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La carica dei trentamila per restituire la luce a Foggia

La proposta di Spi Cgil e Auser e la risposta dell’assessore Erminia Roberto: “Parliamone” Persiano: “Un esercito di competenze per sottrarre i quartieri all’abbandono e alla paura”

Ci sono più di 30mila anziani e pensionati a Foggia, la maggior parte di loro ha ancora tantissimo da dare in termini di energia, competenze tra le più disparate, voglia di fornire un contributo alla propria comunità: non siamo un peso, al contrario, possiamo diventare la prima risorsa per restituire vitalità ai nostri quartieri, alla nostra città”. E’ questo il messaggio lanciato alle istituzioni del capoluogo dallo Spi Cgil Foggia, il Sindacato dei Pensionati Italiani, nell’ambito dell’iniziativa intitolata “No, io non abbocco”, che si è svolta giovedì 5 novembre nella Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte.

Un messaggio che è stato accolto da un’apertura di Erminia Roberto, vicesindaco del Comune di Foggia con delega alle Politiche Sociali. “Siamo pronti a sostenere le iniziative che, come quella illustrata stasera, vanno nella direzione di un miglioramento della qualità della vita per tutti i cittadini”, ha dichiarato l’assessore. L’idea è semplice ma rivoluzionaria, perché cambia un’impostazione culturale, quella che negli anziani vede un peso, soprattutto per ciò che attiene alla sanità e al welfare più in generale.

“Le cose stanno diversamente”, ha spiegato Franco Persiano, segretario provinciale Spi Cgil. “Per due mesi, cifre alla mano, abbiamo dimostrato che i pensionati italiani, e quelli di Foggia e provincia non fanno eccezione, sono diventati loro malgrado un ammortizzatore sociale senza il quale le famiglie affonderebbero. Siamo pronti a discutere e attuare con le istituzioni comunali una piattaforma di azioni e progetti. Se gli anziani ne hanno la possibilità allora possono fare moltissimo per la rinascita sociale e culturale della città”.

Centri sociali, laboratori in cui trasmettere valori e conoscenze ai giovani, anche da questo può scaturire la ‘riconquista’ dei quartieri abbandonati al buio e alla marginalità. “Oggi sono molte, troppe le zone delle nostre città in cui la mancanza di un diffuso e capillare ‘presidio’ di attività sociali, culturali ed economiche lascia spazio al degrado e alla paura, soprattutto dopo il tramonto”, ha spiegato un pensionato foggiano prendendo la parola.

Un intervento, quest’ultimo, tra i più applauditi dall’uditorio attento e numeroso che ha riempito la Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte. Segno che il riscatto sociale, culturale ed economico di Foggia è un valore molto importante per i “nonni della città”. Un valore per difendere il quale sono disposti a rimboccarsi le maniche, a impegnarsi, e a ricoprire ruoli che vanno ben oltre il pur rispettabilissimo e onorevole impegno davanti alle scuole per aiutare i vigili e garantire maggiore sicurezza ai bambini nei momenti in cui entrano ed escono dai loro istituti scolastici. “Gli anziani ‘freschi’ di pensione”, ha affermato don Francesco Catalano, “sono i nostri migliori volontari nella Caritas: hanno volontà, spirito di sacrificio, voglia di rendersi utili a chi chiede una mano”. “Finiamola con la retorica piena di falsità dello scontro tra generazioni”, ha aggiunto don Francesco. “Ai nostri nonni dovremmo fare un monumento per quello che hanno fatto e che continuano a fare per noi figli, per noi nipoti, per le nostre famiglie e comunità. Pensiamo agli anziani in termini positivi, cominciando ad averne più rispetto”.

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