incarichi è sistematicamente subentrato nel ‘secondo tempo’, o addirittura ai ‘supplementari’, e ci scherza su: “Quando c’è un emergenza, gli amici più cari, i prefetti, si ricordano che per salire su treno in corsa ci vuole uno giovane, evidentemente pensano che io lo sia”.

Si presenta alla città accanto agli altri componenti della triade, Rachele Grandolfo e Sebastiano Giangrande, a Foggia da maggio del 2021. Dal giorno della sua nomina, che reca la data del 24 febbraio, Vincenzo Cardellicchio studia dossier. La sua propensione a comunicare, se non altro perché è stato uno dei più giovani addetti stampa della Presidenza del Consiglio, lascia presagire una sterzata rispetto al recente passato, anche nei rapporti con l’associazionismo, la cittadinanza attiva, il terzo settore e i sindacati, pronto a incontrarli. “È pericoloso parlare, perché è più facile sbagliare – dirà - È indispensabile parlare, per poter far capire quello che si è fatto”.

Uomo di Stato, dal curriculum altisonante, appare affabile, empatico e rassicurante. Insomma, meno burocrate tra i burocrati e più umano, o almeno questa è la prima impressione, e non guasta in una città che deve già lottare con i suoi demoni.

“Non pensavo di venire a Foggia, però sono un po’ un predestinato nel mio rapporto con la Puglia – esordisce. - È in Puglia che ho effettuato il mio primo e unico giuramento: ho giurato fedeltà alla patria nel 47esimo Battaglione Fanteria Salento. Il secondo giuramento, anche quello unico e per me felice, però dovreste sentire anche l’altra campana, è con una vostra concittadina, che era venuta per lavoro seguendo il papà nella mia città, e poi l’ho sposata”. Così apre il suo diario personale davanti alle telecamere. Pensava di potersi godere la pensione e la nipotina e, invece, i due ministri che si sono alternati nel tempo, il suo predecessore e il suo successore al Gabinetto del ministro, lo hanno chiamato prima a Cerignola, poi a Taranto e ora a Foggia.

“Il compito dei commissari non è risolvere tutti i problemi”

La definisce “una città complicata”. Da molisano, ricorda come il centro di Foggia fosse quello in cui si veniva a fare acquisti e tornaci oggi “e vedere il corso così ridotto, non è piacevole”, deve riconoscerlo. È perfettamente consapevole di avere davanti “un’esperienza molto impegnativa”, ma va ripetendo che il compito dei commissari non è risolvere tutti i problemi: “I commissari devono interrompere un ciclo. I problemi li risolve la volontà politica della città, e non ho dubbi che ci sarà”. È sicuro che i colleghi della commissione ci abbiano provato e che abbiano interrotto, probabilmente, i cicli evidenti. “È il cittadino di Foggia che li conosce meglio di chiunque altro e che, chiamato a rappresentare la sua città, li interrompe”. In questi giorni ha letto che ci sono “iniziative di crescita, di dibattito politico: esattamente quello che serve”. Sindaco e commissario sono due cose diverse, chiarisce: “Il modo migliore per amministrare la città è essere eletti, i commissari sono un’esperienza transitoria, se sono bravissimi non fanno danni”. Per la cronaca, è convinto che la norma in materia di scioglimenti per infiltrazioni mafiose vada “puntellata”.  

Senza pregiudizi, è convinto che i foggiani “siano largamente ottimi cittadini” e comprende il “senso di frustrazione che possono vivere. Però, l’occasione che hanno è quella di fare una scelta per la vita, per il proprio futuro, l’importante è che ci siano le persone giuste, le candidature giuste, i movimenti giusti che abbiano la voglia di dare riscatto alla città, e questo sarà soltanto un brutto ricordo”.

Lui promette ai foggiani di metterci tutto l’impegno e le capacità di cui dispone. “Il mio passato grossomodo è noto, i miei colleghi dicono che ormai sono diventato un personaggio un po’ ingombrante, quelle esperienze le metto a disposizione della città”.

