rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Sulle politiche sociali non si va a fondo, respinta la 'Commissione di controllo': così la maggioranza fa quadrato attorno all'ex assessore

Con 18 voti contrari, 8 favorevoli e 2 astenuti l’amministrazione Landella ha respinto l'accapo oggi in aula. I cinquestelle rilanciano: "Ora commissione sui debiti fuori bilancio". E sulle politiche sociali: "Avete paura che si scoprano magagne?"

Con 18 voti contrari, 8 favorevoli e 2 astenuti l’amministrazione Landella ha respinto la richiesta delle opposizioni di costituire una commissione di vigilanza e controllo sulla gestione delle Politiche sociali del quinquennio precedente, guidate dall’attuale consigliera dei Fratelli d’Italia Erminia Roberto, come da richiesta delle opposizioni. Come nelle previsioni, la maggioranza ha fatto blocco e si è inserita nella confusione delle minoranze che, ad un certo punto, pare abbiano perso di vista l’obiettivo. Da una commissione ad hoc che ‘controllasse’, appunto, tutti gli atti prodotti in via Fuiani dal 2014 al 2019 (sulla scorta dello scandalo Segretariato sociale scoppiato in piena campagna elettorale e il caso Palmisano tirato fuori da Foggiatoday) si è giunti in aula al "tentativo di contribuito delle minoranze alla programmazione delle Politiche sociali in una città povera e allo sbando”, al  “contributo di supporto all’attività del neo assessore Vacca” (in silenzio per tutto il tempo). Un annacquamento che ha consentito ai consiglieri di maggioranza di rilanciare evidenziando le contraddizioni degli interventi in aula con i contenuti della richiesta scritta. "Se vogliono partecipare alla programmazione, si collabora e basta".

Che la  maggioranza Landella non si sarebbe fatta “inquisire” dall’asse centrosinistra-cinquestelle sul punto era fatto acclarato sin dalla vigilia. Il rifiuto di una “indagine ispettiva ad personam” era emerso già nella riunione di maggioranza di lunedì scorso. “Nessuna inquisizione sui nostri atti, altrimenti dovremmo andare a scartabellare i loro” gli ‘avvertimenti’. Landella lo ha implicitamente ricordato al centrosinistra anche nel suo intervento, laddove ha affermato che sta faticando ad uscire dalle secche del “dissesto” perché “il piano di riequilibrio era falsato”. Della serie: la politica si combatta con gli strumenti della politica, senza ispezioni ad personam, e con gli strumenti che i regolamenti già danno ai consiglieri ovvero l’attività di controllo di accesso agli atti in qualità di pubblici ufficiali. “Non c’è bisogno di una commissione ad hoc per controllare gli atti; i documenti sono lì, basta svolgere il ruolo per cui ci hanno eletti” il contenuto, in sintesi, di tutti gli interventi, da Raffaele Di Mauro a Bruno Longo (FI), da Luigi Fusco (Fratelli d’Italia) a Massimiliano Di Fonso (indipendente), a Salvatore De Martino (Lega), a Lucio Ventura e Citro (civiche). Mentre il sindaco si è concentrato sulla cattiva interpretazione che evidentemente le opposizioni danno delle norma sulle commissioni di controllo. La stessa Roberto (che sul voto finale si è astenuta assieme al presidente del consiglio comunale, Leonardo Iaccarino) è intervenuta in aula, ribadendo ciò che sostiene da sempre: “Nessuna paura, gli atti sono lì, trasparenti e controfirmati dai dirigenti”. E sulla programmazione, “dov’erano le opposizioni, le associazioni, i sindacati, quando si redigeva il Piano sociale di zona? Tutti sono stati invitati” ha ribattuto. Della serie: se non vi interessate a monte, appare alquanto strano denunciare a valle.

Insomma, quello che si preannunciava uno scontro al cardiopalma in aula è diventato poco più che un balbettìo, un po’ di lezioni di Tuel all’indirizzo delle minoranze e tutti a casa. Ciascuno con le proprie competenze di pubblico ufficiale che da domani potrà far valere, se vuol davvero lavorare.

