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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Dopo Iaccarino un "garante della città". Prove di larghe intese con qualche resistenza. Di Gioia si tira fuori, Scapato in pole

Questa volta si cerca un nome condiviso da maggioranza e opposizione, "una figura di prestigio" che quindi ridia lustro alla carica. Per il momento in pole c'è Giulio Scapato. E Quarato rimpiange Miranda

"Dobbiamo trovare una persona che sia in grado di tenere insieme le istanze delle forze politiche ma anche e soprattutto un garante dei rapporti con le istituzioni, una persona che sia punto di riferimento". Sul profilo del prossimo presidente del Consiglio comunale di Foggia concordano più o meno tutti, interpretando anche il pensiero dei cittadini ancora scioccati dai colpi a salve sul balcone. A parlare, in questo caso, è l'altro Leo, il consigliere Leonardo Di Gioia.

Ultimamente il suo nome non era comparso in calce alle dichiarazioni congiunte dei consiglieri di opposizione e i suoi interventi nelle riunioni in videoconferenza della massima assise erano apparsi piuttosto salomonici, particolare che non era sfuggito al sindaco Franco Landella, che recentemente in una seduta si era mostrato compiaciuto per l'obiettività delle sue riflessioni. Non è entrato nella maggioranza, beninteso. Sarebbe probabilmente una figura in grado di contemperare e coniugare le contrapposte identità. Ma pare non gli passi neppure per l'anticamera del cervello. La sua non è un'autocandidatura, anzi. Siede in Consiglio comunale per "spirito di servizio". Altrimenti, forse, si sarebbe ritirato a vita privata.

"Ci sono tanti nomi, almeno tre o quattro secondo me che possono essere in grado di ricoprire questo ruolo, sia nell'opposizione che nella maggioranza, ma penso che sarebbe utile fare un ragionamento tutti assieme e credo sarebbe anche nell'interesse del sindaco perché questo potrebbe imprimere un cambio di passo anche ai rapporti tra le forze politiche, non per le larghe intese ma verso una istituzione che sia veramente serena da un punto di vista dei rapporti. L'auspicio è che si possa trovare un nome condiviso". Del resto, va predicando da tempo che sono le persone a fare la differenza e che oggi sia alquanto anacronistico parlare di destra e sinistra.

Tra i dirimpettai, l'opinione del consigliere della Lega Salvatore De Martino non si discosta molto. Traccia più o meno lo stesso identikit del prossimo presidente. Auspica il coinvolgimento di tutte le forze politiche, ma proprio tutte, repetita iuvant. "Solitamente è sempre stata una carica che viene espressa dalla coalizione che vince le elezioni", ma questa volta è diverso. "Però io attenderei prima la formalizzazione ufficiale delle dimissioni, non so se siano state formalizzate o meno, non mi è arrivata nessuna Pec, non mi risulta", osserva il consigliere De Martino, "immagino avverrà a ore". Non sbaglia, perché ad oggi non sono state protocollate. Domani, peraltro, il sindaco Franco Landella ha convocato maggioranza e opposizione in videoconferenza per discutere la 'situazione Iaccarino'.

Stavolta non basterebbe la sfera di cristallo per indovinare chi sarà il suo successore. Considerato anche l'assetto della Giunta è difficile pensare di ricorrere al manuale Cencelli. È stato per primo il sindaco Franco Landella ad aprire ad una riflessione allargata alle opposizioni, che troverebbe però qualche resistenza. Se il centrodestra sembra avvertire ora più che mai il peso della responsabilità della prima scelta, probabilmente certa opposizione intravede uno scaricabarile.

Di certo la componente leghista di De Martino non ha ambizioni proprio rispetto a quel ruolo terzo. La valutazione non può dipendere dalla logica delle spartizioni e prescinderà, quasi sicuramente, anche dall'altro criterio dei più suffragati.  

"Potremmo trovare una figura che vada bene a tutti. Fare qualcosa insieme potrebbe essere una buona soluzione", dice De Martino, che come gli altri attende gli sviluppi ufficiali, convinto però della bontà di convergere su "una figura che possa garantire lo svolgimento dei lavori del Consiglio in maniera proficua, che possa garantire la città e tutte le forze politiche".

Trachant l'ex candidato sindaco Pippo Cavaliere, leader dell'opposizione. "Al momento sento di escludere la possibilità di una intesa su una questione del genere". Non aggiunge altro, al massimo riformula la stessa frase e, in buona sostanza, ritiene difficile che possa esserci una convergenza.

