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E' di nuovo scontro tra Emiliano e i cinquestelle. Foggia contro la "scorciatoia" sulle scuole. "Chiusura inaccettabile"

L'europarlamentare Mario Furore e il deputato Giorgio Lovecchio contestano l'ordinanza di chiusura del governatore pugliese. A soli tre giorni dal cordiale confronto sul programma, già si incrina il rapporto

"Quella della Regione Puglia e di Emiliano è una scorciatoia: è come mettere la polvere sotto il tappeto per nascondere inefficienze sul sistema sanitario regionale (verso l’implosione) e il sistema dei trasporti locale (già in tilt)". L'europarlamentare foggiano del Movimento 5 Stelle Mario Furore contesta aspramente l'ordinanza del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che dispone la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, fatta eccezione per la scuola dell'infanzia, dal 30 ottobre al 24 novembre.

Sono passati solo tre giorni dal cordiale confronto tra il governatore e i parlamentari delle forze politiche che sostengono il governo Conte, prove tecniche di collaborazione a partire dal programma in cui si erano manifestati segnali decisivamente distensivi nei rapporti con i Cinquestelle, e già se li mette tutti contro e se li ritrova belligeranti, anche perché Emiliano, con la sua decisione ha disatteso le raccomandazioni del ministro Lucia Azzolina, (che al presidente della Regione Puglia ha chiesto di ritirare il provvedimento). L'ordinanza sembra aver riconfigurato le posizioni conflittuali. Punto e accapo.

"Oggi in Puglia si sta facendo apparire ingiustamente la scuola quale luogo di diffusione del virus mentre non si interviene responsabilmente sugli altri anelli debolissimi del sistema. C’è un assalto in corso e questo non può far altro che ledere il diritto all'istruzione - afferma l'europarlamentare - Chi come Lopalco chiude le scuole senza confronto, non riconosce che quest'estate la comunità scolastica era nei plessi col metro in mano a misurare, mettere la segnaletica per mantenere il distanziamento, creare orari scaglionati. E tutto questo ha funzionato, perché nelle scuole ci sono pochissimi focolai. I nostri dati sono validati dall'Istituito superiore di sanità secondo cui la scuola è un luogo sicuro. Se ci sono problemi fuori dalle aule, a pagarli non possono essere gli studenti".

Dello stesso tenore, il commento del deputato M5S Giorgio Lovecchio. "Emiliano e Lopalco parlano di fallimento del sistema di tracciamento e gestione dei tamponi della sanità pugliese e raccontano di 'numeri pesantissimi', quando in realtà il numero di studenti contagiati è pari allo 0,074%, 417 su più di mezzo milioni di studenti. Il motivo della chiusura della scuola sarebbe dunque da rinvenirsi nelle 'migliaia di ore di lavoro per gli operatori dei dipartimenti di prevenzione, che devono effettuare i tamponi, la sorveglianza sanitaria e le attività di tracciamento', come spiega Lopalco. A monte della grave disagio che riguarda l’istruzione dei ragazzi pugliesi, c’è dunque il carico delle Asl che non riescono a rispondere efficacemente alle sopraggiunte esigenze. È giusto che le inefficienze del sistema sanitario pregiudichino l’attività scolastica dei nostri ragazzi, oltre che la quotidianità lavorativa di migliaia di famiglie, messe in grandissima difficoltà dalla urgenza di conciliare bambini e professione? Non è giusto che scolari e famiglie paghino personalmente l’impreparazione e i ritardi dell’amministrazione regionale. La chiusura delle attività scolastiche del primo ciclo - conclude Lovecchio - è inaccettabile".

La consigliera regionale M5S Rosa Barone condivide il pensiero del deputato Giuseppe D'Ambrosio che parla di "scelte sciagurate e opportunistiche": "La verità è che il Presidente Emiliano teme il collasso delle Asl per il controllo e tracciamento degli studenti, perché proprio a causa della sua incapace gestione della Sanità pugliese in questi anni (oltre che in questi ultimi gravi mesi) pur essendo anche assessore regionale, non è stato capace di potenziare la nostra sanità. Ha avuto ben 5 anni e non lo ha fatto - scrive D'Ambrosio - Ora chiude le scuole mentre restano aperti durante il giorno tutti i luoghi in cui i ragazzi potranno tranquillamente trovarsi e assembrarsi, mentre a scuola per lo meno erano controllati, lasciando nel disastro totale i genitori che devono lavorare e contemporaneamente provare a gestire i loro figli non si sa come".

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