 Questo il commento del sindaco Landella al termine dei lavori. “Il tema delle politiche sociali, del contrasto al disagio, della ctruzione di risposte ai bisogni della città è e resta centrale nell’attività dell’Amministrazione comunale. Il Comune di Foggia, nei limiti delle proprie competenze, si pone in prima linea sul fronte del sostegno a chi è rimasto indietro, alle famiglie, a chi soffre, a chi quotidianamente fa i conti con una condizione difficile. Ci collochiamo in prima linea nel combattere fenomeni di emarginazione, illegalità, devianza giovanile. Obiettivi che non prevedono distinzioni e che accomunano l’impegno di ciascuno di noi, indipendentemente dalla personale appartenenza politica in Consiglio comunale. Proprio per questo ho considerato singolare la richiesta di istituzione di una Commissione consiliare di controllo e garanzia sull’operato della precedente Amministrazione comunale in materia di politiche sociali avanzata dalla minoranza. Una richiesta legittima, naturalmente, che tuttavia mi è sembrata più un manifesto politico che un reale supporto amministrativo al lavoro dell’Assemblea consiliare e, più in generale, del Comune.
Come è emerso in modo chiaro dal dibattito in Aula, per il quale ringrazio ciascuno dei consiglieri che con passione ha animato un confronto franco e costruttivo, il terreno sul quale dar vita ad una virtuosa collaborazione esiste già. Esiste nel lavoro che quotidianamente i Consiglieri comunali svolgono, nel sindacato ispettivo che ciascuno di loro è già nelle condizioni di esercitare circa atti e provvedimenti, di ieri e di oggi. Si tratta di un processo che a mio avviso va incentivato e migliorato, proprio per intercettare nuove e vecchie emergenze e per provare a proporre soluzioni di sistema e di lungo respiro, a partire dall’utilizzo del Piano Sociale di Zona, il più importante strumento a nostra disposizione. Uno strumento, è bene ricordarlo, i cui macro obiettivi e la cui dotazione finanziaria sono stabiliti dalla Regione, che a differenza di quanto fatto con gli ambiti sociali di altri Comuni capoluogo della Puglia non ha commissariato quello di Foggia.
Il voto con il quale oggi la maggioranza ha respinto la richiesta avanzata dalla minoranza non va dunque interpretato come un arroccamento, una difesa d’ufficio o, peggio, una fuga dalla discussione e dal confronto. È viceversa la conferma della volontà di percorrere la strada di una proficua sinergia istituzionale, alla luce del sole e senza scorciatoie. Ma è anche la volontà di farlo senza cedere alla tentazione del processo mediatico e della censura per ragioni di legittimo interesse politico. Ogni consigliere è oggi nella facoltà di acquisire documenti, di presentare interpellanze, di aprire discussioni di merito nelle Commissioni e nell’Assemblea consiliare alle quali, lo dico senza infingimenti, nessuno intende sottrarsi. Una funzione per la quale non è necessaria alcuna Commissione di controllo e garanzia, peraltro a termine dal punto di vista del tempo di azione, la cui istituzione proprio per questo ha indubbiamente il sapore dell’atto politico inquisitorio e non il colore del contributo virtuoso in chiave amministrativa.
Nelle parole che ho ascoltato dalla minoranza, al netto delle finalità che con ogni probabilità hanno animato la proposta sottoposta all’attenzione del Consiglio comunale, ho comunque ascoltato una positiva assunzione di responsabilità istituzionale circa le emergenze che si manifestano cruciali nel tempo che viviamo e per il futuro della nostra comunità. È uno spirito che condivido e che penso possa essere il lievito per un impegno comune, fatto di riflessione, analisi e partecipazione. Un impegno che può e deve essere un aiuto per il complesso lavoro che l’Amministrazione comunale ha di fronte a sé. Questo – più che la nascita di una nuova Commissione senza alcun potere aggiuntivo e addirittura slegata anche dalla ratio che ne dovrebbe definire le caratteristiche, che sono quelle della gestione di improvvise ed eventuali emergenze – è a mio avviso l’elemento di maggior valore della riunione di oggi.
A noi spetta adesso il compito di farne tesoro, di declinarlo adesso in azioni ed idee. E di farlo insieme, ogni giorno, svolgendo il compito che i cittadini ci hanno affidato con il loro voto nel solo ed unico interesse della nostra comunità”.  

Questo il commento, invece del gruppo consiliare 5stelle: "Anche oggi la maggioranza ha perso l'occasione per dare una mano alla Città di Foggia, è stata bocciata la proposta, dell'intera minoranza, di istituire una commissione di garanzia e controllo sulla gestione delle politiche sociali della passata amministrazione. Voleva essere un modo per analizzare i motivi per cui le risorse impiegate sulle politiche sociali non corrispondono ai risultati attesi e successivamente valutare le iniziative da intraprendere per migliorare la situazione. C'è forse il timore di scoprire magagne? - scrivono i consiglieri Quarato, Norillo e Fatigato-. Non lo sappiamo, ma di certo le argomentazioni addotte per giustificare l'assurdo rifiuto non sono sembrate credibili. Ancora una volta la maggioranza rinuncia al confronto, ma soprattutto rinuncia ad attivarsi per nostra città.
Continueremo comunque nella nostra azione di controllo e di proposta costruttiva; a breve presenteremo una proposta di commissione specifica sui debiti fuori bilancio che erodono le nostre risorse in maniera  insensata e senza che i responsabili ne paghino le conseguenze. La nostra azione non si ferma!"

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sulle politiche sociali non si va a fondo, respinta la 'Commissione di controllo': così la maggioranza fa quadrato attorno all'ex assessore

FoggiaToday è in caricamento