Il Gino Lisa con gli occhi di un molisano

Sulle "occasioni per Foggia" Cardellicchio è ottimista. Ci sono eccome. “La riapertura dell’aeroporto è stata esaltata forse più dai miei concittadini molisani che non dagli stessi pugliesi - osserva - L’hanno vista come un’occasione di mobilità impensabile. Io ero capo di Gabinetto alla Prefettura di Campobasso, nel 'giurassico', e già immaginavo che quello potesse essere l’aeroporto della mia Regione. Ecco, oggi è una realtà. L’agroalimentare di Cerignola è un motore che riesce a trainare un’intera economia, e Foggia ha tutto questo intorno. Di suo, ha una storia importantissima di cui bisogna essere fieri. È una città che ha due medaglie d’oro, al valor civile e militare. La mia esperienza al Quirinale mi ha insegnato quanto sia difficile ottenerla, c’è un’istruttoria durissima. Ha reso onore alla propria terra, i suoi figli sono stati eroi, dobbiamo restituire loro un po’ del tanto eroismo. Sono convinto che la città ha la capacità di avere un futuro roseo”.

I primi impegni istituzionali

Vincenzo Cardellicchio ha già incontrato il prefetto Maurizio Valiante molte volte. Domani parteciperà al suo primo Comitato per la sicurezza pubblica e, nel pomeriggio, incontrerà la magistratura. “Sono pochi i mesi che abbiamo - afferma - Dobbiamo arrivare bene, in forza, all’estate, che distrae tutti, e dopo l’estate ci sarà la convocazione dei comizi. Non c’è molto tempo, quindi questo tempo lo utilizzeremo per chiudere le partite che si possono chiudere, avviare qualche cosa che si può avviare e consentire di scegliere i migliori”.

Non si sbilancia sulle priorità, preferisce prima studiare, ma “alcuni dossier aperti vanno portati a casa, come il Palazzo di Giustizia”. All’orizzonte non si vedono altri rimaneggiamenti alla tecnostruttura, e niente rotazione dei dirigenti. “Il percorso che è stato fatto finora è un percorso valido – afferma il nuovo arrivato - Le mobilità interne sono utili, ma i terremoti continui non aiutano. Qualche ‘regoletta’ in più sicuramente ci sarà, perché io sono convinto che buttare il bimbo e l’acqua sporca non è mai una cosa buona. Alle rivoluzioni preferisco la guida, a me piacerebbe usare lo sterzo, il freno e l’acceleratore, anziché buttare via la macchina”.

La lotta alla criminalità

Per lui la delinquenza è “liquida, non c’è un vuoto pneumatico che rimane, guardie e ladri continueranno ad esserlo, con i ladri davanti”. Da capo di Gabinetto della città di Campobasso, con l’allora prefetto di Foggia, “creammo una sorta di cuscinetto tra la Puglia e la Campania attraverso il Molise - ricorda - per impedire la contiguità che Cutolo ha cercato di imporre a questa realtà. È una guerra, però, nella convinzione che i migliori sono di più, vincono”.

Sull’attenzione dello Stato per la provincia di Foggia non ha dubbi. “Avete avuto in questi ultimi anni la presenza dei migliori prefetti. Alcuni di loro avevano già lavorato con me. Il prefetto Mariani lo scelsi io come mio vicario quando fui nominato prefetto a Crotone; il questore Della Cioppa è stato mio braccio destro, anzi eravamo due rematori della stessa barca in un progetto straordinario in Dipartimento. Le persone che sono state mandate qui a Foggia negli ultimi anni sono state tutte di grandissimo spessore. Il prefetto Esposito è stato questore di Roma, quel questore che è riuscito a ridisegnare la mappatura del controllo del territorio nella città di Roma, non c’era riuscito mai nessuno. Il prefetto Valiante era con me al Gabinetto del ministro. La polizia criminale ha ormai una sorta di seconda casa nella città di Foggia. I risultati di quel tipo di lavoro si leggono negli anni”.

Cardellicchio tifa per Monte Sant’Angelo Capitale della Cultura

Il nuovo componente della commissione straordinaria guarda agli scioglimenti per mafia in provincia e immagina “quanta sofferenza” abbiano patito i cittadini perbene. Cerignola, Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’Angelo, il capoluogo, “sono ferite profonde da cui bisogna avere, però, la forza di riscattarsi. Anzi, se proprio dovessi dire una cosa che mi piacerebbe molto, io festeggio il 5 aprile il mio Santo, e mi piacerebbe che il 5 aprile festeggiassimo tutti, invece, Monte Sant’Angelo Capitale della cultura – è il suo auspicio - magari porto bene a quella città che amo moltissimo. Penso che sia uno dei posti più belli d’Italia, la parte medievale dello Junno è strepitosa”.

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