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Lopalco tenta la carta del Parlamento: l'epidemiologo è nella rosa dei candidati di Speranza

Pierluigi Lopalco è nella rosa dei candidati scelti da Articolo Uno in Puglia

Ieri la segreteria regionale di Articolo Uno Puglia - su indicazione del segretario regionale Ernesto Abaterusso - ha approvato la rosa dei nomi espressione dei territori per le candidature alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre. Fanno parte della lista l’epidemiologo e consigliere regionale, nonché ex assessore alla Sanità, Pier Luigi Lopalco. L’avvocato Adalisa Campanelli, segretaria dell’area metropolitana di Bari e componente della segreteria nazionale del partito. Adriano Merico, già sindaco di Parabita e consigliere provinciale, direttore Inps di Casarano e sindacalista nonché attuale consigliere comunale di Parabita con deleghe alla Cultura, Sviluppo economico e Marketing territoriale. L’architetto Francesca Irpinia, componente della direzione nazionale di Articolo Uno ed espressione della federazione provinciale di Taranto.

“Con la scelta compiuta dalla segreteria regionale, abbiamo voluto, in vista della difficile contesa elettorale del prossimo 25 settembre, dare il nostro contributo al percorso intrapreso dalle forze democratiche e progressiste" spiega il segretario regionale del partito che fa capo al ministro della Sanità del governo Draghi, Roberto Speranza. "Dopo un’attenta e approfondita discussione, abbiamo deciso di mettere in gioco le migliori competenze ed espressioni della società civile pugliese inserendo nella rosa dei nomi persone impegnate nella tutela della salute e nel contrasto alla pandemia, nel lavoro, nella giustizia, nella lotta per l’affermazione dei diritti e della legalità, nella battaglia per la rivoluzione verde e la transizione ecologica con l’obiettivo di dare un contributo fattivo e mettere in campo candidature all’altezza della sfida e in connessione con i territori, anteponendo il bene comune all’interesse di parte”.

Il 22 luglio, su Facebook, l'endorsement di Lopalco a Speranza sulla gestione della pandemia: "La presenza di Roberto Speranza ha permesso di attuare politiche di risposta alla pandemia per nulla scontate. Perché oggi non possiamo dare per scontato in un Paese occidentale che la salute del cittadino o la vita di un anziano siano poste al di sopra degli interessi della finanza e dell’economia. Per questo, caro Roberto, io ti ringrazio – e spero lo facciano tutti gli italiani - per non aver mai fatto un passo indietro su questo principio.

L'epidemiologo aveva provato a dare anche alcuni consigli: "E adesso passerò a dare dei buoni consigli, non potendo più dare cattivo esempio (cit.). E per restare nel campo dei grandi cantautori italiani, mi permetto di parafrasare Gaber: la Salute è di sinistra. E’ su questa unica, importante, parola d’ordine che dobbiamo rilanciare il servizio sanitario nazionale. Il modello aziendale della sanità, pur necessario in un paese tanto indebitato, se si spinge progressivamente sempre più su un modello improntato al solo miglioramento dell’efficienza, non è più sostenibile. Non è più sostenibile un sistema che punti tutto sul numero e qualità delle prestazioni erogabili, perché arriverà il momento (credo sia già arrivato) in cui la richiesta di prestazioni sarà di gran lunga superiore alla capacità del settore pubblico di fornirle. E qui entra la visione: destra e sinistra pari non sono. La destra vede di buon occhio l’ingresso a mani basse del settore privato sia nel fornire prestazioni che nel finanziare il sistema attraverso meccanismi assicurativi.

La sinistra deve prendere atto che è arrivato il momento di fermare questa corsa infinita alla domanda di prestazioni e invertire la rotta verso investimenti consistenti in prevenzione. Perché solo con politiche serie di prevenzione si può fermare la spesa sanitaria ed invertire la rotta. La pandemia ha dimostrato come un servizio sanitario tutto improntata alla produzione, sia pur efficiente, di prestazioni ospedaliere può essere messo in ginocchio da un virus. Quel modello produce profitto, non produce salute. La sinistra deve riscrivere un modello di sanità il cui unico fine sia quello di produrre salute.

Disincentivare le prestazioni inutili, evitare l’accanimento terapeutico, proporre un modello di assistenza a bassa intensità che aiuti il paziente cronico a recuperare benessere. E ricostruire da zero la cultura del controllo infezioni. Il nostro servizio sanitario è molto carente su questo terreno: dalla risposta alle minacce pandemiche all’annoso problema dell’antibiotico-resistenza non siamo preparati a sufficienza. E non possiamo permetterci il lusso di aspettare la prossima pandemia per iniziare a farlo. Questi i miei 10 cent (non richiesti) per il programma progressista all’incombente kermesse elettorale. Buona fortuna!"

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