Gira il nome di Giulio Scapato, attuale vice presidente del Consiglio, e lui se ne compiace. "Mi fa piacere se circola il mio nome, come mi ha fatto piacere l'unanimità quando mi hanno eletto vicepresidente. Ciò significa che sono uno che aggrega e non divide. Non so se riuscirò ad aggregare anche in questa occasione". Sembra, insomma, a disposizione. "Se ti affidano questo ruolo significa che ti riconoscono come una persona capace, che sa mediare che non porta all'esasperazione, allo scontro, ma che cerca soluzioni". Per inciso, condanna senza mezzi termini la vicenda che "ha avuto risalto nazionale", e ricorda come un ruolo istituzionale implichi "un certo bon ton".

Si ricorderà, peraltro, che proprio nello studio di Giulio Scapato a maggio fu partorito il documento unitario sulle misure per l'emergenza Covid. Assieme a Raffaele Di Mauro, reduce da un vibrante scontro proprio con Leonardo Iaccarino, si era adoperato per il taglio e cucito dei punti proposti da maggioranza e opposizione. Prima di allora, era fallito il tentativo di un documento unitario sulla legalità. "Se mi riconoscono questo ruolo non posso che esserne orgoglioso", conclude.

Il consigliere di Forza Italia Raffaele Di Mauro pensa sia ora di fare un salto di qualità. "Sicuramente bisogna cercare di individuare una figura che stia bene non dico a tutti ma quasi". Suona la sveglia, alla luce del sentimento che in questo momento dovrebbe montare in città: "destarsi da questo sonno, da questo torpore che ha preso soprattutto il ceto 'borghese', quello che sta negli studi professionali, che si lamenta sui social però poi non mette in atto nessuna manovra per cercare di risvegliare Foggia da questa situazione in cui la legalità in senso lato si è persa di vista. Questo potrebbe essere il sentimento che unisca sia la maggioranza che la minoranza". Le spartizioni, assicura, non sono all'ordine del giorno.

Il consigliere comunale M5S Giovanni Quarato pur temendo che la maggioranza intenda giocare il secondo tempo della verifica, prova a vedere il bicchiere mezzo pieno e si augura un confronto aperto. E poi rimpiange Miranda. "Quello che ci immaginiamo, purtroppo, secondo me non è tanto migliorativo rispetto a quello che abbiamo avuto, quello che però ci dobbiamo augurare e dobbiamo lavorare affinché effettivamente si realizzi, è un presidente ampiamente condiviso da maggioranza e da opposizione che sia una figura di prestigio istituzionale e che quindi ridia lustro alla carica e al ruolo di presidente del Consiglio e di conseguenza alla città. Queste sono le due cose fondamentali. Ora, è chiaro che ci vorrà un percorso, bisogna capire se la maggioranza è disponibile a un serio confronto con la minoranza, in maniera aperta, io in questo momento non penso né a un nome dell'opposizione né della maggioranza".

Parla di un confronto senza preclusioni. Crede ci siano diverse figure all'altezza che potrebbero rappresentare degnamente il Comune di Foggia "L'importante è che sia una figura nella quale ci si riconosce tutti quanti, cosa che purtroppo, diciamoci la verità, non è stata fatta all'epoca dell'inizio di questa consiliatura. Mi auguro che finalmente si faccia questo tipo di percorso e che sia d'esempio anche per il futuro.L'obiettivo deve essere eleggere il presidente alla prima votazione con maggioranza qualificata, dove non dico all'unanimità - quello sarebbe un sogno - però la gran parte del Consiglio conivide la persona. Io mi devo sentire rappresentato, e non abbiamo avuto un bell'esempio. Sinceramente, pur non stando dalla stessa parte credo che l'avvocato Miranda abbia avuto tutt'altra impronta nella precedente consiliatura, perché ha saputo interpretare un ruolo in maniera istituzionale, in cui si deve essere parti terze, rispettosi della carica e della forma perché diventa sostanza in certi ruoli. Mi auguro che non ci siano bandiere, non ci interessa a chi tocca dal punto di vista politico". Avverte, qualora fosse l'occasione per un altro riequilibrio dopo il rimpasto: "Faremmo un altro clamoroso buco nell'acqua". 

Proprio Quarato, di suo pugno, ha già preparato la mozione di sfiducia, qualora le dimissioni di Iaccarino non dovessero arrivare.

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