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Pd e cinquestelle si cercano, sì alle alleanze nei comuni ma "non a tutti i costi": veto del Movimento sui candidati sindaco pro Pazienza

Sono partite le manovre per le elezioni comunali. La base ragiona sulle ipotesi di accordo nei centri chiamati alle urne. Veto sui sindaci del Gargano che si sono schierati con il presidente del Parco Pazienza

I Cinquestelle fanno il pari e dispari sulle alleanze col Pd a livello cittadino. In varie forme, sarebbero partiti i tentativi di abboccamento, in diversi comuni della provincia di Foggia chiamati alle urne.

Le Amministrative si avvicinano e le manovre sono già iniziate. Per ora si annusano. Ci sono centri che il Pd non vuole assolutamente perdere, altri in cui vorrebbe tornare a governare, e dove il risultato è incerto pare non disdegni la carta dell'alleanza, legittimata dai precedenti su scala regionale e nazionale.

Il Movimento, per quanto alle Comunali non abbia lo stesso appeal delle Politiche, nello scacchiere della coalizione consentirebbe proprio di replicare lo scenario a livello regionale e nazionale. Giuseppe Conte, una volta avviato il cantiere con Enrico Letta, ha svelato le carte: alle Comunali da soli non conviene.

La base valuta le affinità elettive, anche perché un territorio non è uguale all'altro. Il Movimento al suo interno ragiona e si interroga, domandosi se ne valga la pena, specie in quei comuni dove ha contestato per anni la gestione e lì i più agguerriti sono i consiglieri comunali, perché se hanno subìto non vogliono sentir parlare di alleanze.

Non è un mistero che il Pd provinciale e il M5S foggiano non si prendano e che Parco del Gargano e Asi siano addirittura terreni di scontro. Attriti non di poco conto, che ostacolano una corrispondenza di amorosi sensi.

Nei due principali centri al voto, Cerignola e Manfredonia, e a San Marco in Lamis, il Pd ci avrebbe fatto un pensierino. Per il momento, solo a San Nicandro Garganico i giochi sono fatti. L'accordo è andato in porto. Se n'è occupata la deputata Maria Luisa Faro.

Pd e Cinquestelle venivano però già da una comune esperienza di opposizione e, per giunta, avrebbero trovato un nome che piace a entrambi. 

Interpellato, l'europarlamentare Mario Furore, trascinatore del Movimento insieme all'assessore regionale Rosa Barone, non si sbottona più di tanto: "Sulle alleanze ragioneremo. Conte vuole che ci allarghiamo a un campo progressista che forse, in questo momento, è la collocazione più naturale per il Movimento. Però le alleanze, secondo me, non devono farsi a tutti i costi, e soprattutto bisogna parlare di programmi".

Ma è proprio lì che iniziano i problemi tra Cinquestelle e Pd: se non si riesce a trovare una convergenza su altri temi cari ai grillini, è difficile chiudere accordi e governare insieme. Se prima non si risolvono almeno le questioni che il Movimento considera vitali, i matrimoni si complicano un po' dappertutto.

È un punto interrogativo anche una eventuale futura alleanza su Foggia. I pentastellati sentono che la città si aspetta che vadano con il Pd, ma non è così scontato.

Nel ciclo di incontri dell'ex premier di Volturara con deputati, senatori ed europarlamentari è emerso chiaramente che le alleanze si devono fare, ma non si può prescidere dall'analisi del contesto e delle condizioni nel territorio di riferimento. 

Chi potrebbe mediare è Michele Emiliano, che ha aperto all'alleanza in Puglia e che potrebbe assumere il ruolo di facilitatore affinché lo stesso patto si riproponga sui territori.

"Non voglio che pensino che noi acriticamente ci lasciamo inglobare, così solo per il gusto di stare insieme o di andare a governare - avverte Furore - I matrimoni, quando si fanno, si fanno per bene e per tempo".

È proprio con Emiliano che testano i pro e i contro dell'alleanza. E in caso di mal di pancia, tanto per dirne una sulla gestione della pandemia targata Lopalco, c'è solo il Maalox.

Di remore ne hanno eccome. Di certo non potranno godere del loro appoggio i sindaci del Gargano che si sono schierati con Pazienza e hanno firmato la lettera in cui criticavano anche la presa di posizione del M5S, a meno che la comunità del Parco non faccia marcia indietro e non accolga le sue richieste cambiando registro sulla governance.  

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