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“Non si può risparmiare sulla pelle dei cittadini del Subappennino”

Così il consigliere regionale del Nuovo Centrodestra Giannicola De Leonardis, che chiede alla Asl di rivedere il piano Emergenza-Urgenza

“Non si può risparmiare sulla pelle dei cittadini del Subappennino”. Lo afferma il consigliere regionale, Giannicola De Leonardis, che punta il dito contro la direzione provinciale dell’Asl “più preoccupata e concentrata sulla ricerca di nuovi locali per uffici senza badare a spese”. “I risparmi, secondo l’esponente del Nuovo Centrodestra, continuano a essere fatti e ipotizzati sempre e solo sulla pelle dei cittadini: una situazione inaccettabile e profondamente iniqua”.

Per De Leonardis, il piano di Emergenza-Urgenza andrebbe riformulato, garantendo a ciascun abitante lo stesso diritto alla salute, “e non considerando unicamente il rapporto tra numeri di abitanti e mezzi loro da assegnare”. Il consigliere foggiano aggiunge: “Già la bozza del precedente Piano per l’ Emergenza-Urgenza, mai tradotta in realtà concreta dall’Asl Foggia, riservava al Subappennino dauno con relative popolazioni un’attenzione ridotta ai minimi termini: un punto di primo intervento e un’automedica attrezzata di stanza a Volturino, ideale riferimento per il nord del territorio; un punto di primo intervento e un’automedica a Troia, per l’area centrale; e infine, un punto di primo intervento e un’automedica (di base nella vicina Anzano) ad Ascoli Satriano, riferimento per i comuni più a Sud”.

“Certamente uno spiegamento tutt’altro che notevole di risorse, uomini e mezzi, per una zona classificata come ‘disagiata’ anche dalla Regione. La mancanza di programmazione aziendale è stata però sostituita addirittura in peggio dalla delibera regionale dello scorso ottobre che ha rimodellato al ribasso quello stesso Piano, come denunciato anche dalla segreteria provinciale della Federazione Italiana Medici di Famiglia. E il taglio di automediche attrezzate e punti di primo intervento produrrà l’inevitabile effetto di mettere a rischio la salute e la vita di intere comunità vicine solo in linea teorica, considerata la particolare geomorfologia del territorio e la difficile viabilità, in particolare nei mesi invernali” conclude

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