Galeotto fu il tartufo: primo si dei cinquestelle ad Emiliano, ma al PD va di traverso
Il Consiglio approva una manovra da 1 miliardo e 150 milioni di euro, con il voto favorevole del Movimento: "Oggi è diverso, ed è la prima volta in sei anni". Pressing di Tutolo per l'assessorato al Welfare: "Si decidessero"
"Presidente, ma lei se li vede De Gasperi, Fanfani, Moro, Berlinguer fare un accordo politico sul tartufo?". Con questa battuta e battezzandolo come il "patto del tartufo", un consigliere regionale offre una facile sponda ai cronisti. Ma quel consigliere regionale non appartiene all'opposizione, come si potrebbe presumere dai toni: è Fabiano Amati, del Partito Democratico.
Per quanto si possa svilire l'argomento, specie in una sintesi giornalistica, il fulcro dell'emendamento in discussione era sostanzialmente questo: la legge prevede che i residenti delle aree protette abbiano la priorità per l'autorizzazione alla raccolta dei funghi a compensazione della ridotta capacità produttiva. L'articolo discusso in aula eliminava la priorità nel rilascio dei permessi (in queste aree ne vengono concessi solo 70). Da anni, la norma era quasi blindata, difesa dalle incursioni di chi voleva smontarla.
"Abbiamo fatto un accordo politico con il Movimento 5 Stelle su questo emendamento. Ora, se questo emendamento è di tale dimensione, di tale gravità da creare un problema alla maggioranza, vi chiedo scusa se mi sono permesso", ha spiegato candidamente il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, parole che hanno innescato la reazione del consigliere Amati. Piatto ricco (e non solo per la spolveratina di tartufo) per l'opposizione, manco a dirlo. Ma le ultime parole del consiglier Pd suonano come un avvertimento al presidente pro Cinquestelle: "Va bene per il patto, ci mancherebbe altro, però la prego di considerare che poi ci sono ventinove consiglieri regionali della maggioranza iniziale che hanno da proporre e propongono cose ben più imponenti della questione del tartufo, senza nulla togliere al tartufo". L'impressione è che, per quanto possano esserci vecchie ruggini, la posizione di Amati non sia isolata all'interno del Partito Democratico, né così personale. In fondo, chi ha sempre tifato per l'accordo con il Movimento 5 Stelle, anche in tempi non sospetti, è Michele Emiliano.
Di fatto, però, a parte il tartufo, il dato politico rivoluzionario è il voto favorevole dei Cinquestelle al bilancio, naturalmente senza Antonella Laricchia, assente perché impegnata a convolare a giuste nozze. In una nota a margine del Consiglio regionale fiume, la solita maratona sui conti fino a notte fonda, i consiglieri M5S Grazia Di Bari, Rosa Barone, Cristian Casili e Marco Galante motivano il loro sì: "Siamo orgogliosi che nel Bilancio di previsione approvato ieri ci siano diverse proposte che avevamo portato all’attenzione del presidente Emiliano. Un bilancio in cui si è rinunciato a mance e mancette per provvedimenti concreti, come quello per destinare 4 milioni di euro come ristoro per gli ambulanti".
Altro nodo cruciale, per il Movimento era quello dei Consorzi di Bonifica: il transito della sezione irrigua ad Acquedotto pugliese è stato neutralizzato proprio come volevano i Cinquestelle, procurando un altro dispiacere a Fabiano Amati. L'assessore al Welfare in pectore e i suoi colleghi sono soddisfatti anche dello stanziamento di 300mila euro per la valorizzazione del patrimonio Unesco in Puglia. "Capiamo che ieri il tartufo sia servito a qualcuno per dare spettacolo in aula e avere qualche titolo di giornale. A noi invece non interessa fare teatro, ma solo continuare a lavorare per i pugliesi”, commentano rispetto all'emendamento della discordia, "disposizione che riprende un emendamento che avevamo presentato già due anni fa nel bilancio di previsione del 2019, e approvato con 40 voti favorevoli, quindi anche quelli del centrosinistra e del centrodestra - spiegano dettagliamente i pentastellati ricostruendo il periglioso iter della tartufo - Quella norma era stata poi nuovamente modificata da un emendamento presentato dal consigliere Colonna ad una legge che niente c’entrava con la raccolta dei tartufi, relativa alle modifiche alla legge regionale sull’attività venatoria e per quello abbiamo proposto al presidente Emiliano di ripresentare l’articolo".
