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Sabato, 20 Aprile 2024
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Salvi pensione e Tfr dei parlamentari eletti nel Foggiano, niente da fare per la neodeputata Di Donna

Senatori e deputati resteranno in carica fino al 13 ottobre e alla vigilia delle elezioni maturano 4 anni, 6 mesi e un giorno di mandato

I parlamentari eletti in provincia di Foggia, tutti al primo mandato tranne uno, matureranno il diritto alla pensione. Michele Bordo, deputato del Partito Democratico dal 2006, con tre legislature alle spalle, non aveva bisogno di raggiungere la fatidica data del 24 settembre 2022 per conseguire il requisito dell’esercizio del mandato parlamentare per almeno 4 anni, 6 mesi e un giorno. Scatteranno solo alla vigilia delle elezioni politiche, invece, per i deputati Giorgio Lovecchio (M5S); Carla Giuliano (M5S); Rosa Menga (‘Europa Verde’); Marialuisa Faro, vicepresidente del gruppo Insieme per il Futuro; Francesca Troiano, dal 28 giugno scorso passata a Italia Viva; Antonio Tasso, che il 7 luglio ha aderito a Coraggio Italia e resta nel Gruppo Misto; i senatori Gisella Naturale (M5S) e Marco Pellegrini, vicepresidente del gruppo M5S.

Nonostante il Capo dello Stato abbia sciolto le Camere, in base all’articolo 61 della Costituzione, finché non si riuniscono le nuove, “sono prorogati i poteri delle precedenti”. I lavori delle Assemblee vanno avanti a Montecitorio e a Palazzo Madama, tant’è che oggi la Camera si è occupata dell’esame del suo bilancio. L’attività legislativa, secondo la prassi, si limita agli atti dovuti. I parlamentari resteranno in carica fino al 13 ottobre e hanno tutto il tempo per conseguire il diritto alla pensione. La frazione di un anno superiore a 6 mesi, infatti, viene arrotondata ad 1 anno intero, e così matureranno il requisito contributivo di almeno 5 anni effettivi di mandato. Il trattamento pensionistico sarà erogato dai 65 anni di età in poi. Per ogni anno di mandato oltre al quinto, il requisito anagrafico si abbassa di un anno fino ad un massimo di 60 anni. Qualcuno ha già fatto i conti e per 4 anni e mezzo da parlamentare gli toccherà una pensione di 700-800 euro.

Riceveranno anche un assegno di fine mandato, pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità, moltiplicato per ogni anno di mandato effettivo o frazione non inferiore ai sei mesi. Il ‘Tfr’ di deputati e senatori viene erogato sulla base dei contributi versati mensilmente in un apposito fondo di solidarietà.   

La facoltà di riscattare tramite contribuzione volontaria gli anni di mandato non esercitati in caso di legislature incomplete era stata soppressa a decorrere dalla XVI legislatura, con deliberazioni del Consiglio di Presidenza del Senato e dell'Ufficio di Presidenza della Camera recanti modifiche alla disciplina dell’assegno vitalizio. Dal 2012, però, è entrato in vigore il sistema contributivo, analogo ai dipendenti della pubblica amministrazione, e si propende per la possibilità di riscattare la pensione, anche se dalle recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio di Giurisdizione della Camera, Alberto Losacco, e del presidente del Consiglio di Garanzia del Senato, Luigi Vitali, si era capito che l’Ufficio di Presidenza di Camera e Senato non avevano ancora deliberato in materia. I parlamentari alla prima legislatura, comunque, avrebbero dovuto versare una quota importante, e non sarebbe stato conveniente.

Taglia il traguardo del trattamento pensionistico anche il deputato di Azione Nunzio Angiola, il docente universitario di Economica Aziendale eletto nel collegio uninominale Puglia 05 – Altamura, tra la provincia di Bari e la Bat, che ha forgiato il partito di Carlo Calenda in Capitanata.

Niente da fare, chiaramente, per la foggiana Michaela Di Donna, proclamata deputata solo il 13 luglio, in sostituzione di Elio Vito che ha rassegnato le dimissioni. Il suo seggio, lo ricordiamo, è scattato nel collegio plurinominale Puglia – 02 che comprendeva i collegi uninominali di Lecce, Nardò, Casarano e Francavilla Fontana, nel listino proporzionale di Forza Italia. Dalla scheda biografica pubblicata sul sito della Camera, si apprende che il 16 luglio scorso ha optato per il gruppo Misto, collocandosi tra i deputati non iscritti ad alcuna componente politica.  Con i vitalizi di un tempo, forse avrebbe strappato un assegno a vita, ma non oggi: non ha maturato, infatti, i requisiti per il diritto al trattamento pensionistico e per l’assegno di fine mandato.

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