Il loro, insomma, pare proprio sia stato un sì convinto, a giudicare dalle esternazioni, e non di circostanza. Tant'è che la capogruppo Grazia Di Bari in aula ha osservato: "Oggi ci troviamo davanti un bilancio diverso ed è la prima volta in sei anni". A proposito dell'assessorato, ormai pare evidente che se ne parli a gennaio, anche perché non ci sarebbe modo di bypassare il voto su Rousseau previsto anche dal quesito relativo agli accordi inserito nella votazione finale degli Stati Generali.
Un conterraneo di Rosa Barone, citandola, è autore di un pressing in Consiglio: Antonio Tutolo, eletto nella lista Con Emiliano. Prendendosi peraltro i complimenti per aver rispettato perfettamente i tempi pur essendo nuovo, ha vuotato il sacco ("perché sennò sto male"), dicendo quello che aveva sul groppone già dalla seduta precedente, "Ho letto delle dichiarazioni –non voglio far polemica con nessuno, però è giusto per chiarire, per capire anch’io –della consigliera Barone, che diceva: non mi svendo ma preferisco provarci, anche per salvare un solo assessorato. Resto frastornato, onestamente, da questa forte affermazione: non so cosa significa salvare un solo assessorato, come se gli altri fossero retti da persone incompetenti. Vorrei capire". Vorrebbe comprendere se il riferimento fosse alle capacità o alla moralità.
"Se si tratta di capacità, voglio dire una cosa. Da quel poco che conosco, credo che qui abbiamo tutti quanti un quoziente intellettivo mediamente nella sufficienza. Qualcuno al di sopra della sufficienza. Ma al momento non vedo scienziati. Non vedo Margherita Hack. Non vedo Carlo Rubbia. Non vedo Zichichi. Non vedo Rita Levi Montalcini".
Dove volesse arrivare con un preambolo nel suo stiile è presto detto: "Siano i benvenuti se devono arrivare - è il messaggio ai Cinquestelle - ma si decidessero, perdonatemi, perché non si può aspettare oltre, a mio modesto avviso". In attesa di sciogliere le riserve, comunque, pare si siano integrati, tanto da rischiare, agli occhi di qualcuno, di apparire più maggioranza della maggioranza stessa.
La Legge per la formazione del bilancio di previsione 2021 e il bilancio pluriennale 2021-2023 della Regione Puglia sono stati approvati all'una e quaranta del 22 dicembre. Parliamo di una manovra da 1 miliardo e 150 milioni di euro, "con cui proviamo a superare la grande crisi causata dalla pandemia, mantenendo fermi tutti i servizi pubblici, tenendo basse le tasse, alleggerendo il carico fiscale per le famiglie numerose e per diverse categorie di operatori economici”, ha osservato il presidente Michele Emiliano.
A differenza del 2020, tanto per fare un esempio, il trasporto pubblico locale potrà contare su circa 140 milioni di euro, 6 milioni di euro in più, e lo stanziamento per la Protezione Civile regionale, molto impegnata sul fronte del contrasto alla pandemia passa a 21 milioni di euro, rispetto ai 14 dell’anno che sta finendo.
La Regione Puglia mobilita 250 milioni di euro della quota di cofinanziamento di tutta la spesa comunitaria per spingere gli investimenti e ha stanziato un portafogli di 200 milioni di euro per la programmazione straordinaria di contributi agli investimenti delle amministrazioni pubbliche pugliesi: interventi di manutenzione straordinaria, di miglioramento tecnico-funzionale e di riqualificazione di opere pubbliche cantierabili con assoluta urgenza. “Una misura – ha sottolineato il vicepresidente e assessore regionale al Bilancio, Raffaele Piemontese – che considera la particolare congiuntura economica conseguente alla pandemia e che vuole contrastare le ricadute occupazionali negative, rilanciando la ripresa economica e occupazionale”.
Sul fonte delle agevolazioni fiscali, la Legge di Bilancio 2021 conferma le detrazioni all’addizionale Irpef per le famiglie numerose, con un’agevolazione superiore in presenza di persone con handicap; è stata eliminata la tassa di concessione per l’iscrizione all’Albo degli artigiani ed è stata abbattuta la tassa di concessione per le farmacie e per i concessionari del demanio marittimo.